L'angolo adatto per nani, ballerine, cantanti, troie, alcolizzati e illusi. Ovviamente qui nulla è serio...se sei dei nostri...benvenuto, entra pure

lunedì, ottobre 29, 2007

Scusa (per ciò che NON ti ha ferito)

Ho sbagliato certo, ma ho chiesto scusa.
Ho usato parole forti per il caso, ma ho chiesto scusa.
Ho sempre pensato che le scuse servano a poco. Sono come le monetine dei centesimi, utili e fastidiose.

Forse dovevo pensare al suo carattere.
Forse dovevo pensare che non è un giocatore come tutti gli altri, ma soprattutto che è un bambino. Ma ci conosciamo da 5 anni, li vedo quasi ogni giorno.
Forse non è stato nulla.
Parlo con loro, provo a vedere come loro, ma chiaramente non ci riesco. Non posso riuscirci.
Ma allora che senso ha una scusa, molto meglio una spiegazione e dire che certe cose non le voglio, perchè la stima è maggiore addirittura delle attese.
Cambierò, mi farò prendere meno dalle azioni e gestirò le reazioni.
Per cui anche se più di 15 anni di differenza fanno pensare a chissà che, tra amici basta una stretta di mano.
Ma in fondo non era stato nulla, solo impressioni di altri adulti.
Allora un "Simone non capisco cosa dici, sabato avevi ragione..." può farti star meglio più di altre mille parole.

Senti come cambiano gli inverni...
mi sai dire che rumore fanno i tramonti
il colore dello stare insieme, anche stupidamente abbracciati,
e dimmi,
quanti fiocchi di neve servono per gelare la passione

domenica, ottobre 28, 2007

19 e 20. Domenica. Milano. Il muro è caduto

Ora barba, denti e un rinfrescata alle ascelle.
Una camicia nuova, la giacca e prendo le scale. L'ascensore non voglio neppure vederlo.
Farò tardi anche stasera, ma non voglio fare troppo tardi.
Un tardi relativo, ma anche un presto attardato.
Berrò qualcosa con i miei amici, mangerò senza troppa fretta e farò qualche sorriso scemo senza sapere neppure il motivo.
Starò concentrato per non fare errori, mi terrò informato su ciò che accade ad ogni angolo del mio tavolo, darò fugaci toccate e fuga alle scollature delle ragazze del tavolo vicino e poi rimetterò al domani la decisione.
Un giorno, un altro giorno passato senza sapere, ma soltanto immaginando.
C'era il sole oggi, avevo amici attorno e mi son dato una spiegazione.
Poi dormirò senza sapere il motivo, con una maglia pulita e le mutande rosse. Quelle con i dadi.
Domani chiuderò bene le finestre, che tutto questo non esca fuori. Mai.

Lunedì, 1.34. Milano. Guardo i resti sulla strada e provo a ricomporli, come un puzzle.
Sono sempre più convinto che ciò che mi serve sia tutto qui a portato di mano, i pastelli, le formine e il fango da metterci dentro.
Sono quasi sempre più convinto che ciò che mi serve, in realtà l'ho sempre avuto.
Basta poco.

giovedì, ottobre 25, 2007

Pezzi di foto-foto di pezzi

Ho molte foto e pochi ricordi.
Ecco perchè non ricordo quel bacio e il posto in cui avvenne, ma forse è stato solo nella mia mente.
Ricordo di non esser stato solo in lunghi discorsi senza senso ma ricchi di passione, ma forse avevo occhi solo per passioni fantasiose o retaggi dal passato.
E quegli occhi e quella bocca e a volte solo il pensiero di poter parlare, di poter capire chi sei, cosa vuoi.
Pezzi di una vita messi insieme da più posti. Collage di persone.
Ho tante foto che non ricordo di aver scattato e altre che mi vedono protagonista di momenti che non ho vissuto. Non ricordo neppure le strade che ho percorso quando eravamo insieme, le città attraversate e i sogni discussi. Ricordo solo il desiderio di un bacio.
Di quel bacio.
Dimentico spesso le ansie di un ricordo.
Ho tante foto e me ne manca qualcuna.
Un alba di speranza, una coppia che si ama, un tramonto che si spegne senza più rancori.
Ho troppe foto nella mia mente, qualcuna la posso certo cancellare, ma non ricordo di aver detto che qualcosa sia finito ancor prima di averlo visto cominciare.

martedì, ottobre 23, 2007

Pro i bi Zio nisMo

Signore, tu che sei l'emblema di questa società un pò bacchettona e al tempo stesso borghesotta, dimmi...
posso darti del tu vero?
Ok...dimmi perchè io dalle due di notte in poi non posso più crogiolarmi in una birra, subendo l'arsura del tempo, del ballo, della noia e del caldo nel locale, pub o discoteca in cui mi trovo.
Tu persona perbene e tranquilla o forse inutile giornalista di StudioAperto mi potresti rispondere che così non ci saranno più morti nelle strade nei week end per le stragi del sabato sera. Io penso che sia una cazzata.
Lo dico nel pieno rispetto delle vite che sono state spezzate, nel rispetto delle leggi e dei codici.
Dico solo che è un palliativo per mettere contenti al loro posto i bacchettoni che animano il nostro Bel Paese, ma non sono soluzione a nessuna strage.
Faccio semplicemente un paio di domande alle quali vorrei fosse data risposta.
Quanta gente si muove nel fine settimana? Nelle ore di divertimento tra venerdì e domenica, in tutta Italia, si muoveranno diversi milioni di persone. Parlo di milioni.
Quante persone perdono purtroppo la vita e quante per motivi legati all'alcol?
Si può parlare di strage?
Allora perchè non vietiamo le vacanze estive, visto che durante "l'esodo" muoiono svariate decine di persone?
Perchè non diamo maggior risalto ai mille e passa defunti sul posto di lavoro?
Sono forse meno accattivanti per l'opinione pubblica? Sono forse troppo povero e schierati i sindacati per sentire le loro proteste?
Perchè non abbassiamo i prezzi dei taxi o mettiamo mezzi pubblici tutta notte?
Perchè non controlliamo i modelli delle auto che finiscono coinvolte, magari la colpa è della Twingo piuttosto che della Barchetta. Magari è in ciò che ha mangiato l'autista.
Ma perchè nessuno parla di cocaina? Forse perchè aprirvi un'inchiesta toccherebbe il vizietto di molti di voi bacchettoni perbenisti?
Perchè non andiamo a vedere come guidano queste persone, perchè non è l'alcol a farti andare per forza veloce o essere violento e irascibile, ma la tua testa di cazzo.
Ok...ora datemi pure dell'alcolizzato perchè trovo ridicolo vietare una cosa perchè non si trovano soluzioni intelligenti. Ditemi che tutto il possibile viene fatto contro la prostituzione e la pedofilia.
Ditemi che questa è la soluzione migliore perchè mi sono davvero rotto i coglioni di sentirmi preso per il culo dal vostro fottuto perbenismo.
Ora lascio vi lascio alla vostra bella società, dove non esiste il negro o l'immigrato e se c'è è cattivo. Vi lascio ai vostri figli che non si drogano, ma chissà chi consuma tutta questa cocaina, vi lascio ai vostri mariti fedeli, ma non mi spiego chi vada a trans. Le mogliettine tutte "casa e chiesa", salvo poi andare a letto col vostro migliore amico. I vostri presti con molte attenzioni extra ecclesiastiche sul pargoletto...non vorrei turbarvi troppo.
Io chiamerò qualche amico border line come me, ho voglia di bermi una birra.

giovedì, ottobre 18, 2007

scin5scento

Dove si potrà finire andando avanti di questo passo?
Ritengo che non sia dato saperlo, perchè non si sa quanto ancora sarà lunga la strada.
26 sono gli anni che ho e credo che forse 5 mesi della mia vita li ho spesi in fila.
Alla posta, al supermercato, allo stadio o in autostrada. Ma anche dietro ad occasioni, ad attendere una birra o il sorriso di una ragazza.
1 laurea, 1 diploma e una certezza, me la dovrò vedere da solo lungo la strada.
2000 persone almeno mi saranno state presentate e con alcune di loro avrò scambiato anche 2 o 3 parole, 1 battuta e sicuramente mai mi sarò ricordato il nome quando miè stato detto. Anche se dovessero presentarmi una ragazza, una bella ragazza, mi perdo sempre la prima parola. Il nome. Ma non sempre è un problema e per di più so che è condiviso, per cui se siamo in 2 a non ricordarci il nome, non è un grosso male.
Tra tutte loro, molte le ho solo viste passare, 2 o 300 le conosco e almeno una 50ntina mi sono vicine. Tra queste 5 o 6 sono considerabili fratelli e per tali a volte li ammazzerei. Ma sono decisamente meno delle volte in cui non lo farei. Direi un 5 a 1.
500 sono i post che ho scritto, con questo, su questo blog. Chissà quanti belli, chissà quanti spazzatura, chissà quanto me ne fotte. Ma chissà quante parole spese, diciamo 200 o 327 a post e moltiplicalo per 500. Tante, troppe, infatti sono d'accordo con chi mi dice "chiudilo" ma anche con chi mi dice "non farlo". Attendo sempre che almeno 1 ragazza mi dica "sono affascinata da come scrivi e" (completamente nuda mi dica) "scopami". Siccome 0 volte e capitato e son sicuro 0 volte capiterà, prevedo altri 500 post, milioni di parole, pensieri a caso e culi nudi.
1000 migliaia di litri di birra sono trascorsi e centinaia di insuccessi ho avuto con donne. Una manciata di volte ho concluso amorevoli incontri e chissà quante poche volte soddisfatto la consorte.
2 o 3 compagni di sbronze fedeli e qualcuno si è perso per esser fedele a ragazze, a famiglie o al suo ego, 2 i locali e una la strada.
Svariati milioni i capelli che ho perso sul cuscino, qualche preservativo è finito nel cestino, altri nel cesso e non so quanti fanculo m'han detto dietro.
Ho 1 cappotto nuovo, i capelli a 0 e attendo l'inverno tranquillo.
Ancora non so dove si potrà finire andando avanti per questa strada, di certo so che la si può cambiare facilemente.
Penso anche che leggendo tu abbia sceltdi restare su questa, altrimenti basta un click.

Chissà se sono l'unico ad averli letti tutti e 500.

lunedì, ottobre 15, 2007

La stanza

C'era una stanza in quei quattro piani più mansarda.
Era una stanza piccola ma molto illuminata, senza colori, ne odori. Nessun sapore.
Ma almeno lo suppongo perchè quella stanza prendeva tutti i pensieri miei, ma...c'è un ma.
Non ci sono mai entrato.
Nel continuo andare e venire delle mie giornate non l'ho mai aperta.
Giorno dopo giorno dopo mese dopo ano è rimasta sempre chiusa al mio sguardo.
Ma è sempre stata aperta alla mia immaginazione.
Vedevo le pareti candide e l'arredamento minimalista nelle giornate di sole dove per stare bene con me non avevo bisogno di niente e nessuno. Forse solo di un buon argomento con cui spaccarmi il cervello e qualcosa nell'aria. La luce sarebbe entrata forte e densa a riempire tutti gli spazi vuoti e nessuna lampadina avrebbe mai portato l'artificio ad illuminare le quattro pareti.
A volte pensavo fosse tutto nero all'interno e mai avrei voluto entrarvi. Pensavo a trappole e tranelli, mostri e streghe. Ero piccolo e la vedevo come la mia stanza delle punizioni, non riuscivo neppure a fissare la maniglia perchè avrei potuto aprirla col pensiero.
Ma son cresciuto e spesso l'ho vista multicolore e fluorescente, quando salendo le scale a zig e zag per aver sollevato troppi bicchieri, più di una volta bussavo e dicevo "cucù settete...c'è qualcuno?" e poi con un rutto mi rispondevo che nessuno era in stanza. In quei momenti la sognavo come stanza per le mie serate con gli amici, con un paio di divani, una grossa libreria e un mega frigo pieno di birra, gorgonzola e vino. Tappeti, stereo e chi si è visto si visto.
Ma l'ho anche voluta come stanza per andare a fare l'amore quando non sapevo dove andare e i soliti posti mi sembravano troppo soliti. Le pareti rosse, un materasso a livello del pavimento e candele profumate attorno. Musica d'atmosfera, cantautori e ballate rock, vino bianco, luce soffusa e la persona giusta.
Ma tante volte avrei voluto metterci la testa mia, i miei pensieri e i miei sogni. Il mio conto in banca a zero, il lavoro e il non lavoro, gli amici e le donne amate e mai avute, i miei perchè. Farne un grosso scatolone e nasconderli tutti lì, insieme ai fantasmi di quando ero bambino.
Non sono mai riuscito a trovare una scatola tanto grande e ora, ora, guardo quella porta e penso a tutto questo, però ho una convinzione.
Un giorno, chissà quale e di sicuro non vicino, lì dormirà mio figlio. E' in quella stanza che lo vedo, la stanza che non ho mai aperto per paura, per obblighi o per pigrizia, ma è la stanza che dovrà essere aperta.

Uno, ed è il primo....spero

E passano gli anni e la vita si colora e le stesse stagioni e la vita si innamora...
passano i giorni e tutti si sposta e trascorrono gli inverni ma tutto resta uguale...
e............già ma poi basta un fatto solo, uno stupido e scemo fatto per molti e ti senti bene.
Basta una soddisfazione e tutto è diverso.
Dopo due anni un goal e dici "fanculo ci sono anch'io" e magari non c'era nemmeno bisogno di dirlo.

Però è così bello lasciarsi inondare dalla gioia dei propri compagni, come un getto caldo che ti abbraccia e ti porta via...
...e andiamo così...e così sia...

clikka sulla foto per la cronaca della partita

martedì, ottobre 09, 2007

Angeli e demoni

Adesso il ciclo è cominciato e non si sa quando andrà a finire. Neppure si può immaginare dove andrà a parare.
Drasticamente aspetto, seduto in poltrona, e me li vedo passare avanti a me a coppie equidistanti, perfettamente in linea col rispetto che ho di loro.
Non mi fanno paura, ma temo soprattutto il ricordo dei più belli, perchè i brutti, una volta passati fanno soltanto sorridere.
Attendo che si schierino davanti a me, nel poco spazio loro concesso e mi metto comodo sulla mia poltrona senza dover prendere una posizione precisa, forse decisa, ma non si sa da chi.
Sorseggio il mio succo d'arancia allungato con vodka ghiacciata e attendo.
Non nego che l'attesa mi snerva ogni volta e se avessi del cibo, qualcosa da sgranocchiare, non mi tirerei indietro. Il fumo intorno lascia intravedere lo spiraglio di un inizio, mentre ciò che vedo è il solo il fondo del mio quasi analcolico.
Ecco che a uno a uno mi vengono a porger visita, disteso sul mio trono provo con indifferenza a non farci caso, ma faccio molta fatica a non mostrare piacere per tutte quelle visite.
Ho paura a restar solo e ogni processione l'accolgo con passione.
Provo a chiuder gli occhi per farmi prendere dall'estasi di quei venuti, sia che siano belli sia che siano brutti. Mi lascio trasportare e penso a quando ho visto quel demone divino che mi ha fatto piangere per amore e voltandomi imbatto sul dolore che ho provato con quell'altro angelo. E ha fatto molto più male, senza lasciare cicatrici fuori.
Li vedo tutti di fronte a me, così asessuati da far pensare a un orgia e mi rilasso, pensando a quante volte ho fatto male e quante altre sono finito steso, senza nemmeno la forza di parlare e spiegare o chiedere un perchè.
Un altro succo, ecco che ci vorrebbe, magari meno allungato perchè nessun fumo deve alterare il momento. Impilo ricordi come fossero scatoloni pieni di emozioni, senza dividere le cose belle dalle meno belle, quelle che ormai non ha più senso chiamarle brutte.
Li guardo scorrere in tutta la loro bellezza, angeli e demoni che si tengono per mano, in file compatte.
Li guardo sfumare, seduto nella mia poltrona, con una strana arsura in gola e un prurito in mezzo alle gambe.
Li guardo sfumare persi nella penombra della stanza buia e appena sono fuori, quando anche l'ultimo ha superato la soglia, mi alzo.
Finalmente.
Ho troppa sete e nel frigo ho ancora un pò di succo, ma non sarebbe bastato per tutti.

mercoledì, ottobre 03, 2007

9101967

Che non ci sono regole e miti è una delle cose che mi sono sempre imposto.
Ho mitizzato la regola, ma ci sono eccezioni che servono a confermarla.
Quando il 9 ottobre del 1967 te ne sei andato tutti piansero il mito.
Dicono che siamo una generazione senza ideali, che non ce ne importa nulla del nostro avvenire ma ci basta guardare al nostro.
Ai nostri interessi, ai nostri conti in banca, alle nostre amichette e ai nostri "giocattoli".
Senza interessi, senza volontà. I valori finiti chissà dove. Han provato a darci della "generazione X", dei faciloni e dei viziati. Donne interessate ad apparire e ragazzi mammoni.
Poi ci mettono in televisione rappresentati da "quelli della notte", "quelli della bella vita", che frequentano locali e bevono solo per guidare forte e schiantarsi chissà dove.
Quando quel 9 ottobre 1967 te ne sei andato, mi pare non eri a casa tua sul divano o in poltrona, ma per questo sei stato oltraggiato dai benpensanti.
Allora anche se siamo tanti, siamo quelli con il domani più incerto, stretti da chi non vuole mollare la poltrona e non ha la minima intenzione di investire su noi.
Facciamo fatica a sposarci e uscire di casa, siamo restii dal costituire un nucleo idoneo ai canoni della Chiesa Cattolica. Troppe coppie non sposate, troppo sesso libero...troppi gay.
Ma chi glielo spiega che gli affitti sono proibitivi al punto che ammiro chi riesce a mantenersi, senza considerare che i tempi son cambiati e le prospettive di mettere su famiglia molto allungate. Anche se poi, sinceramente non me ne fotte un cazzo del matrimonio o della Chiesa. Certo nel 1967 tutto era diverso. La ripresa economica e le lotte sindacali, gli studenti in piazza e gli operai nelle strade.
Ora per smuovere le persone ci vogliono i comici, mentre i politici servono solo a far disinnamorare il cittadino dei suoi interessi. La sinistra, quella vera, sarà chiusa in qualche sezione di periferia e la destra, quella estrema, la fanno ormai solo alcuni figli di papà. Gli altri menano, ma dalla parte sbagliata.
In mezzo solo industriali e borghesotti, che si differenziano solo per il nomignolo che si danno. A volte liberali e altre radical-chic. Tutto è molto triste.
Soprattutto perchè finisce con l'indicare noi, che in fondo corriamo per restare almeno nel gruppone e non essere mangiati dal fondo. Ci basterebbe un futuro normale, magari anche semplicemente ciò che hanno fatto mamma e papà, magari meglio o leggermente diverso.
Magari anche cambiare il tutto. Rivoluzionarlo.
Quel 9 ottobre del 1967 se n'è andato un mito.
Lo ammetto, altro che palle...altro che i miti non esistono...
Se n'è andato uno che ha lottato per le libertà di popoli non suoi, uno che combatteva lontano dal popolo per il popolo...uno che ha iniziato da ragazzo normale ed è finito da esempio.
Poi si può finire anche su migliaia di magliette ed essere odiati per quello, ma soltanto da chi non ti conosce e non sa chi sei, da chi sposta socialismo e voglia di libertà nello stupido dualismo compagno/camerata.

Ci dicono di essere fuori dal Mondo e dai sondaggi siamo sempre fuori dalle cose giuste.
Forse hanno ragione e Noi non siamo Loro...lo dicevi anche Tu, no?