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martedì, giugno 05, 2012

Jogo da vida

Il gioco a zona interpreta la vita, attacchi spazi per difendere la tua partita.
Il gioco a uomo invece porta a faticare, seguire ovunque l'avversario in una sfida personale.
Non parlo di moduli, di tattiche e di numeri vi annoieri e questo non me lo posso permettere, sono in cerca di fans e di contatti, posso parlare di mode e di stili di gioco.
La bocca impastata del mattino e la voce schiacciata dalla stanchezza del giorno sono le tensioni del pre-partita. Poi ti scrolli le palle e il pisello, ti sciagui la faccia, le ascelle e le braccia, magari una doccia ma devi aver tempo. Il riscaldamento va fatto comunque con calma, serve a non farsi male durante la giornata. Concentrati, pazientemente, sentire ogni muscolo come risponde e come potrà lavorare.
Proprio per questo, appena alzato, non parlatemi e non telefonatemi. Ve lo chiedo per amor mio e del mio gioco.
Poi ti metti in campo ed ascolti il mister, certo. Ma devi trovare la tua posizione, la tua zona, cercarti i palloni giocabili conscio dei tuoi mezzi e di ciò che vuoi.
Vuoi toccare tanti palloni, ma sale anche il rischio dei tuoi errori. Ci sono partite in cui sbagli tutto, come ti muovi crei confusioni e qualsiasi giocata fai risulta sbagliata.
Ci sono giocatori che non sbagliano nulla e giocano semplice, altri sbagliano tantissimo ma hanno il numero che cambia ogni situazione.
Già ma cos'è una situazione...un contropiede non è come qualcosa che non ti aspetti? oppure un cross perfetto non è come un'occasione della vita che non puoi sbagliare?
La mattina devi rompere il fiato, trovare il ritmo della giornata e non sempre è facile. Ci sono mattine che vorresti la fine del mondo e altre che potresti fare tre lavori insieme e non avere problemi. La colazione è importante e non la faccio mai. Mi piace il bar, entrare e salutare, entrare e prendere il giornale, entrare e bere uno o due caffè. Entrare e uscire senza che nessuno sappia troppo di me se non il nome, la mia squadra del cuore e il mio umore.
Credo a volte che l'amicizia sia superflua come i riti scaramantici prima di una partita. Puoi farne a meno ma sai che senza perdi di sicuro.
Il pranzo, quando si riesce a fare, è la giusta pausa tra il primo e il secondo tempo. Si riprendono le forse e si allineano le idee, si ottiene a volte il consiglio giusto e altre si perdono i sensi o il senno.
Affamato o troppo sazio, l'uomo deve riprendere sempre il suo cammino pomeridiano. Un pò per far passare il tempo che manca a domani e un pò per arrivare a mangiare di sera. Correndo sulla propria fascia come si corre su una strada oppure gestendo i palloni come un traffico di momenti e accadimenti. Non ci sono cose ingestibili con la razionalità, la troppa razionalità uccide la fantasia.
E' un gioco sporco, un gioco maschio, un gioco che fa commuovere e porta al pianto. Un goal fatto per una partita importante non ha prezzo, un goal fatto per una persona importante vale per tutta la vita. Arriva sera, la partita sta finendo e qui conta come l'hai interpretata.
C'è chi gioca a zona e deve aver tenuto la situazione, controllato la rosa dei venti e venduto l'anima al compagno che ha di fianco. Somme di situazioni e distanze che regolano le azioni.
C'è chi ha instaurato una lotta con sè stesso, col proprio avversario e con le avversità. Un rimbalzo sbagliato, un passaggio lungo, un saluto mancato o qualcosa scritto a tarda notte, con troppo alcol e delusioni in corpo, giocando a uomo anche respirare deve essere fatto in linea con il proprio avversario. E' in questi casi che mi dico che il calcio è lo sport più bello del mondo, forse perchè è vita e morte. In quel momento, comunque sia andata, il triplice fischio segna il rilassamento dei muscoli, la perdita del filo conduttore cerebrale e lo scioglimento delle acque.
Poi domani inizia una nuova fottutissima partita.