L'angolo adatto per nani, ballerine, cantanti, troie, alcolizzati e illusi. Ovviamente qui nulla è serio...se sei dei nostri...benvenuto, entra pure

venerdì, marzo 30, 2007

Ansie da prestazione post&pre lavorATTIVA

Dice: "che ti frega in fondo è solo una piccola cosa..."
Dicono:"ma dai, uno come te per una cosa simile? non ci credo..."
Dice:"su, alla tua età certe difficoltà neanche me le ponevo"

Dico:"bene, mi fa piacere, ma io che cazzo ci devo fare..."

Come, cosa, chi. Ansie da paura, da lavoro, da momento no. Quella sensazione che ti fa spaccare una mano contro un muro perchè ci hai scaricato due ore di incazzature dietro mille chiamate, due o tre battute, un paio di rifiuti, mille bestemmie non dette e troppi caffè buttati giù contro voglia.
Che se ci pensi dici "ma che farai di così importante?". Nulla tranquilli, ormai avrete capito che non faccio nulla di importante e niente di serio. Ci provo ma non mi riescono.
Sto solo pensando dove andrò a portare le chiappe nel prossimo stage non pagato o pagao male, quale nuova esperienza sottoporre al mio incurabile senso di nuovi lavori che poi sfocia nella totale comprensione di "nonessereingradodi..." tipica di chi si sbatte ma non ottiene.
Forse crede di sbattersi. Forse crede. Forse...
Che poi pensavo di essere abituato ai "rimbalzi" con tutti quelli che ho preso e prende dalle donne, ma forse quelle del lavoro sono diverse e mi sto riappropriando del sano non-sense tipico del precario.
Peccato che ho deciso di bere meno, sennò stasera sarebbe stata la serata giusta per una sbronza anche se domani devo lavorare. Ma nemmeno quello potrò e allora tanto vale la pena andare a letto.
Dicono siano giorni di apatia, di ansia per cazzate dicui in fondo non ti frega niente, di momenti passati a dire "sto facendo la cosa giusta? farò in seguito la cosa giusta?" e la testa va e va e pensare fa male, ti gira tutto e tutto sembra non girare. Che il dinamismo con cui muovi il tuo mondo sembra non portare alcun movimento sull'asse terrestre, ma soltanto a quella del cesso.
Insomma potresti anche non esserci che non se ne accorgerebbe nessuno. Non fanno per me questi periodi, perchè non sono depresso, ma sereno, ma non posso esserlo perchè nulla mi consente di esserlo e mi sento in colpa per non essere depresso come dovrei in momenti così.
Direte "meglio così, sii felice..."

Alla fine non mi do risposte, preferisco non farmi domande perchè mi fa paura sapere come andrà a finire. Forse è addirittura meglio affidare la propria giornata, il proprio futuro all'oroscopo di un povero coglione, uscire, stare in strada e attendere che passi, correndo incontro al cambiamento di vento.
Forse sì, forse qualche birra me la bevo stasera, se riesco a convincere il barman che oggi non ho soldi per pagare ma che un domani, molto ma molto lontano, forse avrò un lavoro che mi permetterà di pagarmi una birra. Ci crederà...?

**thanks to Punta for the 'A ffotograffia

martedì, marzo 27, 2007

Un muro non è fatto solo di mattoni

Il mio sogno resta quello, bello grande forte e...quello., anche se non ce la posso fare, resta sempre quello.
Alle modifiche, come per gli insucessi, c'è sempre tempo, ma dare il massimo per ciò che si vuole e mal che vada prendere ciò che viene, senza accontentarsi.
Una scopa in culo è il rischio minimo per realizzare qualcosa. Sbaglio?
Con tutti gli imprevisti del mestiere, i cambi di umore altrui e la propria psicopatologia, i momenti che non vanno e quelli che vanno ma non sai dove. Per cui in tutto ciò dare il massimo non è semplice.
Soprattutto se gli unici momenti in cui nella tua giornata ti senti apprezzato è quando al mattino appena alzato prendi coscienza del tuo corpo, del tuo lento aumento di "capitale" fisico e provi a divulgare ciò che hai dentro per fre in modo che anche il Mondo venga a conoscenza di ciò cha hai di bello e puoi dare ed è tanto l'amore che hai dentro. Non sono giornate di merda, non sempre.
Parli col lavandino, con la mutanda, ti guardi allo specchio e dici che in fondo invecchi bene. La testa quasi sempre fissa a ciò che vuoi che oltre ad essere la salvezza del pianeta dalle impurità e dagli impuri e le tematiche astrologiche del viver sani e belli, riguardano sesso, figa, alcol, calcio e in parte lavoro e professionalità. In cosa e perchè chiediamocelo dopo, c'è sempre un dopo in cui fare qualcosa.
Comunque sogna sempre, continua a farlo, sogna e spera.
Non vivendo di quello, perchè non si magia poesia e il pane costa. Non riuscendo a vivere col pene per il pane, si deve guadagnare. Detto da me che non prendo una lira per lavorare, è un'utopia. Per cui ciò che sto dicendo non vuol dire un cazzo.
Sarà il periodo, perchè è del periodo che volevo parlare. Ma poi non lo faccio perchè sennò sarebbe...non triste...non cupo...demoralizzante e poi a voi non interessa sapere che ultimamente ho voglia di cambiamenti veri, che vadano oltre al dire "ho voglia di fuggire via dalla monotonia e dai tempi stressanti" e i vari blablabla. No, meglio provarci fino in fondo (in cosa lo tengo per me) e fregarmene se ultimamente intorno a me sento diffidenza e niente stima. Forse giusto così, stima e amore sono cose da conquistare nella vita e se non ci riesco, starà a me farlo. Se poi non si apprezza ciò che faccio. Amen, pazienza, fanculo.
Colpa mia se mi butto in esperienze contorte e do l'anima per cose dove non sono ritenuto importante.
Colpa mia se non riesco a ottenere mai in cambio rispetto e sempre mia se dò un'immagine di me sempre sbagliata o fuori luogo.
Colpa mia se mi innamoro sempre di fantasmi o cose che poi...pufff...fuggono illudono o fanculo.
Cambio qualcosa, non mi taglio i capelli come avrei fatto in passato in momenti di sconforto, mi faccio crescere i baffi, ma vorrei essere più cinico stronzo e meno buono, cancellare qualcosa o essere capace di farlo.
Comunque continuo a sognare, lo faccio e spero.
Continuo a sognare, non mi fermo...
e sogno Te e sogno Me, sogno noi, un Noi e peace&love e fanculo e io senza un io ma un Noi che mi faccia sognare e stare bene e Voi che state bene e punto. In fondo è proprio chiedere tanto?

Rinnovo la cosa. Un minuto, zero commenti.
Non credo servano parole, lo lascio per un pò.

http://www.emergency.it/appello/adesione.php?ln=It

lunedì, marzo 26, 2007

Non ascoltare il chiacchierone

Non dovete badare al Blogger per ciò che dice e tantomeno ciò che fa.
Puttaniere corrotte, maldestro imperfetto, infame, sono solo generalità.
Lui vi dice bene di badare a voi stessi senza mollare la collettività, che il senso civico estetico e sociale è sempre importante e va guardato e non trascurato. Ma bada sempre e solo a se stesso e se ne fotte se quello che fa lo fa per sè e contro gli altri.
Che tanto è più facile scrivere che fare. Si appare sempre belli.
Parla di donne solo per amore cercadno di fottersi ogni buco, mattina e sera e non credere a niente se dice di amare e di volere bene e che nel mondo vuole pace e abbracci. E' un cinico del cazzo, scurrile e scorretto. Odia il prossimo solo come il precedente, basta che sia più debole di lui. Perchè ha paura delle botte.
Non ascoltare il Blogger quando dice di esser triste per la situazione mondiale, la pace e altri bla bla bla, l'unica cosa che lo tocca è la flora intestinale, il suo conto in banca e dove andare la sera a far casino, lui dice a "spaccare".
Perchè non è fine, privo di stile proprio a meno che non si atteggi a quello che non è.
E' un alcolizzato in cerca di precedenti, un povero scemo che crede in ciò che dice e sa di dire stronzate e non dice ciò che fa, ma solo banalità, concetti triti e ritriti. Un esempio da guardare dall'alto per dire che in fondo la propria vita non è così male.
Non dovete leggere il Blogger frustrato, che non ha religione e prega solamente in cerca di aiuto e appoggio in ciò che non gli da la gente. Sempre triste, monotematico, crede di far breccia nelle teste ma divulga solo feccia e se ne compiace. Tutto molto divertente, pensa.
Non dovete far credere al Blogger di saper scrivere quando lui neppure sa leggersi e non legge neppure il retro della confezione del latte, pur fingendosi colto, legge solo ciò che è breve, corto.
Non badare al Blogger triste e frustrato che si crede maestro di vita, esperto in questo e quello. Si finge divertente, parla della gente ed esprime emozioni.
Non badare al Blogger mandalo a cagare.
No ma non questo...quello che trovi in alto cliccando su -prossimo blog-


**prodotto tra le 4e30 e le 5 di sabato mattina di ritorno dal Rolling Stone e mi faceva ridere. Ovviamente è un'autocelebrazione

venerdì, marzo 23, 2007

Lucifero è caduto dal Paradiso

Certi nascono oggi e muoiono domani, all'alba del nuovo giorno e nel segno del nuovo corso.
Ma non vanno sempre in paradiso, anime dannate, i belli raccolgono le briciole di insulti accumulati in anni vissuti ad amare e trascorsi nell'odio.
Nel buio degli anfratti più nascosti passi gli anni brillando di luce propria. Non arrivi alla vecchiaia felice, quella delle carte al bar e la panca sfondata del parco, il bello invecchia nel pensiero di quel giorno fisso in testa.
Sempre a dimostrare che l'invidia altrui è giustificata, pronta a schivare le fiamme lanciate dall'Io altrui. Sempre troppo poco quando non è troppo, mai la cosa giusta, che ti chiedi in fondo chissà cosa cazzo vogliano da te. Dai tuoi anni, dalla tua testa. Forse nulla, forse l'involucro, forse la dignità?
Voglion la tua fine, bello, il tuo errore e non importa in fondo se tu non hai niente, non vuoi un cazzo se non il semplice star bene. Ma è un lusso che non ti puoi permettere, stronzetto, passa il tempo a marcire nel tuo mondo di belli, se solo dentro o anche fuori fai tu. E' la tua riserva "indiana".
Stacchi la testa per non pensare, la usi solo un paio di volte al giorno per mandare messaggi al Mondo esterno, li invii dal cellulare o li metti in una bottiglia, come tutte le richieste d'aiuto che hai buttato o che si sono perse, perchè non sapevi a chi darle o perchè nessuno ti risponde mai, ti capisce mai.
Ora soffri co, tuo faccino da stronzetto, che chissà come è bella e facile la tua vita e quanta gente farai soffrire coi tuoi finti imabarazzi e la tua finta bontà. Quanti luoghi comuni ti hanno cucito addosso?
I belli han sempre l'anima dannata e il cuore puro, soli nella stanza chiusa dalle porte prese in faccia e cantan stanchi lente canzoni d'amore a quella Lei troppo lontana nel tempo e nello spazio, a quel luogo vissuto, a quell'amico sparito o a quella vita, che uno sfregio in faccia o un animo da figlio di puttana gli darebbe.
Nel frattempo leggi i fondi di bicchiere delle birre morte sul bancone e cerca il vetro giusto per sfregiarti la maschera che porti.

martedì, marzo 20, 2007

Nel fumo del BorderLine Bar

E' vecchio il barista appoggiato alla porta del suo "due vetrine", che sputa pensieroso sul marciapiede. La strada all'orizzonte è vuota, c'è solo un cane che si ferma per pisciare, ma almeno gli fa un pò di compagnia. Ma in fondo che ci vai a fare nelle periferia di nessun posto. Nella testa i mille pensieri di un affitto da pagare, un mutuo da inventarsi e quella puttana, a casa, che pensa a chissà quale lamentela nuova, quale problema rifritto, quale alcolico da sfondare.
Dentro ormai non tirava su una lira, calamitava vecchi puzzoni, inutili pensionati che passavano il giorno con le carte, un bianchino a sole 2mila lire incassate, che a lui l'euro stava proprio sulle palle e non lo capiva ancora. Cosa ci ha spinto a far la stessa cosa di francesi, tedeschi e spagnoli? A lui stavan tutti sul cazzo, non riesce proprio a capirli.
Meno male che ci han pensato "i ragazzi" a Berlino a farli stare zitti.
...Come quella volta che per sbaglio entrarono due modelline francesi...
Belle fighe, ma di quelle che lui non sapeva che farsene, troppo magre, troppo bianchine.
Non come la sua Franca. Lei sì che era bella e in carne, sprizzava sesso da tutti i pori. Non come ora che son tre anni che non fanno l'amore, per lo meno non lo fanno insieme. Ma dopo tutto faticano anche a parlare, quindi...
Ora non è più la donna che aveva sposato, non era più una donna, almeno con lui.
...le francesi entrarono nel bar alle quattro del pomeriggio. Sicuramente avevano sbagliato strada per essere finite lì. Lì non capitava mai nessuno, in mezzo a case popolari che dovevano essere la gioia degli operai e dei familiari che nel '60 avevano invaso la Periferia e oggi son diventate lo scrigno delle loro ansie. La tomba dove esaurire la vecchiaia.
...ordinarono due cappuccini, ma per capirle impiegò 15minuti e lui non sapeva neppure farlo il cappuccino. Fece due "latti macchiati", che lì le cose strane non erano accette. Caffè, bianchino, al massimo qualche spruzzato e la spuma.
I giovani, i pochi rimasti nella Periferia, passavano le giornate a drogarsi nel parchetto con le loro puttanelle in sella al motorino alato e la sera fuggivano dal mortorio delle "popolari" per andare in città, nel centro dei divertimenti. Qualcuno entrava a dire il vero, ma all'ora di pranzo; eran per lo più muratori, cioè un panino e via...
Solo vecchi in quel quartiere. Poi gli extracomunitari, ammassati come mosche nel loro ritrovo, vicino alla stazione del passante ferroviario. A decine, ammucchiati intorno a quei tavolini di alluminio con le marche delle birre a sponsorizzarli. Fermi lì tutto il giorno a fare niente, almeno i "suoi" vecchi giocavano alle carte e bestemmiavano. Ma loro, loro non fanno nulla, però consumano litri di birra e questo gli fa davvero rabbia. Sarebbe un bel guadagno per lui, darebbe tutti i suoi vecchi per cinque o sei di quei bevitori incalliti.
Ma tutto ciò non poteva soddisfarlo, non poteva accontentarlo neppure il finto giro di aperitivo che aveva la sera, con i camionisti e gli operai che si fermavano a scambiare merce rubata e cortesia. Qualche vantaggio l'aveva avuto, un televisore scontato, una pistola per difendersi dai ladri, lo stereo per la figlia che gli era valso un abbraccio. Finto o comprato, ma almeno c'era stato.
Era nel cassetto sotto la cassa la pistola comprata dallo slavo. Faceva il camionista e il suo camion non era mai vuoto, legalmente o illegalmente era uguale, ma sempre pieno.
Gli aveva dato 80mila lire, i "nostri" 40euro e non l'aveva mai usata, se non per ammazzare qualche piccione. Gli avevan sempre fatto schifo quei topi con le ali.
Ora era lì e la guardava, era lì ferma ma esprimeva tutta la sua forza.
La forza di un colpo e la fine dei problemi.
Era lì, sopra la sfilza di cambiali, i conti dei fornitori, una vecchia foto di quando era giovane e lui e Franca erano fidanzati e felici. Erano.
Di fianco la foto della figlia sposata e la nipotina che non vede da sei anni, dal giorno in cui era nata.
Su tutto primeggiava quel pezzo di ferro, forse l'unico amico che gli avrebbe dato un sorriso.
Fece un altro sorso di rosso, quello buono, che beveva solo lui. Sputò nel lavandino e cominciò a pulire il bancone. Era ora di chiudere in quel bar in Periferia e ancora non aveva voglia di farla finita.
Domani sarà sempre un altro giorno, ma forse ancora per poco.

venerdì, marzo 16, 2007

Pubblicità regresso

Non posso neppure dare le spalle su un mezzo pubblico che mi trovo pubblicamente su internet.
Meno male che le foto non me le ha fatte Corona, sennò mi avrebbe chiesto chissà quanti centesimi...
Comunque l'idea dello zaino, ha avuto i suoi frutti, uno...questo...almeno una persona è venuta sul blog grazie a quella scritta.

**grazie a luca per la foto

giovedì, marzo 15, 2007

tum tum turututu tuturutum tum turu

Un grosso armadio e comprar di tutto e di più, un grosso specchio e vedermi più bello, quindi magico, vedermi come vorrei essere visto ogni giorno, ogni ora, ogni istante.
Entrare in un negozio e prendere tutto ciò che mi sta bene con quel trucco, camicie, giacche corte e lunghe, cappelli. Cravatte, calze e mutande in coordinato. Spendere e buttare via i soldi, scaricarli nel cesso e sentirsi sempre a posto.
Butto via soldi e mi sento corretto.
Un amore diverso, del sesso perverso, aver voglia di viaggiare e struggermi dentro.
Conviver coi fantasmi e le vecchie illusioni, tenerli nel cassetto di fianco al letto e convincersi di esser forti, belli e intelligenti con discorsi propri e complimenti auto-prodotti. Tutto molto più facile nell'essere vittime delle altrui parole e del proprio cuore.
Buttare via le foto e i vecchi ricordi, voglio sparpagliare al vento le belle emozioni e rittocare i ricordi e sprecare parole. Parlare senza paura di essere ascoltati e amare solo se si è consci di non poter sostenere.
Butto via sentimenti e mi sento pulito.
Girare per locali solo se alla moda e conoscere persone senza sapere nomi. Sovrappore volti e gesti nello stesso centro e aspettare e il odiare il sole quando arriva mattino. Offrire consumazioni e ascoltare cantanti fasulli sulle note stonate di altri cantanti e provare a scopare le peggiori puttane. Chi cerca amore mandarlo a cagare. Farmi raccontare le finte illusioni e offrire alcool sino a quando non finisco monete.
Cambiare tutta la mia collezione di monete straniere solo per sentirci sbronzi e farti contento.
Butto via tempo e mi sento contento.
Cambiare tutta la mia collezione di eroi e darti problemi. Cercare sempre rotte nuove su antichi pensieri. Sognare già il cammino senza avere una strada. Illudermi che ogni luogo è un porto sicuro e come un marinaio avere amori lontani con donne da cartolina. Come un camionista andare in giro per la Terra, dormire in piazole di sosta e abbandonare tutto. Avere un carico all'andata e uno al ritorno, fare viaggi sempre portandomi a casa qualcosa, qualcuno e forse la sensazione di non avere certezze ma dare tanta insicurezza. Buttare il cellulare perchè mi da ansia e non essere rintracciabile sulle "pagineutili", rendersi inutile, indifferente, buttare tutto e tutti e tirar lo sciacquone.
Due volte, perchè resta sempre qualche rimasuglio.
Butto via me stesso e mi sento vivo.

martedì, marzo 13, 2007

Welcome to Banana Republic

Allora passa anche il fatto che in Italia il peso di uno stronzo che per soldi va da una parte all'altra dello schieramento è maggiore di quanto contino davvero gli ideali o il voto degli italiani.
In fondo siamo italiani solo quando gioca la nazionale e rincorriamo il sogno di un mondiale, di certo non per la legge Finanziaria, per ricordarci di pagare le tasse o fare qualcosa di buono per il nostro beneamato paese. Forse io stesso sono il primo.
"che una volta era più bello e sì che si stava bene..."
Frase detta quante volte e chissà da quanto tempo, che credo che quel "una volta" non esista ma viva nell'immaginifico di ogniuno di noi. Ecco proprio "noi".
Pronome spesso scomodo perchè implica un coinvolgimento, una razionalità di scelte. Molto più comodo l' "Io" del ciò che si fa, del ciò che si vuole, del ciò che si ottiene.
Molto più semplice girare con la faccia da morto ed essere anime in pena che dire tutto ciò che si ha dentro alla persona cui lo si deve dire. Forse perchè suscitare pena è vista come una forma di successo oppure ci si ritiene semplicemente troppo forti e sicuri per aver bisogno di altri.
Meglio conviviere con i fantasmi che fare il "ghostbuster".
Meglio l' "Io", sempre e solo me stesso che far parte della squadra. Una volta che ho fatto goal, cosa cazzo me ne fotte se la mia squadra perde.
E' per questo forse che finiremo per essere l'Italia dei furbi e dei furbetti. Quel paese che parla per anni di una puttana che ha ucciso il figlio piccolo, che immola sull'altare della beatitudine Moggi e Previti e fa passare puttanelle di quart'ordine come eroine perchè difendono il marito in prigione per esser stato il "reuccio del quartierino".
Intanto la maleducazione regna indisturbata, nutrita dall'ignoranza che regna sovrana. Perchè anche se casinista, il popolo ignorante si accontenta di poco. Non vuole lo sciopero, non vuole i diritti.
Gli bastano due lire in più in busta e le squadre sempre in campo.
Si sogna guardando presunti "VIP" in televisione parlare di altri presunti "VIP" su presunti flirt e polemiche sterili. Insomma vivamo nella presunzione di star bene, di essere belli.
Molto meglio star bene nell'orticello, con due carote e una patata, che provare a guardare fuori, magari insegnando a nostro figlio a rubare al vicino o farsi furbo per non farsi rubare il pomodoro.
Meglio furbi che intelligenti, meglio furbi che educati, meglio jene che leoni.
Perchè campare senza porsi problemi è ciò che conto.
Dunque prima sei di qua ma se di là ti dan di più passa pure a loro. Non parlo certo di tariffe di cellulari, ma di ideali e sorti di un paese. Quale? Quello della Repubblica della Banane. Quello dell'approssimazione e del qualunquismo...
Welcome in the paradise, my dear...
perlomeno se vuoi essere un furbetto del quartierino...
E allora vale un fanculo.

lunedì, marzo 12, 2007

Io AMO

Passione continua, che a volte sfocia nell'assurdo e sbocca in viali dai quali non riesci a tornare indietro e in cui come compagnia hai solo l'illusione di far la cosa giusta, ma in fondo hai la certezza di essere un pò coglione. Che tutte le volte che l'hai aspettata invano, che hai atteso un suo segnale senza successo, che ti sei sentito un perdente...ma lei, Lei l'hai sempre perdonata. Inseguita e voluta tante volte, anche quando mi hai fatto incazzare e col cuore in mano un pò ti ho odiata.
Ma nel mio vocabolario odio si sposa con amore e posso provare certe cose solo per chi in realtà amo.
Impazzisco per ogni tuo sguardo e la possibilità si sognare che mi dai.
Sai che non mi dilungo mai in apprezzamenti, ma di te parlo per ore, anche se non lo sai o forse non lo vuoi sapere. Ti confesso che non sempre mi hai fatto star bene, ma sempre mi hai tenuto vivo. Forse ciò che conta è proprio questo, no?

Non è solo fisico, sto proprio bene anche solo a sentir parlare di te, ma impazzisco a vederti. Per come ti muovi, come ridi e ti diverti. Ma ti amo anche per come sei debole e a volte e per tutte quelle volte che mi hai fatto dire che sei matta. Quante volte mi hai fatto soffrire solo per darmi la gioia alla fine, come un bacio rubato ma pur sempre goduto.

Non ti ho mai tradito e mai lo farò, sai che per te ho rinunciato a tante ragazze. Tante occasioni. Ma amo il modo che hai di vestire, ancora di più di ciò che hai sotto, ma non prenderlo come insulto. Forse fatico a trovarti un fisionomia, perchè ti amo come ideale. Ecco rappresenti il sogno per me.

Anche se sei lontana, col cuore il mio pensiero ti arriva sempre, perchè anche nelle giornate più difficili e impegnative, anche in giorni di maggio dove tutto sembrava finito tra noi, anche ora che mi sembra di vivere un idillio...ti penso sempre.

Ho ricordi di te, con te, su te, che nulla ci toglierà mai.
Mi hai fatto piangere e solo tu sai quante umiliazioni ho preso per te, ma sempre a testa alta, sempre fieri.
E abbiamo voglia di piangere ancora...insieme...ma stavolta sarà gioia che uscirà tutta insieme.
Sarà un orgasmo di vent'anni di botte e sarà tutto nostro.

Ti amo

sabato, marzo 10, 2007

A grande richiesta

Stavo cercando la data di nascita del blog, perchè tra un mese compirà due anni e ho visto un commento-richiesta su questo post "Il monologo della Raspa". Siccome non ho mai avuto richieste sul ripetermi in alcuna mia performance, allora accetto l'invito della suddetta fanciulla, anche se risale a settembre. Poi è sabato e ora devo uscire e non ho voglia di scrivere. Buon week end, magari ci vediamo in giro. Io sono in quel gruppo di ragazzi bellissimi che ride sempre e se ne fotte di tutto. Non puoi non vederci. Buona serata.

Ciao.
Mi presento in modo normale.
Sono timida e spesso mi nascondo.
Sono una Raspa, volgarmente detta anche Sega o Pugnetta.
Appartengo alla famiglia Masturbazioni.
A differenza di quanto si possa credere sono femmina. Non donna, quelle non mi piacciono!Sono anni che mi degradano. Loro e quei fottutissimi preti che ai bambini continuano a dire "Fanno male!!!Diventerai cieco. Guarda il tuo Papà".
Tutte stronzate, infatti i papà non hanno mai detto nulla. Anzi dentro il loro cuore avranno pensato a quante notti abbiamo trascorso insieme, sotto le coperte o chiusi in bagno, sotto la doccia o in poltrona, con in mano i giornali o col sol pensiero.
Nessun dottore ha mai detto che faccio diventare ciechi gli uomini. Altrimenti sarebbero tutti accompagnati dai cani. Ma non è così. Queste cose mi fanno diventare isterica!!! Io far del male...Io rendere ciechi gli uomini...Non lo sopporto.
Sono milioni di anni che esisto. Da sempre motivo di consolazione per tutti. Dai re ai poveracci. Sono la cosa più democratica dopo la morte.
Danno alle donne l'invenzione del mestiere più vecchio del Mondo...E il mio?
In fondo mi hanno copiato. A modo loro,ma mi hanno copiato.
Il campo è sempre quello. Lo strumento anche.
Ma io lo faccio per amore e non per soldi o interessi. Lo facessi per soldi ormai sarei più ricca delle puttanelle della televisione. Invece no. La mia è una funzione sociale. Il mio è un recupero di anime.
Il miglior modo di passare il tempo. E' fare l'amore con se stessi.
Buttano in continuazione fango su me. C'è addirittura chi dice di non essersene mai fatte. Bugiardi e falsi.
Alcuni dicono che viene da me solo chi non ha amore e non può pagarsi una puttana.Solo i repressi, depressi, sfigati...Cazzate. Dico solo che Jim Morrison sul palco...E lui sarà sempre Jim Morrison. Per cui zitti coglioni!!!Un grande come Johan Crujiff prima di ogni partita o faceva l'amore o...Uno dei più grandi calciatori. Silenzio!!!
E sono solo due esempi. Ho mille usi e mille motivazioni per essere interpellata. Certo è vero che servo a supplire al bisogno di una donna. Ma è una mera convinzione.
Chi può essere così illuso da farsi me al posto di una donna. Un illuso...
Io servo nei momenti di solitudine, quando pensi che vorresti una donna e in mancanza...Quando devi uscire con una ragazza e non vuoi che dopo accadano intoppi...Quando sei teso per un appuntamento o una partita importante e vuoi rilassarti...Quando non riesci a prendere sonno...Quando lei ti ha lasciato con qualcosa in sospeso...Quando devi ammazzare il tempo e non sai che fare...Quando devi battere un record...Quando hai semplicemente le palle piene...Nessuno è mai morto per causa mia.
Ma molti mi possono ringraziare per i piccoli ed istantanei momenti di piacere e di oblio che ho regalato. Per i sogni, lunghi il tempo di sentirsi pieni ed arrivati, che ho donato.
Ma spesso sono anche cinica riportando immediatamente alla realtà il mio uomo, perchè io posso essere la sua amante non la sua donna. Iniziano a conoscermi verso gli undici anni e molti non mi mollano più, fedeli più a me che alle loro compagne. Alcuni sempre tradizionali, mentre altri cercano sempre nuove cose, nuove forme, nuovi piaceri. Chi usa oli per frizionare, chi aiuta lo stimolo con film o riviste, chi ancora stanco delle solite posizioni cerca l'ausilio dell'altra mano ispezionando meandri corporali.
La letteratura narra di uomini che cercano l'aiuto di barattoli di balsamo o ortaggi da abbinare a me, per raggiungere piaceri multipli. A me non piacciono questi arcaismi procedurali, va bene il progresso, ma resto pur sempre una raspa.
Il tutto è sempre fatto con amore. L'amore fatto col proprio corpo, col proprio io, con la propria anima. Nel pieno rispetto, senza violenze o privazioni. Sono un modo di fare allenamento fisico, gonfiando allo spasimo i bicipiti, i tricipiti...insomma i braccioni degli uomini.
Senza perdere tempo in palestra.
Sono il modo più personale di ottenere piacere, un metodo ancora manuale in un periodo del tutto digitale. Provate a chiedere ai vostri amici il loro record. La mano usata. Il luogo o altre curiosità del genere. Capirete molto di loro. Basta con i falsi moralismi su me.Vi prego, è snervante ed umiliante.Io porto amore, non ne sottraggo. Per molti sono la crocerossina che porta le medicine, il miele per le api, il sangue per lo squalo. Non sono volgare, una necessità fisica per chi non può aver di meglio e anche un piacere per altri. E' volgare mangiare?E' forse volgare andare in bagno a c.....? Diffidate da chi strabuzza gli occhi quando gli, o le, parli di me.Non faccio nulla di male. E loro sono in malafede o hanno qualcosa da nascondere.Detto ciò mi congedo,non voglio tediarvi troppo. Volevo solo presentarmi a chi ancora non mi conosceva, soprattutto alle ragazze, che peraltro conoscono mio fratello Lino.
Cordialmente vostra RASPA....

giovedì, marzo 08, 2007

a RiSpoSta, doMaNDa

Passo le notti a far l'amore con la Luna, provo rabbia al sol pensiero di un suo tradimento con qualcun'altro. Così tonda e lucente inebetisce la mia mente e resto fuori sino a tardi, trovo gli stimoli per non dormire, cerco banconi su cui appoggiarmi attendendo l'ora in cui la metterò a nanna, allo spuntar del sole.

..........? Non lo so.

La domanda che mi pongo è questa, la risposta ce l'ho già, il resto fallo te se ne hai voglia. Di pensare sono stufo, smetto presto di farlo al mattino, appena dopo il caffè. Mi vesto della mi finta sicurezza e scudo in mano mi pongo la mano del "bravo ragazzo simpatico" e tiro avanti. Sapendo che in guerra si uccide, ma c'è il rischio anche di venire ammazzati. Ma in fondo ci sto bene ed è risaputo che mi dona qualsiasi cosa. Persino i panni del perdente, dello stronzo, del dannato, del...

..........? Non lo so.

Fatti tu la domanda, io ci metto la risposta. E' come un invito a cena in cui io metto tutto, ma il vino lo porti tu. Mi raccomando buono e abbondante, nulla di acquistato a caso altrimenti resta pure a casa. Solo cose vere, parole mai buttate al vento. Tutto deve avere un senso se conta davvero, ogni parola, ogni discorso, ogni atto. Anche il semplice e banale saluto dalla tua palla di cristallo con la neve dentro, dal tuo mondo artefatto e fatto di finzioni. Magari fatto e basta.

..........? Non lo so.

Guardo il bicchiere ed è sempre pieno, perchè se lo svuoto ne prendo un altro. Alla fine se non barcollo troppo vedo tutto più lucido. Alzo lo sguardo, la vedo ancora alta, bella e splendente. Un lungo bacio, un ultimo saluto e poi a letto. Lei ha un'altra lunga notte da qualche parte, magari farà l'amore con qualche altro sfaccendato e io ho un pò di sonno arretrato per esser stato troppo tempo lì, a fissare il vuoto e le cose sospese.
..........? Non lo so.



stavolta la foto è bella e ringrazio Diana per il prestito. per le sue foto http://www.fotolog.com/mirtilli

martedì, marzo 06, 2007

Il senso della posizione

Lei era lì, su me, io sdraiato a toccarle i seni, mentre mi faceva...bè insomma forse ci siamo capiti.
Era il classico sogno erotico. Quelli che di solito ricordi, ma che stanotte mi ha annoiato. Così mi sono svegliato. Sono le 4e23 e da tre ore stavo a letto.
Vado a pisciare e poi mi bevo un pò d'acqua, ho caldo e mi levo la maglia.
Guardo fuori dal vetro che dà sul terrazzo. Là in fondo si vede nitida la Madonnina. Con le luci dei lampioni in traiettoria sembra infuocata, ma forse è soltanto la mia immaginazione.
A volte gli spazi al di là del vetro sono troppo ristretti per rappresentare ciò che hai dentro.
Esco nel freddo, prendo posizione e guardo la luna, mantenendo una certa postura.
Prendo freddo ma non mi muovo, perchè quando non riesci a invertire la tendenza, forse è meglio attendere fermi lì, immobili, e attendere che sia lei a cambiare. Perlomeno che sia lei a cambiare te, ma senza rincorrere troppe gonne, lavori e payette.
Ho capito che il momento va vissuto, che le "pene d'amore" fanno stare vivi, che come la felicità dura poco i miei sconforti durano ancora meno, che ora non ho voglia delle storie più o meno marginali che hanno riempito i miei ultimi due anni, che coi primi caldi perdo colpi e che due colpi in giro li darei a molte delle ragazze che vedo. Che mi importa sempre meno dell'opinione altrui, mi basta fare il mio con passione e sentimento. Voglio poter dire "ho perso la testa per lei e lei per me", voglio un cane e dei soldi, vivere solo e sentire tanti giudizi ma solo se motivati. Alzarmi al mattino e non lasciar morire nulla, né cancellare persone o rivedere pareri e opinioni.
Non si può ripartire da zero tutte le mattine.
Osservo ancora la Modonnina, ma ora la luce è cambiata e non sembra più rovente.
Forse ho sbagliato a togliermi la maglietta e spero che la scelta precedente non mi faccia passare il resto della notte al cesso. Tornato dentro il caldo mi conforta. Prendo posizione nel letto, attendo il sonno e fisso l'orologio. Sono le 4e51. Forse è meglio dormire un pò.
Non si può ripartire da zero tutte le mattine.

lunedì, marzo 05, 2007

una Milano da bere

Li chiamano aperitivi. Certo quelli cool e trendy li chiamano anche "Happy Hour".
Ore felici e compagnia, cibo e cazzate. Il tutto per un'ora, due.
Poi è domenica e il week end è stato duro per cui, "siccome domani si va a lavorare,
verso le dieci andiamo a casa".
Poi ci sono quelli che invece lo fanno iniziare prima e finire dopo.
Le mie "ore felici" iniziano intorno alle 1930 e finiscono ore dopo, ma ore dopo.
Ormai i convocati sono sempre quelli, ogni tanto si aggiunge qualcuno, altre volte altri si defilano. Cosa
ci sia di bello in un aperitivo non so. Si cercano emozioni a metà prezzo, magari una cena mezza scroccata, un paio di cocktail spesso troppo leggeri.
Certamente è stare in tavoli piccoli, ordinare cocktail e birre a cameriere spesso carine e sempre giustamente scocciate e scazzate, ammiccare a qualche tavolo di ragazze, pisciare due o tre volte (dentro o fuori dalla tazza è indifferente).
E' happy hour un negroni sbagliato, un vodka tonic o una birra bevuta anche a mezzanotte.
E' happy hour la domenica sera, quando il week end è finito con le solite delusioni, i due di picche e le ragazze non viste. Con le partite finite, il sono accumulato nel chiudere i locali nel week end e la voglia di non tornare a casa, perchè una volta aperta quella porta ci appare la nuova settimana, il lavoro, lo studio e tutto quello che, mentre ti bevevi il tuo cocktail non c'era. Era nell'aria, certo, ma non era in te.
Forse è solo l'inganno del nome, "happy hour", forse è che ormai ci si diverte più la domenica che nell'ansia da prestazione dei sabato sera milanesi, ormai troppo giovani e "di tendenza" per chi non ha voglia dei soliti posti.
Conoscenze posti luoghi facce e soliti discorsi. Che però acquistano un altro senso fatti alla quinta ora di aperitivo, quando ogni discorso ha un altro sapore, un altro odore.
Un esempio su tutti l'ho avuto anche ieri sera, chiedere a chi era presente per conferma.
Poco importa se così i lunedì mattina sono sempre troppo duri...

Il ritorno alla normalità, finito l'happy hour, te lo fan capire anche le dure realtà che vivono gli altri. Allora rispondo all'appello di Morgan per diffondere la richiesta di aiuto a Benito. Leggete per favore e chi può aiuti.

venerdì, marzo 02, 2007

?Losers?

L'occhio tagliato dell'indio è stanco e dimesso, bagnato da litri di rhum e tequila, dopo anni di massacri e lotte, secoli di pace passati in povertà con l'umiliazione di vendere statuine all' "amico" yankee bastardo.
La tentazione del salto della frontiera e la sicurezza di far la fine del piccione, impallinato e lasciato a marcire.
Brucia la chitarra del mariachi mentre intona la canzone d'amore al tavolo del bar.
La bocca arida del negro cerca acqua, non ha più voglia di ridere e cantare. Gli han tolto anche la speranza di fuggire in Europa, troppi soldi e troppi rischi. Di morire in mare di sete, fame e mangiato dai pesci, come suo fratello e la sua famiglia, proprio non ne ha voglia. Ora comunque ha un lavoro, almeno così lo chiamano. Vive sottoterra e per due soldi cerca pietre preziose, diamanti pare, per ricchi possidenti ebrei che finanziano guerre tribali e continuare i propri sporchi affari.
Va la barca va nel Mediterraneo gonfio di speranza prima di esser spazzata via nella notte fredda e assassina.
Vive in una nazione fantasma il bimbo kurdo. Gli avevan detto che una volta quello era il suo paese. Era una macchia colorata in una cartina dove avevan segnato i nomi di tutte le nazioni e quella aggiunta a penna.
Era fatta con una penna colorata e il colore era il rosso, come il sangue perso dai suoi avi sotto i colpi dai fratelli turchi o irakeni. La guarda come fosse un libro illustrato di favole, quella cartina, di quelle favole che mai si realizzano.
Giocano sul bordo della strada i bambini mentre i carrarmati militari passano a rovinare il campo da gioco.
La kefia che ha al collo era quella del fratello, ora in Paradiso insieme a donne meravigliose e pace eterna. E' volato lassù con un botto che ha sminuzzato il suo corpo e ingantito la sua anima. Peccato che in pullman c'era chi andava a scuola, al mercato, dal suo amore e di andare a incontrare Dio non aveva voglia. Sì perchè suo fratello voleva andare da Dio, perchè è per lui che l'ha fatto. Ma per quale Dio e quale cazzo di religione è chiaro solo a pochi bastardi che dietro al fanatismo celano i propri interessi.
Vuole raggiungere il fratello vestito da guerriero adulto, ma compra solo il biglietto d'andata, il ritorno non c'è.
Coi suoi capelli biondi e un culo mozzafiato rischiava di far sbandare tutti i segaioli che perdon lk'attenzione in quei 10 secondi di strada. Lei lì doveva starci o eran botte e una botta con lei eran 50 euro, sovrattassa per il retro sino a 70. A casa aveva madre e padre, 70mila euro per tornare da loro e in pancia un segreto ancora piccolissimo, che presto le avrebbero sottratto. Ucciso nella clandestinità. Si fa presto a dar della puttana a una madre.
Brillan le lucciole, oggi ancor di più perchè han le ali infuocate dall'odio.

Sono solo inizi, spezzoni, di romanzi iniziati da nessuno ma letti da tutti e da molti purtroppo taciuti e neppure considerati.