L'angolo adatto per nani, ballerine, cantanti, troie, alcolizzati e illusi. Ovviamente qui nulla è serio...se sei dei nostri...benvenuto, entra pure

venerdì, febbraio 25, 2011

Bombe carta illudono il cielo.

Lancio in aria grappoli di illusioni e calici di vino, saranno solo brandelli di
carne rossa e sangue. Moriremo con amore.
Fermo l'orologio sull'orario che sarà, il punto giusto dell'ultimo secondo,
la certezza temporale della distruzione.
Destruttureremo insieme il Mondo se tu lo vorrai, facendo saltare la terra
in aria. E poi nel vento. E forse in acqua.
Piangeremo insieme i nostri morti. Piangeremo insieme i nuovi nati.
Sono il bombarolo, venuto al Mondo per la libertà.
Dispongo consigli fatti di fuoco e fiamme, democrazie di coriandoli e cotillon.
Immagina che la foto della tua faccia in questo istante sia quella della tua
tomba, qualche istante dopo. Somma gli istanti, fai un fermo immagine.
Poi immagina di fermarti, di non correre. Perdi anche l'ultimo autobus e vai
a piedi. Anche se la strada anzichè piana fosse in salita, sino a scalare con
ogni singolo passo un muro indifferente.
Per poi farlo saltare in aria con durezza e futilità.
Sono il bombarolo, venuto al Mondo per l'amore.
Le marce popolari e i popoli in marcia. Migranti. Opposti a qualche idolo che
credo nella fermezza. Costantemente attento nel delirio del desiderio.
Pornografia nel pensiero del clero. Ci lasceremo morire stremati dal sogno.
Sarà più bello lasciarsi andare piangendo, in fiumi di cristallo che cadranno
in mille pezzi. Piccoli e taglienti.
Sono il bombarolo, venuto al Mondo per far volare le coscienze.
Fissa bene il monitor, può esser l'ultima immagine.

giovedì, febbraio 10, 2011

Un post da divano. Stanco.

Dentro il divano col mondo fuori, il soffitto in testa e puzza di piedi a pochi
passi da te. Scarpe usate con cui ho perso i passi fatti sui passi di chi già
ci aveva camminato sopra. Alla fine si finisce sempre con il culo per terra
per la gioia, per la contentezza. Sentirsi sempre sconfitti è molto meglio che
vincere qualche partita senza senso.
Perchè alla fine ci si ricorderà solo dei primi e di chi non ha mai vinto.
Sporchi, sudati, belli e mal odoranti.
Un pensiero promozionale che definisce il confine tra il divano e il resto della
casa, filo diretto con il bagno. Bisogno primari, sogni lontani.
Starei seduto tutto il giorno con le chiappe al vento su quel trono in ceramica
e plastica, senza pensare, fissando un muro. Senza mangiare, dimagrendo.
In certi contesti non c'è niente di necessario e tutto è dovuto, persino la
possibilità di esser sconfitti resta arenata.
Invertendo la tendenza nell'ubriacarsi da soli, con il divano e qualche vecchio
pensiero preso in saldo e ormai in scadenza. Nella testa un grande mare, un
piccolo inverno, un temporale.
Il lampo viene e poi va via, che spaventa gli uccelli.
Venire senza godere nel rispetto del nostro odore, del sudore. Lacrime di
sconfitte scese da occhi persi nel vuoto. C'è sempre qualcosa di peggio
rispetto al proprio caso. E' la casistica del peggio.
Tempo perso a capire perchè ci sono incontri inaspettati e sorrisi stampati
in faccia a schiaffi, perchè si pensa che sorridere porti bene.
Serenità, chi vivrà vedrà e chi no forse farà un salto nel vuoto, pensato,
goduto, voluto. Onanismi di getto, un getto pensato.
Perchè perdere ha un senso nel dar valore alla vittoria.
C'è chi gode con le coppe, medaglie e soldi e chi invece prova gusto nel far
tutto senza senso, pagando a caro prezzo il proprio peso.
Il peso dell'insuccesso.
Come quello che ho detto qui. Niente. Un niente che però hai letto, forse
perdendo tempo, forse no.
Ma devi ammetterlo, se non ti è piaciuto ho vinto io.

venerdì, febbraio 04, 2011

Cartolina da un paese in rivolta

Cartolina dalla parte sbagliata della barricata spedita da una mano mozzata di un corpo che grida di fame e vendetta.
Arrampicato dietro alla barricata del nome improprio della libertà, Democrazia, spingo nel vento una foto di un gruppo di giovani con uno straccio verde al braccio. Non riconoscerai in loro nati nel bresciano, varesotti bigotti o pezzi di veneto andato a male. E' un verde diverso.
E' un esercito di speranza contro l'oppressione. La cartolina è sporca di sangue, ha un alone giallo dato da lacrime e saliva, ha l'odore del sudore.
Quello che molti chiamano puzza e noi chiamiamo "il profumo della fatica".
La cartolina dice "saluti da" un posto lontano, che non esiste o non immagini, a poche ore di volo dal divano di casa.
Un fiume incolore che grida dal basso per fame, per amore e mancanza di lavoro. Forse solo perchè è finita l'acqua per bagnare il proprio orticello. Quello che oggi non ti fa scendere in piazza a protestare, ma ti tiene impegnati i fine settimana e ti permette di girarti dall'altra parte quando l'indignazione è troppa e troppo forte è la paura di cambiare.
Cartoline senza mare, solo polvere e saliva. Dai paesi "arretrati" dove è nata la cultura bagnati dallo stesso mare della tua infanzia, coi bambini che gettano le pietre insieme a vecchi e donne in lacrime. A volte la sola cosa che riusciamo a fare è ridere. Credendo di essere nel giusto, protetti da Dio.
Ma anche al tempo di Dio ci si masturbava senza perdere la vista e il suo corpo divenne pane per la speranza di pochi. Ma senza religioni e senza dei pagani le cartoline viaggiano con foto, con video, con la rete e i suoi diversi colori.
Ora sono verdi, ora non ne hanno, mentre il grigio sta colorando i miei capelli e domani potrei non alzarmi dal mio letto.
Dove un proiettile solo a volte riduce i tempi per le conseguenze del quotidiano, fame e sporco, disoccupazione e ignoranza.
Prendo in mano una cartolina da un paese che conosco, l'immagine sta cambiando, ma non in bene. Si alza la polvere, crescono le grida, ma tutto è come congelato. Fermo immagine da un paese in crisi. L'unica cosa che non cambia sono gli orticelli che abbiamo in casa e non vogliamo cambiare. Promozione onanistica dello stare bene.
Cartoline da un paese in rivolta, cartoline dalla speranza.