tag:blogger.com,1999:blog-122047062024-03-07T08:46:08.503+01:00kRepa'S KorNeRkrepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.comBlogger728125tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-83477524175350107182015-01-09T15:12:00.003+01:002015-01-09T15:21:07.454+01:00una semplice vitaio non sono una persona acculturata. sono mediamente ignorante.<br />
mi informo ogni tanto, ma per pigrizia non lo faccio spesso. forse, ma sottolineo il forse perchè non mi interesso particolarmente di ciò che fa la media delle persone, lo faccio un pò più della massa.<br />
non sono neppure una persona buona, sono cinico e a volte egoista.<br />
mi appassiono però delle vite altrui, raccontate o lette però, non spiate sui social. mi piace, se posso e se sono in grado di farlo, aiutare le persone cui voglio bene. non sono altruista però, ma è una forma di egoismo da condividere.<br />
dico queste cose perchè non voglio farmi parte di chi si sente qualcosa o qualcuno in questi giorni.<br />
io voglio semplicemente una vita tranquilla.<br />
che non è una vita disinteressata o appagata, non è una vita sedentaria o una vita monotona.<br />
assolutamente. la mia tranquillità passa dal dinamismo, dall'interesse, dalla curiosità per ciò che ho intorno, da ciò che è a contatto con me.<br />
una vita tranquilla passa dalla conoscenza di chi mi è accanto (che non sempre può essere totale), dall'affrontare col dialogo i problemi o dal non scappare di fronte alle vere necessità.<br />
in questi giorni siamo tutti qualcun altro, ci sentiamo parte di un moto di solidarietà pro qualcosa, contro qualcuno.<br />
io non sono cattolico, non sono un conoscitore delle religione e tantomeno posso definire cosa sia l'Islam o il Cristianesimo. ho studiato Mediazione Interculturale per passione e non per caso, mi sono sempre interessato di politiche internazionali e nazionali, di terrorismi (più nazionali) e parzialmente di integralismo, ma non sono un esperto però e non parlo di questo.<br />
non mi permetto di dare giudizi a niente e nessuno e non ho soluzioni socio/politiche a questo problema. ho una mia opinione, banale e diffusa, che gli integralismi siano sbagliati.<br />
di ogni tipo, da quello religioso a quello politico, alimentare, culturale. tutti.<br />
penso solo che non ci siano differenze di alcun tipo tra ciò che avviene a Parigi o nella via accanto a casa rispetto a ciò che sta avvenendo o è avvenuto in Ucraina, in Nigeria, in Palestina, in Turchia.<br />
non ho tesi complottiste, ma le leggo quasi tutte, e non ho tesi filo occidentali, ma le ascolto quasi tutte.<br />
io voglio semplicemente una vita tranquilla.<br />
per questo vi invito a una cosa.<br />
anzichè scandalizzarci, invece di mettere immagini o scrivere frasi con bellissimi hastag, invece di essere contro qualcosa o qualcuno, al posto di credervi qualcuno chiusi nel proprio profilo su un social network e fare azioni inutili, che non servono a un cazzo, proviamo a essere più umili e umani.<br />
facciamo un passo indietro e proviamo a conoscere chi ci sta attorno.<br />
non parlo solo di fondamentalisti. facciamo un passo indietro su tutto.<br />
torniamo a lasciare da parte costruzioni e piattaforme virtuali, sogni commerciali e volontà di avere sempre di più.<br />
torniamo a parlare a voce, a leggere molto di più cercando di capire cosa spinge gli altri a fare un gesto estremo. questo esercizio iniziamo a farlo nella vita di tutti i giorni, nel litigio al semaforo, alla coda in posta o col partner.<br />
non dico di non litigare, proviamo a capirci. rieduchiamoci al contatto.<br />
arriveremmo a comprendere meglio l'omosessualità, le ideologie, le culture. forse.<br />
forse aumenteremmo il nostro livello di letture o ascolto musicale, il numero di film.<br />
le persone conosciute grazie al dialogo vero. non i social, non le chat. quelli usiamoli per diffondere, per far conoscere.<br />
<br />
questo invito non risolve le questioni internazionali, non riporta in vita i morti che questi conflitti stanno generando. ma forse ci porta a capire meglio il motivo e spostare l'obiettivo non solo sulla religione ma su interessi differenti.<br />
<br />
non è un invito da santone. come detto sono impuro, ma credo in ciò che ho detto e ci provo e questi avvenimenti mi fanno capire sempre più che ciò che serve sia questo.<br />
le idee e le opinione ci devono essere, bisogna lottare per esse ed essere pronti a cambiarle di fronte a fatti o idee altrui più corrette. ascoltare e capire anche se non d'accordo. non chiudersi ma aprirsi.<br />
solo questo e solo perchè io voglio semplicemente una vita tranquilla.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-58826474834661694902013-06-05T12:40:00.001+02:002013-06-05T12:40:16.867+02:00Contare al contrario mi riesce facile davanti allo specchioLa delusione di contare partendo da 10 al contrario, e non vedere cambiare le cose.<br />
Quella che lasci nelle persone che incontri per strada e anche dopo anni ti lasciano solo<br />
il ricordo di un saluto. Lo sguardo perso di un ragazzo di fronte alle emozioni, il non<br />
aver mai abbracciato mio padre dicendo ti voglio bene.<br />
Sapere che tra qualche anno ripenserò a quelle due o tre cose che ricorderò di questi anni<br />
e con rimpianto mi dirò quanto son stato coglione e poi gettando via tutti i ritagli degli<br />
oroscopi che ho accumulato in questi anni, tutti i sogni nel cassetto e le troiate che mi<br />
son sentito dire, capirò che forse la colpa è sopratutto mia.<br />
La speranza in un conto alla rovescia, ecco cosa è la vita.<br />
Aspettare che qualcosa cambi andando verso la fine, che un figlio possa cambiare le cose,<br />
che un amore le migliori, che un lavoro le stabilizzi.<br />
Addirittura sperare che alcol o polveri magiche ti migliori il tempo. <br />
Ma poi la speranza finisce, come quando scarti l'ovetto di cioccolato e dentro invece del<br />
pupazzetto c'è un giochino di merda. Inutile quanto quei pomeriggi al parco a parlare di fica,<br />
rock e calcio invece di studiare.<br />
Potessi tornare indietro a quei pomeriggi pagherei oro oppure darei i pochi capelli che ho,<br />
qualche libro e il televisore.<br />
Quando superi la prima metà e dal 6 passi al cinque, sai bene che potresti bruciare il desiderio.<br />
Sei non sei troppo coglione cominci a darti alternative e se sei troppo illuso continui nella speranza.<br />
Il numero di coglioni che ce l'hanno fatta è altissimo e tutti gli altri si sono suicidati, perchè<br />
se speri troppo e hai troppa passione tornare indietro non è possibile. Troppi ricordi, troppe<br />
figure in bianco e nero e quei sogni un giorno colorati si ripresentano come scheletri<br />
nell'armadio. Fantasmi di sogni passati come conti da pagare, debiti col tuo Io.<br />
Superata la metà tutto è più veloce, come una strada di ritorno dopo una bella serata piena.<br />
Gli occhi cominciano a riempirsi di lacrime perchè hai paura di non trovare ciò che<br />
speravi e forse ti rendi conto che lasciare ciò che hai è altrettanto doloroso. Ripensi ai<br />
pesci rossi, ai tuoi libri o ai fatti tuoi e tutto sembra migliore di quel che è.<br />
Attaccato a discorsi inutili che potrebbero salvare il Mondo, perlomeno il tuo o quello del tuo<br />
vicino di casa, ti lasci andare e vai verso la fine. Chissà cosa sarà poi questa fine.<br />
La fine di cosa, di chi.<br />
Non ricordo più il motivo di questo conto alla rovescia, ma so che era per passare il tempo o per riempire un vuoto, come molti pensano di fare quando giudicano gli errori o i fatti altrui.<br />
Un ego si può nutrire in più modi, io gli offro un altro caffè poi prendo la bici e inizio a contare.<br />
<br /><div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-1461241503675380122013-05-25T19:52:00.001+02:002013-05-25T19:53:16.059+02:00Strada di casaVivo di personaggi a caso e senza che me lo chiedano prendo da loro spunti casuali.<br />
Non faccio la spesa da molto tempo e mi nutro di quello. Spunti a caso. <br />
Però la domanda torna assillante e dove stai andando nella strada verso casa lo<br />
scopri solo semaforo dopo semaforo. Dimentichi la password del tuo telefonino,<br />
il nome del tuo vicino. Come cazzo si fa a entrare in questo blog, non mi ricordo<br />
più, ma so bene che tutto è fatto così perchè non ci fidiamo più.<br />
Non tanto degli altri, ma di noi stessi.<br />
Devo ricordarmi la strada e non pensare a qualcos'altro, ai fantasmi nella testa o<br />
ai ricordi di giornate passate. Devo pensare alla strada e non perdere tempo<br />
a lamentarmi del nulla, di ciò che non ho, del fatto che era da ieri che non<br />
vivevo una giornata così di merda.<br />
Perchè svegliarsi sempre con la stessa donna al proprio fianco non è sempre bello,<br />
lo diceva mio nonno, che diceva anche che l'incoerenza non si sposa con la<br />
saggezza e il buon vino porta consiglio.<br />
Ma puzzo sempre di alcol e invecchio male. Cinico e distorto o uno stronzo,<br />
vestito bene o scarpe bucate da una lunga passeggiata. Pensavo che la vita la si<br />
vedesse del colore dei propri occhi, quasi come avessimo un filtro che ci fa<br />
vedere tutto bene o male. Ma non è così e sopratutto gli occhi non cambiano<br />
colore, cambia colore il cielo, cambiano colore le mutande, cambia colore la<br />
consistenza di quello che si fa...e il bianco fa male. Anche se bevuto freddo<br />
come aperitivo.<br />
A tal proposito, in questo bar mi fermo sempre a bere il caffè, anzi meglio dire<br />
i caffè e comunque se riconosco il bar vuol dire che sono sulla strada giusta<br />
per casa mia. Che non è quella giusta nella vita, non sempre.<br />
Ma è quella dove posso dire che qualcosa è mio, nascondendomi sotto le coperte<br />
e guardando fuori dalla finestra pensando che nessuno mi possa vedere.<br />
Ma nessuno vuole farlo in queste condizioni.<br />
Non trovo il portone, ma dove cazzo sto andando non lo so.<br />
La confusione la vedo ma mi sento estraneo, cerco appigli provando ad andare a<br />
galla, ma forse quelli sono pesci rossi dentro una vasca tonda.<br />
Una vita limitata, ma basta non dirglielo. Appena arrivo a casa, se trovo la<br />
mia strada o il portone o anche solo uno stronzissimo vicino di casa, mi metto<br />
a bere fino a domani, fino a quando potrò dire che anche oggi è stata una<br />
giornata del cazzo, quasi come ieri.<br />
<br /><div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-34488484081934929842013-04-24T15:33:00.001+02:002013-04-24T15:33:35.363+02:00non finirò in terra, nè in cielo e tantomeno in acquaUna goccia d'acqua fa presto a cadere e non lasciare nulla. Evapora e torna libera,<br />
senza nulla da dire e senza nulla da dare.<br />
Una goccia d'acqua come milioni di persone, come auto in tangenziale, come<br />
matrimoni finiti presto, come canzoni d'amore in tempo di guerra, come guerra in<br />
tempo di crisi.<br />
Una goccia può avere mille intenzioni, motivazioni.<br />
Può desiderare di evaporare subito e ricominciare da capo. Vapore, acqua, pioggia,<br />
goccia, vapore...e via all'infinito.<br />
Può volersi unire a uno tsunami e spazzare via tutto quello che trova, forza incoerente<br />
e incontrastata nel mare dell'indifferenza.<br />
Può essere parte di un progetto, in una pozza d'acqua dove altre gocce unite formano<br />
qualcosa. Ha il dramma di arrivare ostinatamente a volere qualcosa e poi dimenticarlo,<br />
vuoi per la caduta, vuoi perchè le altre gocce non seguono il suo percorso. Liberarsi da<br />
tutto e non voler evaporare.<br />
Perchè non sempre vuole evaporare e ricominciare e non sempre ha la forza per farlo.<br />
Una goccia d'acqua ha mille attenuanti e un solo destino, il suo, col rischio che sia il suo<br />
destino a evaporare. Quello che desiderava e forse addirittura sognava.<br />
Un mare, un lavandino, una pozza. Un boccia per inutili pesci rossi. Ma un qualcosa dove<br />
dire la sua senza entrare in un bicchiere d'acqua pisciato via, nel getto di una doccia<br />
rinfrescante o nel getto di un rubinetto che va via.<br />
Via nel gorgo di un nulla, di gioco d'acqua perchè si ha caldo. Dell'indifferenza.<br />
La goccia d'acqua è inutile, lo sappiamo tutti, come sono inutili i propositi di inizio anno e<br />
i "ti amo" detti per dire. Le persone con gli ideali e gli ideali senza le persone.<br />
Perchè la paura non sta nel volare, nello scendere acqua o salire vapore. Sta nel senso di<br />
sconforto nel finire come non si vuole, nell'annegare nel proprio essere, nel fatto che pochi<br />
ti possano capire e lo fai per loro. Che a volte sogni di morire anzichè evaporare.<br />
Una goccia può posarsi anche su un viso e sembrare una lacrima, può ma non lo è.<br />Una goccia non è nulla ed è la prima a saperlo, si guarda bene dal giudizio altrui, ma nella<br />
sua dignità sta attenta al sole per non finire presto, troppo presto.<br />
In fin dei conti una goccia lo sa, la fine più probabile è in un cesso in un getto di piscio e non<br />
se ne dispiace se almeno prima ha provato ad essere pozza o ad esser mare o ad esser morta.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-69914616495780978452013-02-27T00:56:00.000+01:002013-02-27T11:36:37.272+01:00SolitudineNon scrivevo da tanto perchè non avevo nulla da dire.<br />
Anche ora non ho molto da dire, ma non ho nessuno con cui parlare. Difficile descrivere<br />
le sensazioni e ancor più difficile far comprendere lo stato.<br />
Ho trentadue anni, non sono pochi e non sono tanti. La cosa che fa più rabbia è quel senso<br />
di impotenza quando cerchi di fare. Mi spiego. Ci provo.<br />
Non sono triste, sono ancora conscio che nei miei trentadue anni ho fatto cose giuste e<br />
combattuto le mie battaglie. Sono uno che si appassiona, che sa piangere e sa sudare,<br />
che sa combattere e sa perdere. L'ho fatto come potevo e lo farò come potrò.<br />
Non voglio pensare a come o dove ma lo farò. Lo faccio per le mie idee, con il mio progetto<br />
e con le mie azioni. Lo faccio essendo considerato da molti un perditempo e un coglione.<br />
Lo faccio vedendo negli occhi di molti la preoccupazione per il mio futuro, per ciò che sarò.<br />
Mi vedo anche io tra 5 anni senza nulla, è il mio incubo ricorrente tutte le sere prima di<br />
andare a letto, prima di chiudere gli occhi, anche quando bevo.<br />
E' la prima motivazione per cui mi alzo al mattino e spero di non darla vinta a me. Alle mie<br />
ansie e alle mie paure. Lo faccio credendo in ciò che faccio e prendendomi delle scelte che<br />
forse tra non molto rimpiangerò.<br />
Lo faccio senza lamentarmi e chiedere aiuto. Lo faccio.<br />
Ma è sempre difficile farlo quando intorno a te vedi tronfare il nulla. Quando capisci che gli<br />
sforzi sono inutili, che il banale vince sul pensiero.<br />
Non mi riferisco solo alle elezioni, ma hanno influito. Credere in un cambiamento poi<br />
fallito porta per forza allo stordimento.<br />
Questo è, così mi sento. Stordito per come sono, per ciò che faccio, per ciò che ho fatto.<br />
Ho trentadue anni e alla mia età mio padre era da poco padre. Io è meglio che lascio perdere<br />
il capitolo, ma diciamo che ho fallito. Il rischio di fallire è proprio dietro ogni angolo.<br />
Non voglio avere le paure di mio padre e mio nonno, non voglio aver timori. Mi hanno<br />
dato molto, voglio dare tutto. Per cosa non lo so. Non credo più, ne sono quasi certo che il<br />
mio futuro sarà di esser padre. Lo credevo, non lo penso più.<br />
Quali certezze posso dare, che certezze possiamo dare.<br />
La sensazione oggi è di essere solo, non è un status ne un motto. Una sensazione.<br />
Pur avendo gente attorno, pur condividendo molto.<br />
Solo in mezzo agli altri. Andrò a letto con le mie paure, penserò alla mia instabilità,<br />
al mio non lavoro, ai miei sogni. Mi dirò che devo crescere. Mi risponderò che ho più coglioni<br />
io di molti altri. Mi riderò in faccia e mi alzerò ancora più voglioso.<br />
Lasciatemi sfogare questo mio stato con me stesso. Solo.<br />
Perchè solo si può essere anche in mezzo a mille altri come te.<br />
L'importante è non perder mai la speranza che un giorno anche solo un progetto dei<br />
mille pensati trovi concretezza. Mi basterebbe.<br />
<br />
Scusate tutte queste parole, alcuni le troveranno melense altri diranno che lo faccio per<br />
farmi bello. I pochi che mi conoscono, molti dei quali non leggono questo blog , sanno<br />
che son sincero.<br />
Ho trentadue anni e spesso ho paura. Prima di andare a letto, quando guardo il mio conto<br />
in banca, quando mi faccio la barba.<br />
Domani mi sveglierò e mi maledirò i miei pensieri.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-3593693177191487342013-01-16T01:16:00.002+01:002013-01-16T01:16:55.029+01:00Io non sono Dicembre<div class="_1x1">
<div class="userContentWrapper">
<div class="_wk">
<span class="userContent">Dicembre era un miraggio, passato presente e futuro. Venne dentro senza nemmeno</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">chiedere il permesso, forte del lavoro fatto. Accartocciato e gettato.</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">Dell'esperienza passata teneva il ricordo e la consapevolezza, ma ricercava con ansia</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">fuori da se stesso ciò che poteva essere il suo bene. Un bene effimero, un bene che </span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">non era star sereno con se stesso. </span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">Dicembre aveva ansia di avere pace e la cercava con la guerra.</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">La sete di tranquillità sfogata in boccali di birra, come se nulla fosse e come se</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">tutto fosse normale. Sete di vita e fame di morte.</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">Non dormire, non mangiare, bere. Non amare, non provare, odiare.</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">Tutte le vie del futile e del facile erano il modo migliore per toccare l'utile. La </span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">sensazione di forza riempiva le pieghe del viso di Dicembre, in ogni suo posa e </span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">in ogni suo foto. Distruggere era la sola azione a quel costruire in cui nei mesi </span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">precedenti si era forgiato e migliorato.</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">Dicembre distrusse novembre e ottobre, scavalcò l'estate e tornò a marzo.</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">Pensieri di forza, ricerche forzate. L'ansia di cercare qualcosa fuori.</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">Desiderare la fine per non avere nuovi inizi. Dicembre si guardò allo specchio,</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">era giunto alla fine dei suoi giorni e alla fine del suo esistere. Poteva solo peggiorare</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">o trovare l'interruttore per riaccendere la luce.</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">Fu lì che ci fu luce come di colpo o per fortuna, anche se di certo era solo</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">volontà. Quella voglia di tornare ad essere come era, non Dicembre. </span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">Ripercorrendo piccoli passi, ignorando chi non ti è vicino. Ignorando cosa e chi può </span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">essere ansia, per trovare dentro sè cosa manca. </span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">Provare odio, amore, paura, dolore, gioia. Tornare a sorridere per un gioco, meravigliarsi</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">per la mano di un bambino, calmarsi per un corso d'acqua e incazzarsi se le cose non </span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">vanno. Emozionandosi ancora. Piangere e ridere.<br />
Prendendo il proprio IO debole e facendolo crescere come un bambino,
senza </span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">andargli contro ma educandolo, consigliandolo come un amico. </span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">Dove sia andato Dicembre non si sa. Si sa solo che dopo un pianto innaturale di lui</span></div>
<div class="_wk">
<span class="userContent">non si hanno più tracce. Almeno per ora. </span></div>
</div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-32709646299343685492012-12-31T16:32:00.002+01:002012-12-31T16:56:46.353+01:00Il colpo di teatro<!--[if gte mso 9]><xml>
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<div class="MsoNormal">
L'inizio peggiore è parlar di storie vere. Allora dirò che
la storia l'ho inventata</div>
<div class="MsoNormal">
da un racconto sentito per caso in un bar. Non uno di quelli
belli, con le luci </div>
<div class="MsoNormal">
colorate che tanto piacciono a quelli perbene. Non un bar da
happy hour, no.</div>
<div class="MsoNormal">
Uno di quei bar di quartiere, con la polvere e la gente
sdentata, i ricordi e le </div>
<div class="MsoNormal">
canzoni di Gaber e Jannacci in sottofondo. </div>
<div class="MsoNormal">
Per dare un peso alle mie parole e al mio star male scriverò
indossando la mia </div>
<div class="MsoNormal">
giacca migliore, una camicia bianca appena stirata e
cambierò anche le mutande.</div>
<div class="MsoNormal">
Lo specchio mi renderà la migliore immagine che ho, quella
che ho sempre </div>
<div class="MsoNormal">
cercato di donare agli sguardi dolci e pieni d'amore della
mia mamma. </div>
<div class="MsoNormal">
Lo farò per la sollenità e il l'importanza che hanno gli
ultimi.</div>
<div class="MsoNormal">
Sotto il ponte aspetteremo la dolce vergine passare, nuda e
sbigottita tra le </div>
<div class="MsoNormal">
fredde onde e le nostre risate consapevoli. Fermi a guardare
le onde che </div>
<div class="MsoNormal">
compiono il loro dovere senza pensare alla storia e ai
sentimenti della trasportata. </div>
<div class="MsoNormal">
Eliminare le nostre passioni e formare i nostri retaggi.</div>
<div class="MsoNormal">
Sdraiati sotto il ponte abbracceremo cuscini e penseremo
distratti al vecchio</div>
<div class="MsoNormal">
pagliaccio. Non al clown imbellettato della televisione e
poi a lui non piacevano </div>
<div class="MsoNormal">
le parole straniere. Non invecchierò per esibire i ricordi
del mio passato come </div>
<div class="MsoNormal">
medaglie, diceva sempre, sono un pagliaccio e come tale
dovrò scomparire. </div>
<div class="MsoNormal">
Un colpo di teatro, un appuntamento fissato cui non
parteciperò e poi via, </div>
<div class="MsoNormal">
così come son venuto. In fondo me ne andrò senza trucco, la
maschera che </div>
<div class="MsoNormal">
avete sempre conosciuto sarà impressa nelle mie parole, le
mie risate e i </div>
<div class="MsoNormal">
miei ricordi. Non so dove le ho comprare, in quale mercato
le ho scovate ma </div>
<div class="MsoNormal">
son certo che eran mie come il diritto di lasciare tutto nel
momento in cui non </div>
<div class="MsoNormal">
lo sento più mio. </div>
<div class="MsoNormal">
Tornerete a casa soddisfatti per l'ultima risata che vi ho
fatto fare, l'ultimo sospiro </div>
<div class="MsoNormal">
prima di tornare alla sensazione che già conoscete. Diversa
dal mio vuoto, </div>
<div class="MsoNormal">
differente dalle mie ansie. Perchè sono un pagliaccio, non
un clown. </div>
<div class="MsoNormal">
Uno che spende i pochi soldi per colmare i vuoti culturali
del suo essere e </div>
<div class="MsoNormal">
sbuccia cipolle solo perchè almeno può piangere senza dare
nell'occhio.</div>
<div class="MsoNormal">
Quell'occhio che lo vuol vedere sempre sorridente, perchè è
il pagliaccio.</div>
<div class="MsoNormal">
Un colpo di teatro può toglier di mezzo il teatrante, ma il
pagliaccio è un </div>
<div class="MsoNormal">
artista e allora il colpo è d'arte.</div>
<div class="MsoNormal">
Sarò in quel posto a quell'ora e sarà meglio del solito,
perchè saran ricordi.</div>
<div class="MsoNormal">
Fu così che disse il pagliaccio senza trucco e sorriso,
senza maschera e vestito.</div>
<div class="MsoNormal">
Lasciò gli altri così, sulla riva del fiume sotto il ponte in
cui li rese la condizione </div>
<div class="MsoNormal">
passata. Togliendo la camicia pulita, senza nulla addosso,
un ultimo sorso al </div>
<div class="MsoNormal">
bicchierino di bianco e poi via. Ci rivedremo forse, prima o
poi.</div>
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</div>
Farà piacere anche un mazzo di rose o una pacca sulle spalle al vincitore della gara o<br />alla fine dello spettacolo. Vanno osannati i primi ma anche all'ultimo non lo si lascia<br />andare via a mani vuote.<br />Una fetta di salame, un pezzo di pane. Non avendo mogli ubriache è anche più facile <br />avere sempre la botte piena per un bicchiere di vino. Anche se sei astemio.<br />Io non bevo mai per piacere o diletto, lo faccio solo per sete e per dormire la sera.<br />Però non voglio bere solo, ma soltanto in mezzo a una folla che mi applaude.<br />Perchè son primo o più facilmente perchè sono arrivato ultimo, ma mi sono impegnato<br />ed ero anche quello vestito meglio. Bravo bimbo, "sorridi a mamma".<br />Alla fine è tutta questione di merito, anche il demerito è qualcosa che ti devi guadagnare,<br />come il rispetto, i soldi per il divano, la gita in barca dentro casa quando la lavatrice<br />butta acqua da tutti i buchi. Quando fuori piove non avere l'ombrello non è<br />un atteggiamento ma è attitudine.<br />Non basta l'abito a fare il monaco e non serve un giubbotto di pelle per essere un rocker<br />e spaventare le vecchie per strada. Serve la testa, serve il cuore.<br />Serve sentire come sta un'altra persona anche soltanto guardando gli occhi tristi mentre<br />ride fino a piangere. Perchè piangere a volte è come prendere a schiaffi i propri fantasmi,<br />ma piangere non è facile, lo fanno solo gli uomini veri.<br />Io voglio fare qualcosa di utile, anche nel sognare o nell'arrivare ultimo. Magari anche<br />nel non arrivare, perchè mi son fermato a un bar a giocare a scopa coi vecchi o ai bordi del<br />Naviglio ad aspettare che passi il mio cadavere, contando le stelle e ricominciando quando<br />perdo il conto.<br />Io voglio essere venerato tra tutti gli scrittori di blog inutili e gli inutili, fottuti<br />schiacciatori di tasti da twetter, tra cacciatori di pensieri e taggatori anonimi di foto senza<br />senso. Voglio che mi venga riconosciuta la mia stazza, voglio che quando passo mi si saluti<br />come quando nei paesini passava il maestro della scuola elementare.<br />Voglio che si adori chi ha il coraggio di scrivere, di cantare, di pensare, di mandare un<br />
messaggio di troppo e dire come stanno le cose.<br />Un giorno, tanto tempo fa, pensavo ce l'avrei fatta. Ora dico solo che vorrei essere adorato.<br />Voglio e non vorrei.<br />Non mi bastano mazzi di rose, conigli pelosi di peluche e cenni con le mani. Gente che scrive
solo documenti destinati a non essere letti e ad ingiallirsi non può e non deve più
scherzarci sopra. Non glielo permetterò più fosse anche l'ultima cosa che farò prima
di fare colazione. Io voglio l'adorazione del non essere famoso, del non essere
bello, dell'essere sempre e comunque qualcosa di fuori posto. <br />Ma di presente ragionato e valutato.<br />Non sono impazzito, non è lo sclero di un matto, a meno che per matto non si intenda<br />
qualcuno che fa cose che altri non farebbero, non rischierebbero. Mi son sempre piaciute le cose<br />
vere anche se sbagliate, un pianto vero a un finto sorriso. Un vero amico a profili inventati.<br />
Non importa quello che tu dici di me o come consideri ciò che scrivo. Importa che io lo faccia e <br />che voglio essere adorato perchè lo faccio. <div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-5652848694637790292012-11-28T13:48:00.002+01:002012-11-28T13:51:12.081+01:00Nel dubbio è giusto che io sappia che la deriva depressiva del mondo postmoderno non mi piace Non mi piace sentirmi di troppo del tipo "sai c'è anche un mio amico, sai che dici usciamo, sai che pensi ti va di aggiungerti", non capisco i romanzi d'amore e i fotoromanzi. Aspetto sempre che si spoglino e scopino e alla fine non succede. Si baciano in riva al mare, anche se è inverno e siamo a Milano o Cologno Monzese.<br />
Non mi piace sentirmi un peso per casa mia, che non è abituata a me e alle mie bestemmie libera mente. Son due giorni che l'occhio sinistro a tratti non funziona. Mi taglio i baffi ma non funziona a farlo passare. Ieri Alessandro mi diceva che il fatto che non riusciamo a digerire è dato dal nervosismo interiore. Io gli ho risposto che vomito anche per una mela mangiata a metà pomeriggio e anche se sono a digiuno dal mattino. Mangio male e poco. Bevo male e poco. Alla fine la soluzione gliel'ho data. La gioia non va più di moda.<br />
Ma lui dice "di quale essenza siamo schiavi?", ma non è l'essenza è che si è senza.<br />
Cosa non lo so. Però non mi piace.<br />
Cammino anche per andare in bagno, facendo due volte la strada che divide il divano dal cesso senza senso avanti e indietro. Sarebbe bello vivere in una casa non mia per consumare il pavimento altrui. E comunque il riscaldamento ancora non lo accendo.<br />
Sai non mi piace pensare che negli Stati Uniti sono migliaia quelli sotto i trentacinque anni che vivono per strada. Non mi piace anche perchè Milano non è Roma e non ci sono tanti ponti, sopratutto in centro, non amo la periferia.<br />
La periferia non mi piace, i margini mentali mi piacciono.<br />
Nel dubbio non mi piace sentirmi inutile, è giusto tu lo sappia prima di sentirmi dire "che ora è?" solo per darmi qualcosa da fare. Non mi piacciono gli orologi e gli ombrelli.<br />
Non mi piace la moda. Non conosco Gioia. La gioia non va più di moda, ma allora di quale dipendenza siamo schiavi? forse dipende da qualcosa. <br />
Ieri ho preso molta acqua camminando per tornare a casa. Ma non riesco a prendere la febbre o il mal di gola. Nemmeno andando a letto con i capelli bagnati. Non riesco a potermi prendere cura di me.<br />
Non mi piace camminare senza musica perchè non mi piace pensare in serate come ieri sera.<br />
Non mi piace essere bello intelligente e sexy. Ma tanto non è un mio problema.<br />
Ho mangiato una mela da poco per pranzo e non la digerisco. Mi prendo un altro caffè. Doppio. Forse è la soluzione prima di prendere la via per andare da qualche parte. Dove? Non mi piace andare tanto per andare. Non mi piace nemmeno fare le cose tanto per farle. Ma cazzo non mi piace nemmeno la parola pianificazione, mi dà l'idea di capitalismo.<br />
Non mi piace chi vuole entrare in casa mia per benedirla e chi invece entra per entrare. Niente<br />
come la noia può ammazzare una mente fervente, immagina la mia.<br />
Non mi piace il democristiano anche se nuovo e lanciato, ma nemmeno chi dalla "generazione<br />
dei padri" che ci ha rovinato pensa di cambiarmi la vita. Che poi già cambia da sè e non mi piace.<br />
Vado al mare, vado al mare, vado in bici e per pensare.<br />
Non mi piace che avrei bisogno di mio nonno per avere in casa qualcuno con cui parlare su tutto. Donne e calcio, macchine e politica e senza mai arrivare a una conclusione, perchè chiudere un discorso come si chiude una scatola di cartone per poi archiviarlo non serve a nessuno.<br />
Serve a dare certezze a chi ne ha bisogno e me non piacciono troppe certezze. Mi danno sicurezze. Allora vado al mare.<br />
Non mi piace che questo post perchè l'ho scritto per me e non per qualcuno, anzichè parlarmi.<br />
Tu, qualcuno, ogni tanto pensa che magari potresti portarmi a pisciare. Potrei averne bisogno. <div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-6743895327275294432012-11-23T18:21:00.000+01:002012-11-24T19:36:17.433+01:00Per Nessuno è quasinverno<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;"><i>quasinverno </i>é quello spazio vuoto dove tutto é niente, ma è anche freddo e umido. Non si sta </span><br />
<span style="font-size: small;">bene a <i>quasinverno</i>, a meno che non si voglia stare soli, senza parlare, facendo le nuvolette </span><br />
<span style="font-size: small;">ogni volta che si respira un pò più forte. Ogni volta che si sospira. <i>quasinverno </i>è nausea per </span><br />
<span style="font-size: small;">una musica triste, senso di inappartenenza a tutto. A <i>quasinverno </i>si è Nessuno e nessuno è </span><br />
<span style="font-size: small;">mai a <i>quasinverno</i>. Si fa presto a cantare canzoni immaginarie e a sentirsi pieni di vita.</span></div>
<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">Ma il pensiero toglie energia, toglie sicurezza, porta acqua sporca e temporali.</span></div>
<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">La radio vecchia parla di elezioni e dice che tornerà un'altra estate. Paoli lo diceva con </span><br />
<span style="font-size: small;">speranza, ma non ha mai avuto gioia. Quasi come amasse il mare d'inverno. <i>quasinverno</i>. </span></div>
<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">Invasioni immaginarie che invadono la mente, da un emisfero all'altro, dal reale all'involontario.</span></div>
<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">Razionalità contro istinto, finisce in pari e vince Nessuno. Affoga tutto nell'apatia e ruba i </span><br />
<span style="font-size: small;">colori, per venderli sottobanco al mercato nero di <i>quasinverno</i>, quando arriveranno i surfisti </span><br />
<span style="font-size: small;">a solcare il mare dei pensieri di Nessuno. </span><br />
<span style="font-size: small;">Pagine bianche dove le onde alte arrivano fino al margine del foglio. Tsunami di inazioni. </span><br />
<span style="font-size: small;">Ma il colpo di stato mentale è dietro l'angolo, il giorno di redenzione del <i>quasinverno </i>e l'arrivo </span><br />
<span style="font-size: small;">della <i>primavvera</i>. L'elezione dello stato mentale, senza organi ministeriali, ormonali e anali. </span><br />
<span style="font-size: small;">Vincerà qualcuno che avrà sconfitto Nessuno.
Fare primarie tra "come ti senti" "come stai" </span><br />
<span style="font-size: small;">"contro chi vuoi andare" per poi scegliere scheda bianca. Un microchip emozionale incastrato </span><br />
<span style="font-size: small;">al dito medio della mano destra. Nascosto alle telecamere. </span></div>
<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">Quando é <i>quasinverno </i>i dubbi diventano certezze e i difetti altrui son le cose che più invidi.</span></div>
<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">Le persone stupide, l'ignoranza altrui, la calvizie, il fisico perfetto. Tutto sembra diverso a <i>quasinverno</i>. Anche il freddo non è freddo e chi non lo riconosce si chiude in casa, con tazze </span><br />
<span style="font-size: small;">di cioccolata, camini e colpi di vita fumante o polverizzata. </span>
<span style="font-size: small;">Io Nessuno l'ho visto nelle mie </span><br />
<span style="font-size: small;">foto e non volevo riconoscerlo. Infatti lo confendevo con altri volti. </span></div>
<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">Ma nelle vite le stagioni cambiano e a vent'anni quando sorridevi c'era altro in quello sguardo.</span></div>
<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">Chiamala rabbia chiamalo sogno, magari solo furire, ma non ti avevano ancora tolto nulla </span><br />
<span style="font-size: small;">e in quel viso non si vedeva ancora quello che saresti diventato, quel mostro a mille teste </span><br />
<span style="font-size: small;">nella terra di <i>quasinverno </i>che tutti chiamano Nessuno. Che ora pensa di sognare e sogna </span><br />
<span style="font-size: small;">di godere. Pagando in visi belli a cattivo gioco, in serrature inespresse e conti da saldare. </span><br />
<span style="font-size: small;">Senza volerlo sei cambiato e senza far bene o male hai sbagliato. </span></div>
<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">Si sbaglia sempre a <i>quasinverno</i>. Qui è già complicato capire cosa si vuole fare, figuriamoci </span></div>
<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">quanto sia facile fare ciò che si dovrebbe fare. </span></div>
<div style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">Forse fosse uno scrittore, un cantante o un imbianchino Nessuno saprebbe bene come definirsi, magari colorando <i>quasinverno</i>. E' così che i Giusti escono da <i>quasinverno </i>e passano </span><br />
<span style="font-size: small;">a <i>primavvera </i>ed è sempre così che Nessuno vaga per il bianco freddo e umido torpore di <i>quasinverno</i>. </span></div>
<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-23316218138900783832012-11-19T21:03:00.000+01:002012-11-20T11:59:39.507+01:00Quando gli angeli cagano bombe e scorreggiano lacrimogeni<div style="font-family: inherit;">
Non sono sicuro che se avessi un figlio, oggi, mi ringrazierebbe per averlo messo al Mondo. </div>
<div style="font-family: inherit;">
Subito non se ne accorgerebbe, ma poi verrebbe a chiedermi il conto.<br />
Scelta personale o naturale bisogno di far progredire la specie?</div>
<div style="font-family: inherit;">
Ma sopratutto mi chiedo, davanti allo specchio, se questa specie debba evolversi o se non sia<br />
meglio lasciarla estinguere, contribuendo e uccidendo chi la blocca.</div>
<div style="font-family: inherit;">
Penso che il Pianeta verrà salvato soltanto da chi inventerà le armi intelligenti, in grado di<br />
selezionare chi rovina la specie. Senza razze, colori e religioni. Solo guardando la mente.</div>
<div style="font-family: inherit;">
Il Pianeta non verrà salvato da un ambientalista e nemmeno da un santone di colore.</div>
<div style="font-family: inherit;">
Il sole, la pioggia. Il giallo regala gioia e abbronza i corpi, permettendo un valido motivo per spogliarci dalle nostra paure. Ma secca la terra e brucia i fiori, mette sete e acuisce i dubbi. L'acqua nutre i frutti e le verdure, disseta e rinfresca quando il caldo ci riduce a terra, ma rattrista i nostri cuori perchè l'ombrello non piace a nessuno.</div>
<div style="font-family: inherit;">
Per cui non servono diserbanti e ombrelloni, mantelle e occhiali da sole.</div>
<div style="font-family: inherit;">
Sarà la morte delle menti inutili a portarci alla salvezza. La Morte.</div>
<div style="font-family: inherit;">
Tutto sarebbe facile se non ci fosse il bisogno di iniziare.
Tutto sta a iniziar le cose, anche a caso e anche senza senso, poi tutto viene e acquista la sua linea naturale. Anche se a un passo dal traguardo ti sei perso e non trovi più la strada, anche se arrivi ultimo e conta solo vincere.</div>
<div style="font-family: inherit;">
Come una giostra e la ragazza che ci crebbe sopra, senza mai uscirne. Nella trappola del suo luogo preferito, giocava con la morte credendosi immortale. Ma anche prendendo sempre la coda di volpe che fa vincere il giro successivo, anche non scendendo mai, prima o poi la Morte si innamorarebbe anche di lei. Portandola via. Perdendo la gara con la Morte, senza averla mai giocata.</div>
Vorrei perdere ogni giorno nella gara delle decisioni, per i miei ideali inesistenti, a testa alta. Diceva il ragazzino che non prendeva mai la coda di volpe. Ma forse le giostre non esistono e ci sono solo nelle favole. Ma le favole esistono solo se sai vederle la prima volta che te le raccontano, poi si trasformano in cose già
sentit<span style="font-family: inherit;">e, che </span>hanno immaginato menti non più vergini. Che hanno perso la poesia, come i vecchi che hanno visto tutto e non si meravigliano di niente, fermi sulle loro sedie al tavolino del bar, con le stesse carte in mano da vent'anni.<br />
Gli stessi vecchi che oggi riempiono le banchine dei mezzi pubblici, usate come luogo di ritrovo per scambiare ricordi e pensieri. La
"favola pensione" non gli permette neppure due bicchieri di vino al solito bar, con il solito tavolino.<br />
Un certo disagio a volte porta a credere in Dio, chiunque esso sia. Il mio porta al vino. Prosit.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-79315460216249636932012-11-06T17:12:00.000+01:002012-11-24T19:37:42.638+01:00Il primo incubo della notte non si scorda maiMi chiamo S e ho trentuno anni di cui parte passati in compagnia e un'altra parte solo.<br />
Per un pezzo di questi anni sono stato seduto, per un altro in coda in posta, al supermercato, allo stadio, in autostrada o al semaforo, dal medico. Una parte l'ho passata ad attendere un autobus e molto di più l'ho passato a camminare o a correre, che restare fermo mi fa paura.<br />
Ho trascorso un pezzo dei trentuno anni a letto, a mangiare, a cagare e farmi una doccia. Molto tempo l'ho dedicato a me, altro ad ascoltare le cazzate degli altri e a far sentire le mie, a lavorare o a provare a farlo, a studiare e a leggere. Nel tempo libero ho scritto e contribuito all'arricchimento di birrerie e ristoranti. Si vede si dirà. E' vero si risponderà.<br />
Mi chiamo S e ho trentuno anni, i primi 6 passati a giocare, altri 5 a imparare a scrivere e leggere e a mettere insieme le basi per costruire le altesse. Poi altri 10 a costruire le altezze per capire che alla fine la base basta e avanza e del resto non te ne fai nulla. Da lì in poi ho provato a nascondere tutte le basi con strati di inutilità sino ad esser giunto a una conclusione chiara. Ovvero che la nebbia è il tempo migliore per chi non ha nulla da far vedere, sentire e annusare.<br />
Mi chiamo S e ho trentuno anni, ma non volevo parlare di questo. Io so nuotare, così così, non lo faccio mai perchè mi annoia. Ma so farlo.<br />
Eppure ho sognato di esser morto così, nuotando verso il fondo. Non annegando ma nuotando verso il fondo in una atmosfera normale, in un qualcosa di quotidiano e quindi personalmente comprensibile.<br />
Al mio fianco un pinguino diceva cose strane in una lingua non mia.<br />
Ho sognato perchè poi mi sono svegliato, triste, asciutto e senza profondità.<br />
Le mutande non erano bagnate, i capelli asciutti e un senso di nostalgico dissapore. Non era il salato dell'acqua di mare e neppure un odore salmastro di mare. Era il sapore del niente.<br />
Non so descriverlo altrimenti sarei uno scrittore e non un non so cosa. Dopo un lungo percorso, una nuotata di non so quanti minuti, mi son bloccato di colpo. Nei sogni non si percepisce il tempo, secondi sono anni, anni sono un coma. Stavo dormendo purtroppo o per fortuna.<br />
Mi son bloccato e sotto di me c'era una processione, dietro a una bara vuota.<br />
Non ho indagato se fosse la mia. Mi sono bloccato e non ho controllato chi ci fosse. Non mi interessa sapere i presenti. Il blocco è durato fino al risveglio, una lenta agonia o un rapido shock. Non lo so.<br />
Mi piacerebbe solo sapere che mare era quello, sempre che fosse un mare. Cosa ci faceva un pinguino nel mio sogno, sempre che fosse un sogno. Mi piacerebbe anche avere un gost writer cui spiegare quello che vorrei scrivere per farlo capire e anche i capelli lunghi. Più lunghi, e anche i capelli.<br />
In fondo ho visto che il giorno del giudizio personale non è male, nuotando verso il basso senza annegare.<br />
Mi chiamo S e ho trentuno anni. Quando ero più giovane pensavo fossero sprecati gli anni che avevo, immaginandomi così come sono. Che stronzo ero...ma ora mi evito le finte illusioni e mi riempio con le delusioni, senza pensare al resto. Tanto siamo in un periodo dove siamo tutti scrittori, poeti, cantanti, analisti e c'è sempre tempo per nuotare verso il basso.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-28481845511146952742012-10-23T00:02:00.000+02:002012-10-23T00:02:04.439+02:00Non chiedere a un degente di scalare una montagnaStanco per quei pomeriggi al vento, senza una dimora per la nostra testa. Qualche giorno aspetto ancora mio nonno all'angolo di via Tolstoj, attendendo che mi chieda se voglio che mi porti lo zaino, dopo la scuola. Risentito rispondere che ce la posso fare da solo, che sono grande ormai. Ma in cuor mio felice di questa attenzione, che me lo chieda. Che sia lui a chiedermelo.<br />
Perchè non mi mancano le attenzioni, quelle non le ho mai cercate e quando mi servono me le vado a prendere. Erano quelle attenzioni e quelle parole, quei discorsi.<br />
Quel dire grazie senza aprire bocca, quel cercare il suo assenso nel mio non fare niente.<br />
Stanco per quel troppo parlare, con la pancia all'aria e il divertimento tra le mani. Passare inosservati nel parco della propria zona, con la birra fredda in mano e pensieri caldi in testa, sentirsi vecchi a <i>diciottanni</i>, a diciannove, a venti. Passare il tempo a stringere i pugni e pensare lontano, faremo i cantanti, gli attori, gli operai. Ma resteremo amici e forse non lo siamo più. Non lo siamo più tutti i giorni, non lo siamo più nel fare i compiti insieme e nel parlare di ragazze. Non lo siamo nel sognare in futuro di cambiarci il presente. Ma quando ci si rivede, alla minima cazzata c'è lo sguardo, quello sguardo che ti svolta il momento. L'attimo. Torna quella panchina, tornano le mezzore passate in auto a discutere sul testo della canzone degli Afterhours e quelle spese in cui da mangiare non c'era un cazzo, ma l'alcol era sempre troppo, eppure non bastava mai.<br />
Stanco di andare sempre a capo quando quello che vorrei scrivere dovrebbe stare sulla stessa riga, per non confondere chi legge e lasciar la mente verso lontane distrazioni. Correre su un campo, sporcarmi le scarpe, insegnare il poco che ho imparato. Non dirmi altro, spezzami le aspettative ma lascia l'idea che possa crescere tra l'erba marcia. Non ho mai pensato di avere una testa sana, nemmeno quando mi avevan detto che non sono scemo. Era mio padre o forse un suo amico, eran belle parole ma le presi come una buona notte. C'era gente che piangeva per molto meno, io in mezzo alla gente piango solo per i goal di Milito e i pugni al cielo, pensando a come è stata dura crescere a Milano per un interista.<br />
Stanco per le coperte corte e i riscaldamente accesi, le vite accese da uno sguardo nuovo e la televisione che accompagna la giornata di qualcuno senza aggiungere niente se non la consapevolezza che è bel soprammobile. La produzione odierna regala il futile, la maggior parte dei lavori non produce nulla di concreto, ci avevate mai pensato? <i>web</i>, spettacolo, <i>facebook</i>, promozione. Niente ha più a che fare con la fabbrica, il turno, il materiale, il campo. A volte ho la sensazione di non fare un cazzo e altre volte è proprio così. Leggere Pennacchi mi ci ha fatto pensare. Leggere la mia carta di identità mi ha dato conferma.<br />
Stanco del sole del mare del cielo delle panchine delle birre a metà e di quelle intere. Come quando per non sapere nè leggere nè scrivere decidevo da solo cosa sarebbe stato di tutti noi. Disegnavo i futuri e scrivevo i passati. Inventavo anche super eroi con i rasta e i capelli cromati. Dicevano fossi creativo e son passato a farmi fare i tatuaggi per non reggere troppa pressione. Ma alla fine c'è sempre un inizio e un inizio termina in una fine. Come un cerchio o un circuito. Una vita e non una spirale.<br />
Farsi male e rotolare sull'erba e guarire per rotolarci ancora.<br />
Adesso mi fermo un pò qui, son stanco per vincere o perdere una partita. Son stanco anche di stare in panchina e non lo so. Aspettare il tram mi da sempre un pò fastidio, magari arrivo all'angolo e aspetto mio nonno che venga a prendermi dopo la scuola, ma forse arriverà prima il tram.<br />
Ci potrei scommettere. <br />
<br /><div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-50565293972756123232012-10-16T02:09:00.002+02:002012-10-18T14:43:09.970+02:00Avevo registrato tutto, ma ho cancellato anche il titoloHo registrato su un coso il mio ultimo post prima di mettere fine a tutto.<br />
Ho registrato con voce suadente, da attore di teatro. Di quelli che fingono di saper recitare e invece fanno la parte dell'attore solo per scoparsi le scolare della Scuola di Teatro. Una volta ne ho incontrato uno di non so dove, forse, comunque pugliese. Volevo dirglielo che faceva l'attore attempato solo per scopare. Ma non l'ho fatto. Adesso però ho fame e ho registrato il mio ultimo e bellissimo post.<br />
Parla del progresso e del regresso pregresso. Parla di quando mi sono offeso e di cosa mi offende.<br />
Delle mie fobie e manie di grandezza. Cose mai dette, come tutti gli entusiasmi che ho ucciso sul nascere. Ho detto tutto a ruota libera, come se di fronte avessi la mia psicoanalista.<br />
Cose se. Come quando fuori piove. Come.<br />
Ho registrato, l'ho già detto e poi ho cancellato tutto. Tutto cancellato con un semplice tasto.<br />
Magari lo posso raccontare a voce a tutti voi, prima o poi. A tutti quelli che mi diranno "<i>sai ho letto che hai cancellato...</i>". Anche se forse non sarà di vostro interesse.<br />
Sapere perchè è il caso di smettere, perchè è il caso di continuare.<br />
Qualcuno ancora oggi mi fa battute sul fatto che io scriva, senza ricordarsi qual'è l'ultima volta che si è visto dentro o ha avuto il coraggio di tirarsi fuori. Senza parrucche, senza maschere, senza tatuaggi.<br />
Avevo registrato in rima, come solo i grandi poeti. Lo giuro mamma, come la poesia che non ho mai imparato a memoria a scuola, ma non è colpa mia se ho sempre pensato non servisse a un cazzo, imparare a memoria.<br />
Poi mi fermavo sempre ai giardini, per cancellare le lezioni e imparare a stare all'aria aperta. Perchè il giardino era l'orizzonte dalla finestra della scuola e perchè l'alternativa di altri compagni era andare a vedere la televisione. Melgio vederli vicini e reali gli orizzonti, per poi sognare quello che c'è dietro. Senza vincoli di schermo o di sacralità. Che poi Dio non c'entra un cazzo. Lui è solo immagine.<br />
Come Paris Hilton per la fellatio o come la neve in estate.<br />
Ho registrato il post della mia vita, quello che sanciva la morte del blog. Ma un masso ha rotto il coso che registrava, forse il cane ha mangiato i tasti del coso, la birra mi è caduta sopra il coso.<br />
Insomma ho cancellato il nastro del coso e adesso gioco col mio coso.<br />
In attesa che qualcosa mi faccia venire sonno.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-67472889837126166242012-10-09T18:34:00.001+02:002012-10-09T18:34:48.820+02:00Tratti distintiviCredevo di capire le cose prestando sempre attenzione, quando la maestra con gli occhiali e un'età superiore a quella di mia madre ma più giovane di mia nonna, spiegava cose che poi nella vita saranno state importanti all'incirca come un commento futile al mio vestiario o il giorno del tuo compleanno.<br />
Credevo di poter arrivare a soddisfare il Mondo soltanto portando a casa quaderni in ordine e cartelle pesantissime, fusti di sapienza ordinata e ben impaginata. Ad esser sinceri a pensare di fare il bene degli altri si tralascia troppo il proprio, di bene.<br />
Ho cominciato poi a guardare che i disegni che facevo a matita eran più belli di quelli fatti con i pennarelli, perchè riuscivo a sfumarli e a trovarci delle ombre e delle luci, dei significati che non sapevo. Quindi dietro quell'uso forte del colore c'era una forma di attenzione troppo evidente, quasi costante. Un nascondiglio per quello che credevo o per quello che credevo di aver capito.<br />
Poi un giorno in classe mi distrassi e cominciai a guardare fuori dalla finestra.<br />
Il vento che spazzolava le foglie degli alberi come fossero capelli, gli uccelli che non tenevano la stessa traiettoria, le nuvole che si muovevano. Non come nei miei disegni in cui staticamente sembravano temere il sole, ma qui, fuori da quella finestra di quella inutile classe all'interno di una scuola prefabbricata degli anni '70, si opponevano al sole e a volte lo rincorrevano. Altre volte invece si sovrapponevano l'una all'altra. Quel giorno distraendomi ho capito che guardando fuori dalla finestra avrei visto mondi anche dove non ce n'erano. Dietro un foglio bianco, un penna vuota, una siringa usata.<br />
Tornando a casa dissi a mio nonno che non avevo seguito nulla delle lezioni di quel giorno perchè avevo guardato fuori dalla finestra, che tutto là fuori mi ignorava ma io potevo guardarlo lo stesso e farmi i miei calcoli, le mie regole grammaticali o le mie guerre personali.<br />
La perplessità dei suoi occhi mi mise subito in guardia dal non distrarmi troppo, dal restare nel reale, dal sembrare normale. Ma io avevo capito ormai la mia strada, quella che non porta a niente o forse porta a qualcosa ma dall'entrata secondaria o dall'uscita di sicurezza.<br />
Camminavo tanto per guardare il movimento delle cose o prendevo i mezzi per vedere come si comportano le persone chiuse dentro scatole di ferraglia. Le guardavo per capire me, di loro non mi è mai interessato molto. Il mio era uno sguardo distratto, di quelli che guardano tutto e non vedono niente o vedono solo quello che vogliono.<br />
Perchè la verità ti porta a vedere entro le quattro mura, fino a qualche metro più in là. E' la distrazione che ti regala la profondità, quello che non c'è, arriva a bussare al sogno e poi lo diventa, se qualche stronzo non viene a richiamare la tua attenzione.<br />
Quella sì, superficiale e temporanea, perchè sarà anche un controsenso ma ci vuole attenzione anche nell'essere distratti.<br />
Così si continua in quel percorso tracciato a matita, ascoltando le lezioni con un orecchio e immaginando mondi fuori dalla finestra, distrattamente attento a non pestare troppe merde abbandonate ai margini della strada.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-91136991856226105842012-10-02T19:54:00.001+02:002012-10-02T19:54:43.521+02:00Mia madre dice che dovrei sistemarmi comprando un armadio<i>Padre Nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo Regno sia fatta la tua volontà così in Cielo come in Terra. Dacci oggi...</i><br />
Premetto che a nulla credo perchè tutto mi interessa, in tempi di crisi l'unica cosa sulla quale si può essere sicuri di non lesinare sono le nostre sensazioni. Il bel tempo poi viene da sè e spesso porta alcune conclusioni bagnate.<br />
Annacquate come l'acqua fetida di un fiume, come lo spritz che ti inserisce nel gruppo, come la minestra che da anni ti riproponi, riscaldata o fredda oramai non fa nemmeno più differenza.<br />
Differenza parola nota, cara, poco utilizzata. Cosa fa la differenza oggi se non quello che non si ha.<br />
"<i>Mi manca il centravanti, mi mancano i soldi, mi mancano i coglioni</i>", la differenza la fa la mancanza. Il classico sguardo disincantato verso il dito che indica la luna.<br />
Sole e luna, giorno e notte, alfa e omega. Acceso e spento, forse questa è una differenza che non dipende dalla soggettività. Inizio a pensare che le sfumature vadano bene per i titoli dei libri e poco per le situazioni della vita. Nelle sfumature ci sono le interpretazioni che ci stanno togliendo la grinta e rincoglionendo con le spiegazioni. Non ci sono grosse differenze. Non c'è il Rosso e nemmeno il Nero, ci sono i moderati, ci sono gli ideali annacquati, ci sono i Negroni Sbagliati.<br />
<i>..il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal Male. Amen</i>.<br />
Parole sbagliate e concetti chiari, perlomeno tra le nuvole che albergano nella mia mente. Non sono mai state le parole, le singole e sole parole, a fare la differenza. Nemmeno il cane che abbaia si può dire cattivo finchè non morde e dopo tutto can che abbaia non morde.<br />
I preti non son preti solo perchè sanno a memoria 5 o sei preghiere e i veterinari non sono tali solo perchè sanno dove sta il sesso del pesce rosso. Altrimenti forse tutti saremmo tutto, senza differenze ma soltanto sfumature.<br />
Le uniche sfumature che accetto sono l'alba e il tramonto, perchè di fatto segnano un passaggio sano tra il giorno e la notte, il sole e la luna. Sfumando concretamente, non a parole.<br />
<i>Liberaci dal Male o Signore.</i><br />
Capendo quale sia questo male e cosa è bene, trovarci tutti a far gli equilibristi, cadendo ripetutamente da una parte all'altra senza mezzi termini o mezzi colori. Senza aver paura di avere un'opinione anche stronza, brutta e contraria.<br />
Ci sono spazi riservati tra tutti noi, che ogniuno riempie di ovatta. L'imbarazzo degli uni e la corazza degli altri, l'infinita rincorsa tra chi crede, fa e sbaglia e chi guarda, parla e commenta. <br />
Esperimenti calligrafici per esprimere (vomitare) concetti quando si vuole pregare ma non si sa dove farlo.<br />
<br />
<br /><div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-53326633355141293212012-07-31T02:52:00.001+02:002012-07-31T12:08:08.496+02:00Ho messo MI PIACE a un'offerta di una ditta di Onoranze FunebriMettevo i vasi dei fiori più grandi uno accanto all'altro, come a formare un grosso campo di battaglia, una foresta equatoriale sorta nel caldo afoso dell'estate marchigiana. Un'oasi sul terrazzo.<br />
Lì combattevano i soldatini di plastica e alcuni a causa delle bombe cadevano anche giù dal terrazzo. Erano i più sfortunati perchè per tornare a vivere e a combattere dovevano aspettare che trovassi la voglia di scendere in cortile e tirarli su. Avevo una strana concezione della morte, mi piaceva perchè non era definitiva, caratteristica che ora troverei scomoda.<br />
Sorridevo poco da bambino, la faccia scema in alcune foto con i nonni, qualche posa stupida alla comunione o alla cresima, ma ero troppo grasso per dirmi felice. Poi non ho più foto, come se tra i 7 o 8 anni e l'invenzione delle "usa e getta" la mia vita non fosse testimoniabile.<br />
Non come ora che fotografo quasi tutte le azioni, dalla prima cagata del mattino all'ultima sega prima di andare a letto, per liberare la testa dai pensieri. Anche oggi non rido, ma faccio facce stupide. <br />
Che colpa abbiamo noi, che non ci piace ridere se non nelle foto sceme. Quelle inutili fatte per far vedere che eravamo presenti o assenti al tempo stesso.<br />
Difficile da capire, se non che gli altri ti vogliono vedere o credere sempre al cento per cento, perchè avere intorno gente così fa apparire migliore anche la propria vita. Più è figo chi mi sta vicino più lo sono io e sarà per questo che mi sento sempre poco figo.<br />
Sogno delle Olimpiadi in cui si festeggi l'ultimo oppure quello che si fa il culo ma non ce la fa, serate dove si beve birra e si piange o si fa a gara a chi si veste peggio ed ha i capelli più sporchi.<br />
C'è una canzone che mi fa piangere ogni volta che la sento. Piango anche se scrivo e la sento. Anche se mangio e la sento, oppure se mi masturbo e la sento. E' "father and son" e mi fa pinagere. Mi fa piangere perchè è un padre che parla a un figlio, un nonno a un padre, una spirale di spermatozoi. Immagino mio nonno che mi parla o mio padre che mi parla e il mio pensiero si ferma lì, perchè non riesco a vedere me parlare a qualcuno. Non sono in grado di rovinare altre situazioni.<br />
Ci sono ore della notte in cui non si dorme e la colpa è dei pensieri troppo pesanti che arrivano allo stomaco. Non riesci a vomitare. Sarebbe bello se il divano diventasse una navicella e ti portasse lontano, oltre le luci del palazzo di fronte sino a un punto dove nessuno ti conosce e lì cominciasse a cadere. Nel nulla e poi il nulla. Sarebbe bello ma il divano non passa neppure dalla finestra.<br />
Dovrei dormire forse, oppure vomitare o farmi una sega o tutte e due insieme e poi addormentarmi. Svegliarmi, farmi una doccia e pensare che tanto i malumori sono passeggeri.<br />
Come quelli di un volo di linea che a un tratto va giù a picco e tu con loro.<br />
Adesso stampo questo post e lo metto in una busta, la chiudo bene e sopra ci scrivo "per i miei", nome generico con cui si indicano in modo scazzato e distratto i propri genitori. La leggeranno appena rientrati dalla solita lunga estate senza capire che l'ho scritta io, credo non immaginino nemmeno sia in grado di farlo. Storceranno il naso e la bocca e io continuerò a pagare per ore di analisi che poi si infrangono inutilmente in pochi giri di parole pronunciate a caso per fare male. Se li rivedrò chiederò loro se hanno ricevuto cartoline dall'estate trascorsa da qualche loro amico dai gusti vintage. Mi diranno di no, che hanno ricevuto soltanto una lettera di uno che deve aver sbagliato casella di posta perchè diceva che non gli piace il Natale, che sognava di fare alla guerra e crede non ci sia nulla di male se un giorno, desiderandolo tanto, non ti risvegli più e muori col sorriso.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-11100301071172373072012-07-17T18:18:00.001+02:002012-07-17T18:18:54.113+02:00I punti, le rette, i mille modi di vivere una vita intera senza arrivare alla fine e restando ancorati all'inizioPensavo davvero che fosse una bellissima idea, di quelle originali come l'olio per friggere o i tappi per le orecchie.<br />
Unire due punti distanti centimetri o chilometri da un'unica retta. Una retta retta che unisce due cose, a una distanza x data una scala con cui decidi tu stesso di regolare la tua storia o il tuo mappamondo o semplicemente il disegno stupido che stai facendo per lottare contro la noia e le sue sporche leggi.<br />
Leggi da orario di lavoro, leggi da socializzazione indotta e obbligata, leggi da storie condotte su linee parallele. Che non sono sempre rette.<br />
La stessa linea retta che è colpa dell'ansia da prestazione, della paura di non saper che dire perchè la sensazione è che la storia possa essere una. La linea retta che di fronte a un foglio bianco ti fa pensare a cosa scrivere senza lasciare libere le parole. Libere di andare da un punto all'altro percorrendo strade tortuose e parallele o lineari e intersecate o di tornare indietro senza arrivare mai, avendoci provato o essendosi fermati a metà strada, impauriti, in lacrime, soli.<br />
Pensavo veramente di aver avuto un'idea brillante ma mi sono reso conto di non aver mai camminato in maniera lineare, senza angoli o svolte, senza ragionamenti tortuosi e dialoghi mai conclusi.<br />
Anche per la linearità su un foglio di carta non ti fa capire se per arrivare da un punto all'altro non si sia volato o scavato sotto terra, saltato o fatto tutto coi piedi per terra.<br />
Che poi stare coi piedi per terra è la base per fare tutto e non esaltarsi mai, non pensare mai di essere i migliori e poi trovarsi con il culo per terra e non andare avanti.<br />
Nel foglio bianco le uniche regole sono i confini, oltre i quali le parole volano nell'aria e i tavoli si sporcano. Il minore dei mali è starci dentro questi limiti, il peggiore dei casi è quando questi limiti sono imposti dal costo telefonico o dal fastidio delle chat.<br />
Perchè il bianco di un foglio è il giallo di un sole, il rosso di un tetto e il verde dell'erba. E' lo scarabocchio con cui si disegnano gli uccelli, sono i pallini bianchi delle cappelle dei funghi. Ma anche il compito di storia copiato alle Superiori, le cartoline dal mare e la prima busta paga.<br />
Cazzo quante volte ho fissato un foglio bianco con due punti sopra senza saperli congiungere, ma non perchè non sapessi cosa scrivere, ma soltanto perchè nella mia testa la storia di A non poteva congiungersi con B, epoche diverse, idee diverse, città diverse, sessi uguali. Anzi forse paralleli.<br />
In tutto questo li fissavo e su altri fogli ho scritto di loro, senza dirglielo, senza lasciargli immaginare che su altre distese di bianco potessero avere storie parallele.<br />
Due punti sono l'inizio e la fine di un tutto che fa iniziare altro e si dipana nel foglio, che a sua volta chiama un altro foglio bianco. E' fondamentale che sia bianco, che sia di carta, che sia carta e che si possa accartocciare quando le linee che hai creato non hanno un verso, una direzione o semplicemente non voglio dire niente.<br />
Pensavo inutilmente di aver avuto una bella idea e come sempre ho lasciato stare il foglio bianco con due punti, ho abbandonato la carta perchè troppa sacra per le mie parole e mi sono buttato su qualcosa di cui poi non vi sarà traccia, nessuna retta. Per il bene di A e di B.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-2383260537068353612012-07-11T17:09:00.000+02:002012-07-11T17:09:25.433+02:00La Rivoluzione dal bagno di casa.<span style="font-size: x-small;"><i>C'era uno spazio riservato tra di noi, come fosse pieno di ovatta. Il mio imbarazzo che mi fa sentire sempre fuori luogo, la tua corazza perenne. Premetto che niente voglio perchè tutto mi interessa.</i></span><br />
<br />
Ci sono menti che concepiscono idee e altre che le portano a spasso senza dar loro aria, inscatolandole in notizie preconfezionate su quotidiani sportivi o in assenza di gravità, dentro negozi con aria condizionata o condizionamenti senza cause ed effetti.<br />
Le critiche fatte dal cesso sono quelle che riescono meglio, perchè a prescindere da tutto sono già ben indirizzate. Tutto è criticabile. I testi degli 883, il colore della pelle di Gesù Cristo, la sessualità del Papa. Anche gli aneddoti dei nonni in bocciofila, sempre che abbia la voglia di starli a sentire.<br />
Sì perchè io ascolto poco e ancora meno mi interesso delle opinioni altrui. Disegno soltanto delle rette lontane dal punto di vista che puoi avere, solo per essere contrario, per essere ascoltato e fingermi intelligente e interessante.<br />
Ho votato Rifondazione e Berlusconi, anche nello stesso turno elettorale pur rimanendo di sinistra sempre o anche solo per qualche ora, frequentando i circoli di sezione nelle lunghe riunioni in streaming, collegato dal salotto buono di mia madre o dal bagno di servizio. Sempre senza carnalità, senza esposizione. Se prendo il sole potrei star male, sopratutto se in faccia.<br />
Il mio posto fisso non posso metterlo in discussione, ma mi piace criticare chi non ce l'ha e lo vuole, chi sciopera e chi è precario. Rompono i coglioni per farsi sentire e allora io posto critiche su facebook e twitter o allungo le mani sulla tastiera del mio mac o pc per scrivere un post tagliente sul mio blog o un commento arguto su quello di un giornalista con cui identifico le mie ansie. Il giornalista lo cambio sempre perchè ogni settimana critico vedute e opinioni concentriche su lunghezze differenti.<br />
Il rumore dello scarico è musica per le mie orecchie, come la musica che riesco ogni settimana ad avere gratis. Vedo qualche concerto, ma sopratutto non compro cd perchè "è da sfigati" e "fuori moda". Scarico da mille siti, ma sono contro la pirateria e a favore delle regole, l'importante è che non tocchino il mio giardino.<br />
Mi fa schifo chi coglie i fiori di campo da regalare alla sua bella o da portare al cimitero.<br />
Piuttosto porto la mia bella al cimitero perchè mi eccitano i morti e penso sia un posto alternativo dove scopare, una cosa che poi lei posterà su facebook e mi renderà "alternativo" coi suoi amici e introspettivo per le sue amiche. Bello e dannato, ma sopratutto critico per tutto senza fare niente.<br />
Dal mio bagno posso criticare tutto nel tempo in cui mi chiudo dentro e non sapete cosa faccio. Troppo facile dire che tocco soltanto il pisello, no.<br />
Critico la scelta di chi beve troppo, di chi frequenta i locali per bere, ma anche di chi non beve. Critico chi esce perchè è banale e poco divertente ma a Milano frequento solo i posti che contano perchè al Capetown la gente è troppo bella, al Miami la musica mi piace e negli altri posti no e certi posti di Corso Sempione sembrano Parigi anche se l'Assessore alla Cultura vorrebbe una città sullo stile di Berlino o Copenaghen. Ma non per i bordelli e le signorine di facili costumi, no. Per le architetture e le atmosfere che ci fanno stare bene e rendono più piacevoli le nostre fotografie.<br />
Sogno senza dirlo per non esser fuori tempo, mi piacciono molte cose ma non lo dico per non contraddirmi e a volte ho anche pianto per un goal della mia squadra, perchè tifo ma non posso dirlo altrimenti per gli amici snob non sarei più uno di loro. Non ci diciamo mai cosa ci piace a meno che non sia alternativo, il resto lo teniamo per noi o lo critichiamo a mezza voce.<br />
Ora vado ho un corso di yoga e poi un aperitivo sui navigli.<br />
<br />
<span style="font-size: x-small;"><i>Parlando di noi rimaniamo sempre a mezz'aria. Saremo accettati? Se gli dico cosa penso di lui o di lei, cosa penso davvero senza coriandoli o sfilacciature...a mezz'aria non si sta bene, c'è aria pesante. Liberare la mente consente di volare con i piedi a terra.</i></span><div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-6345020613434656122012-06-05T17:27:00.000+02:002012-06-05T17:27:16.731+02:00Jogo da vidaIl gioco a zona interpreta la vita, attacchi spazi per difendere la tua partita.<br />
Il gioco a uomo invece porta a faticare, seguire ovunque l'avversario in una sfida personale.<br />
Non parlo di moduli, di tattiche e di numeri vi annoieri e questo non me lo posso permettere, sono in cerca di fans e di contatti, posso parlare di mode e di stili di gioco.<br />
La bocca impastata del mattino e la voce schiacciata dalla stanchezza del giorno sono le tensioni del pre-partita. Poi ti scrolli le palle e il pisello, ti sciagui la faccia, le ascelle e le braccia, magari una doccia ma devi aver tempo. Il riscaldamento va fatto comunque con calma, serve a non farsi male durante la giornata. Concentrati, pazientemente, sentire ogni muscolo come risponde e come potrà lavorare.<br />
Proprio per questo, appena alzato, non parlatemi e non telefonatemi. Ve lo chiedo per amor mio e del mio gioco.<br />
Poi ti metti in campo ed ascolti il mister, certo. Ma devi trovare la tua posizione, la tua zona, cercarti i palloni giocabili conscio dei tuoi mezzi e di ciò che vuoi.<br />
Vuoi toccare tanti palloni, ma sale anche il rischio dei tuoi errori. Ci sono partite in cui sbagli tutto, come ti muovi crei confusioni e qualsiasi giocata fai risulta sbagliata.<br />
Ci sono giocatori che non sbagliano nulla e giocano semplice, altri sbagliano tantissimo ma hanno il numero che cambia ogni situazione.<br />
Già ma cos'è una situazione...un contropiede non è come qualcosa che non ti aspetti? oppure un cross perfetto non è come un'occasione della vita che non puoi sbagliare?<br />
La mattina devi rompere il fiato, trovare il ritmo della giornata e non sempre è facile. Ci sono mattine che vorresti la fine del mondo e altre che potresti fare tre lavori insieme e non avere problemi. La colazione è importante e non la faccio mai. Mi piace il bar, entrare e salutare, entrare e prendere il giornale, entrare e bere uno o due caffè. Entrare e uscire senza che nessuno sappia troppo di me se non il nome, la mia squadra del cuore e il mio umore.<br />
Credo a volte che l'amicizia sia superflua come i riti scaramantici prima di una partita. Puoi farne a meno ma sai che senza perdi di sicuro.<br />
Il pranzo, quando si riesce a fare, è la giusta pausa tra il primo e il secondo tempo. Si riprendono le forse e si allineano le idee, si ottiene a volte il consiglio giusto e altre si perdono i sensi o il senno.<br />
Affamato o troppo sazio, l'uomo deve riprendere sempre il suo cammino pomeridiano. Un pò per far passare il tempo che manca a domani e un pò per arrivare a mangiare di sera. Correndo sulla propria fascia come si corre su una strada oppure gestendo i palloni come un traffico di momenti e accadimenti. Non ci sono cose ingestibili con la razionalità, la troppa razionalità uccide la fantasia.<br />
E' un gioco sporco, un gioco maschio, un gioco che fa commuovere e porta al pianto. Un goal fatto per una partita importante non ha prezzo, un goal fatto per una persona importante vale per tutta la vita. Arriva sera, la partita sta finendo e qui conta come l'hai interpretata.<br />
C'è chi gioca a zona e deve aver tenuto la situazione, controllato la rosa dei venti e venduto l'anima al compagno che ha di fianco. Somme di situazioni e distanze che regolano le azioni.<br />
C'è chi ha instaurato una lotta con sè stesso, col proprio avversario e con le avversità. Un rimbalzo sbagliato, un passaggio lungo, un saluto mancato o qualcosa scritto a tarda notte, con troppo alcol e delusioni in corpo, giocando a uomo anche respirare deve essere fatto in linea con il proprio avversario. E' in questi casi che mi dico che il calcio è lo sport più bello del mondo, forse perchè è vita e morte. In quel momento, comunque sia andata, il triplice fischio segna il rilassamento dei muscoli, la perdita del filo conduttore cerebrale e lo scioglimento delle acque.<br />
Poi domani inizia una nuova fottutissima partita.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-82002084758313078542012-05-31T15:38:00.002+02:002012-05-31T15:46:24.680+02:00Confessioni di un blogger di m...Che poi io non sono un blogger, sia chiaro.<br />
Sono uno che scrive e questo non vuol dire io sia uno scrittore.<br />
Allora sono uno e di questo posso esser certo, è una delle poche certezze che ho unita al fatto che ho cirsa 31 anni, che ora ho capelli mediamente lunghi e barba, occhi scuri, poca voglia di vivere e un paio di chili da buttar giù.<br />
So anche di poter portare bene i due chili di troppo e me ne fotto.<br />
Ascolto spesso ciò che mi sta attorno e lo trovo mediocre, come il fatto che si parli di sè stessi ma poi gli occhi raccontano tutto, come il perbenismo e la moralità.<br />
Faccio pensieri insani e mi masturbo spesso pensando a suore perverse. Fanculo a chi non si masturba perchè dice di scopare e chi non lo fa perchè è insano.<br />
Mi piace scrivere l'ho detto e ora tu l'hai letto. Mi piace ancora di più leggere e trovare nelle parole altrui quello che provo e quando trovo chi dice e parla di cose a me vicine voglio leggere tutto ciò che ha scritto. Sia egli uno scrittore o una pasionaria di haiku, un giornalista depresso o una curatrice di didascalie. Non sopporto chi pensa di essere Calvino perchè fa comunicati stampa, che non possono emozionare e non sono letteratura e ammiro chi con un sms riesce a darmi la sensazione che forse Sepulveda saprebbe darmi.<br />
Ma sai anche tu che non servono scarpe belle per poter camminare tanto, basta averne voglia. Mi faccio camminate lunghissime solo per pensare a cosa non voglia pensare. Penso troppo, questo è il mio problema, unito al fatto che sono troppo razionale e troppo stupido per razionalizzare.<br />
Esco a sinistra e mi guardo a destra, non sia mai che qualcuno alle mie spalle voglia seguirmi. Ma non mi segue nessuno, il cellulare ha smesso di vibrare e per esser seguiti bisogna averne voglia.<br />
Non mi importa anche perchè se esco e vado a destra mi guardo a sinistra. A volte con lo sguardo vedo mio padre, al bar in lontananza e cambio strada perchè non mi chieda "Allora novità? Lavoro come va?". Nella testa suona <i>papara pa pa parà</i>.<br />
Il mio pc ha poche vie di comunicazione al mondo, perchè le tengo chiuse. Ma sia chiaro non basta un Mac per essere connessi alla novità. Nemmeno per essere grafici o comunicatori. Sei ciò che sei, niente o nessuno, tutto o qualcuno.<br />
Che poi io non sono un blogger, sia chiaro. Ma vi confido che mi sta sulle palle la musica elettronica e sopratutto chi pensa che la sua musica sia l'unica possibile.<br />
Io ne trovo tante dentro la mia testa, potrei fare un djset senza cuffie senza dire niente, senza trasmettere nemmeno un suono. Te lo confesso mi ascolto difficilmente.<br />
Ma non suono faccio il dj. Mi viene un'idea accattivante per un loop avvolgente, ma sono troppo conscio dei miei limiti che appollottolo tutto e lo butto via, nel cestino o nel cesso è uguale. L'ho già intasato più volte per progetti diventati aria.<br />
Sia chiaro, non sono un blogger, ma mi confesso.<br />
Ho iniziato più volte a scrivere qualcosa nascosto in cartelle dai nomi strani non esotici e poco erotici, non belli o accattivanti. Sia chiaro non sono uno scrittore, non ho mai scritto niente come anche chi pensa non è un pensatore.<br />
Sono come uno che va in chiesa ma non crede a niente e ci va solo per vedere sotto le gonne delle vecchie bigotte, per uscire e andare a giocare a ruba mazzo nel bar della piazzetta. Fare tardi girando intorno all'isolato e avere contatti con nessuno se non con chi ti sbatte contro, come uno che cammina con una dolce sinfonia in testa, un loop romantico da masturbazione mentale.<br />
Al momento mi confesso così, ma ricorda che non sono un blogger ma solo uno che scrive cose a caso pentendosene un attimo dopo, solo perchè non ha ancora capito cos'è un attimo.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-52479615799653417172012-05-29T14:28:00.002+02:002012-05-29T14:31:40.689+02:00La strana danza della Natura indotta dal bisogno dell'UomoNella strana danza delle parti mi mancano alcuni punti fermi per capire cose che non so.<br />
Se tutto trema intorno a te, perchè a morire sono spesso quelli che lavorano?<br />
Distrattamente mi accorgo di quello che intorno a me ha un peso, perso nelle mie<br />
letture inutili e nei pensieri ancora più volatili. Non sento scosse, sono insensibile e non<br />
so ballare perchè non capisco il ritmo. Oltre a non avere gusto per la musica elettronica.<br />
Mi piacerebbe uscire da un tunnel mal celato di comportamenti e usanze e se potessi farei<br />
a cambio con qualcuno che si trova da un'altra parte del Mondo, portandomi dietro solo<br />
i miei libri e i miei cd.<br />
Sono così stupido che penso al materiale nel momento in cui si sgretolano i massi, ma da<br />
quando i massi non rotolano più capisco che il possedere qualcosa ti da un senso di<br />
esistenza, sopratutto se il materiale è l'unica cosa che hai. <br />
Sarebbe una scelta pessima o una conferma di fallimento, ma forse comincio a pensare<br />
che qui sia già finito da mangiare e che le briciole mi son sempre state sul cazzo.<br />
Il becchino bussa alla porta e trova dalla parte opposta Nessuno a rispondere. Tempi grami<br />
anche per morire coi costi dei funerali, anche se il suicidio ora è diventato ancora più<br />
democratico della morte stessa. Operai, imprenditori, vecchi ricchi e nuovi poveri. <br />
Il terremoto invece prende solo gli operai e le case della gente comune.<br />
Tutto si sbriciola sotto i tuoi piedi, tutto crolla sulla tua testa e le macerie siamo sempre<br />
e solo noi, mio caro, fermi immobili ad aspettare il Messia.<br />
Io non sento il terremoto, non mi è mai capitato a Milano, solo nelle Marche mi capitò.<br />
Ricordo i momenti ma non ci colse particolare paura, forse perchè ai tempi non avevo<br />
un social netwrork per commentare. Ora tutti ci tengono a far sapere le sensazioni avute,<br />
mettere in rima la paura o fotografare la tensione. Io forse se avessi paura non starei<br />
a scrivere ma scapperei all'aperto.<br />
Ma non deve esserci il panico e nemmeno la paura, non è facile ma nemmeno impossibile.<br />
Ho mal di schiena e comincio ad esser vecchio per i luoghi di divertimento altrui e per i<br />
campi in sintetico. Il mio senso del divertimento l'ho perso da qualche parte.<br />
In quella strana danza non mi rendo conto di cosa ci sia di fisso e cosa ci sia di variabile.<br />
Poi non so ballare e ho un brutto gusto musicale che mi porta spesso a comperare solo<br />
cd originali per darmi un tono e spendere soldi.<br />
A cosa serve sommarli ad altri soldi scommettendo il proprio onore?<br />
Sarà che non ne ho mai avuti, ma ci capisco ancor meno.<br />
Son tutte scosse, tutti scossoni, nulla di certo quindi se non il crollo di qualcosa.<br />
Non è insensibilità la mia, nemmeno cinismo di fondo anche se in fondo si mischia a<br />
qualcosa di denso e necessario.<br />
In Italia serve una scossa è chiaro e lampante come uno di quei lampioni che si accendono<br />
in strade deserte e illuminano benissimo solo uno sparuto cono sotto di loro. Ma non di<br />
queste scosse sto parlando. Anche perchè non capisco perchè a morire siano sempre gli<br />
operai che lavorano.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-18956209229488620732012-05-22T17:01:00.001+02:002012-05-22T17:04:03.980+02:00Il tempo isterico cannibalizza la moda vintage degli orologi a cu-cùDannazione, potrebbero avermi visto.<br />
Nel disuso quotidiano della mia frustrazione avrò anche il diritto di sentirmi un pò distante.<br />
Ero una rock star di livello mondiale che si trova confinato al livello condominiale.<br />
Niente camerini, niente lettini, niente caramelle. Aiuterò i miei a fare scatoloni riempiendoli<br />
del niente che siamo presi in prestito.<br />
Avevo scritto post per la condivisione e ne sarei uscito famoso, ma così non è stato e<br />
pazienza se un Signore un giorno se ne andò e poi tornò. Se io vado...vado.<br />
Ero una rock star e cantavo male, stonavo gli acuti, storpiavo le frasi e non me ne è mai<br />
importato nulla, nemmeno a voi. Sinchè non è uscita la forma, il sopracciglio sottile e i capelli<br />
in ordine. Nel mio disordine non potevo starvi bene, la tempesta del Mondo riordinava i miei<br />
capelli anzichè metterli in disordine. Gli adolescenti mi vedevano male, perchè così voleva la televisione. Mi rivedo nel me stesso da ragazzo, mi rivedo in loro, in quello che voleva mia<br />
mamma e che diceva il prete.<br />
Avevo messo in testa alla gente che non importano i colori, basta colorare la solitudine, invece<br />
poi era primavera e bisognava dare un peso anche ai sogni.<br />
Il costume a righe ingrossa il culo, due pezzi anzichè uno. Stappare birre era reato se fatto con l'insistenza che un maglione ti concede. Così non si poteva andare a far volare gli acquiloni, perlomeno potevo andarci io, che sono una rock star, anzi lo ero.<br />
Nel condominio sono tutti pazzi o il pazzo sono io che non capisco la loro quotidianità. Il mio<br />
piano è troppo bassi e più in alto c'è lo spazio di volare.<br />
Mi sfogo per provare di esser vivo ma non canto più, perchè non scrivo più, perchè non leggo<br />
più. Non ho più la voce che mi legge dentro quando ho in mano un libro. Così li impugno e<br />
salgo all'ultimo piano, provo a farli volare e cadono a terra. Non sono acquiloni, ma credevo<br />
che le idee fossero più leggere di un oggetto. Invece cadono, sotto il peso dell'imprudenza.<br />
Una rock star non sanno nemmeno cosa sia in certi posti. Smontando castelli e sgomberando<br />
cantine, tagliando la carne o pulendo le strade, trovo pesi e misure che rivedo nelle misture<br />
dell'arte o nella ricerca del colore. L'ho fatto non lo dico a caso, una rock star operaia.<br />
Non lavoro più perchè non penso più, perchè non apprendo più.<br />
Ho tagliato un pezzo di ciò che pensavo rotto, sperando che abbia vita propria ma credo che<br />
abbia lo stesso peso di estrapolare una frase da un discorso, il particolare dal complesso.<br />
Finirò come ogni sera sul mio palco personale. Mi metterò a pensare al tempo che passa sulla spiaggia di un'isola greca o su una panchina di Piazza Napoli, non credo ci siano differenze.<br />
Sono una rock star che canta fuori tempo, di un gruppo rock fuori moda e non ho mai avuto<br />
voglia di fare il sound check. Lo lascio ai mediocri di successo.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-1465269720545552522012-05-19T18:35:00.004+02:002012-05-19T18:37:18.770+02:00Tutto ciò che non sei mai StatoUna volta ricordo di aver pianto guardando la televisione.<br />
E' un ricordo di qualche anno fa oppure un incubo sconnesso, di quelli che ti svegli e ti sembra vero, di quelli che a sedici anni ti fanno perdere la verginità con Pamela Andersson.<br />
Una donna in Israele diceva di mandare a scuola, nelle stessa scuola, i figli su autobus e linee differenti, perchè se fosse successo qualcosa a uno non sarebbe capitato all'altro.<br />
Io rimasi fermo a pensare, nel reale o in sogno, poi ho detto "<i>porco dio...ma come si può vivere con questo pensiero nella testa</i>". Dev'essere un tarlo, un qualcosa che ti uccide a poco a poco.<br />
Non quel morire lento che tutti noi portiamo avanti quotidianamente mascherandolo con la crescita, la maturità o la vecchiaia. Una morte lenta e dura, difficile da digerire.<br />
Se fosse mia la figlia morta oggi penso che farei di tutto per riprenderla, oppure morirei giorno dopo giorno. Se fossi stato io a morire oggi, forse il Mondo non avrebbe perso nulla ma i miei genitori avrebbero cominciato a morire.<br />
Quel pensiero della donna israeliana è forte, è coraggioso, non è di chi si piega e si lascia andare, perchè loro a scuola vanno. Il messaggio sta in quello.<br />
La strategia del terrore ora deve farci piegare, aver paura di leggere e istruirci, di prendere ciò che vogliamo, di amare o di odiare, di pensare. Quello che vuole chi sta dietro a tutto questo sta proprio nel far star zitto il popolo, nel non voler spezzare il potere malato che guida un paese.<br />
Ieri Piazza Fontana a Milano, Piazza delle Loggia a Brescia, la Stazione di Bologna, i rapporti tra Stato e terrorismo, Capaci, la delegittimazione di Falcone e Borsellino.<br />
Oggi, mentre a Milano, Roma, Palerno, Catania e altre città si prova, anche in modo discutibile a dare spazio a cultura e creatività, alla noia e al torpore, a Brindisi è stato dato un colpo forte alla forza che dal basso sta salendo.<br />
In Italia come in molti altri Paesi sta uscendo questo, la generazione dei trenta quarantenni sente che il futuro le è stato tolto ma che lo sta pagando, con tasse, lavoro, obblighi. Sente di non poter avere una casa, di non poter permettersi figli, che tutto è un lusso.<br />
La strategia del terrore non deve far smettere di pensare, di leggere, di riunirsi e di manifestare, di odiare e di amare, di occupare, di discutere, di trovarsi.<br />
La risposta sta nel capire dove sta la legalità e chi ne può parlare. Sta nel prendersi cura di ciò che è attorno a noi, nel pensiero democratico, nel fare politica e non nei partiti. <br />
Sta nel continuare ad andare a scuola e istruirsi, nel conoscere la Mafia e i suoi amici, nella cultura.<br />
Il messaggio sta nel continuare ad andare a scuole, magari cambiando strada tutti i giorni.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-12204706.post-84977944048101625522012-05-18T01:47:00.001+02:002012-05-18T13:10:13.336+02:00Se i miei genitori non avessero mai scopato e avessero letto un libroSe i miei genitori non avessero mai scopato e avessero letto un libro.<br />
Se quella fottuta guerra si fosse portata via mio nonno.<br />
Se anzichè scrivere stronzate iniziassi a costruire ponti e se questi ponti li usassi per unire<br />
i pensieri.<br />
Se iniziassi a fare anzichè a dire che ancora non ho fatto un cazzo.<br />
Se nuotassi in orizzontale nell'aria.<br />
Il problema sta sempre nel mattino che arriva nel momento sbagliato, nel tempo che passa<br />
veloce nel non fare niente. Nel senso di inutilità.<br />
Nelle frasi di chi ti dice che sei importante e che saresti bravo, nel non voler sentire nessuno<br />
parlare. Nel provare fastidio nell'avere vicino qualcuno.<br />
Se ti cercano ti danno fastidio e se non lo fanno avvalorano il fatto che sei inutile, pensando di<br />
essere deleterio nel tuo pessimismo verso tutto e tutti, dagli esseri umani ai tuoi progetti. <br />
Nella carica che avresti nel fare le cose che non fai e di come questa poi si tramuta in un'onda<br />
che ti travolge e ti porta via.<br />
Nelle cagate che ti verranno in mente leggendo e del fanculo che mi dico scrivendo.<br />
Se i miei genitori non avessero mai scopato e avessero letto un libro.<div class="blogger-post-footer">cacato dalla capa di</div>krepahttp://www.blogger.com/profile/12094291732235070236noreply@blogger.com1