L'angolo adatto per nani, ballerine, cantanti, troie, alcolizzati e illusi. Ovviamente qui nulla è serio...se sei dei nostri...benvenuto, entra pure

venerdì, agosto 12, 2011

ieri come domani

ogni sera ritornava a casa alla stessa ora. stessi mezzi, stessi passi contati.
134 passi dal portone dell'ufficio alla fermata dell'autobus. 8 fermate, 24
minuti. 53 passi per arrivare dalla fermata vicina a casa al semaforo e altri
65 per giungere al portone. 4 rampe di scale, otto gradini l'una.
due giri di chiave.
mai una volta che le cose cambiassero, mai un caso che cambiasse il lento
scorrere degli eventi. gli sguardi alle vetrine, manco a dirlo sempre quelle.
la latteria con i vetri appannati in inverno e la pubblicità della granita in
estate. il calzolaio e le centinaia di paia di scarpe all'apparenza tutte spaiate.
l'edicola e quelle foto di donne nude troppo ammiccanti.
65 passi lunghi, nessuna sosta. il solito semaforo a salutare i primi colori del
mattino e quasi ogni giorno trovare il verde per il passaggio della strada.
non una coincidenza, ma il giusto calcolo tra il suono della sveglia e la frequenza
dei passi. dei 65 passi.
a ritroso non andava mai, perchè non c'era nulla da ricordare che valesse il
tempo di fermarsi. non guarda mai neppure avanti perchè nulla è così
importante da dover richiedere un'accelerazione, uno scatto o un desiderio
di essere altrove.
tutto ha il suo tempo, un attimo dura un attimo e ogni secondo è uguale a
quello prima e a quello dopo.
la sola differenza tra un secondo e l'altro la fanno i passi che sei riuscito a
mettere insieme. forse qualche imprevisto che però somma i secondi, non li
lascia mai soli al proprio destino.
addirittura i sogni prendono soltanto il tempo a loro dedicato, lasciando il
segno in sveglie inaspettate, eiaculazioni estemporanee e insignificanti piaceri.
una cena spesso uguale al pasto precedente per sancire un ordine di
compensazione. poca acqua e due dita di vino, per fare in modo che la
bottiglia aperta duri una settimana esatta senza il rischio che vada a male.
il sapore acido può rallentare alcuni movimenti con le smorfie che ispira.
il telegiornale vissuto passivamente e poi il comodo letto, rifatto di fresco,
da cui fissare fuori dalla finestra alla ricerca di un qualcosa che non c'è.
unico vezzo concesso e ammesso a quella giornata. a tutte le giornate.
poi uscirà di casa nuovamente la mattina dopo, alla stessa ora.
stessi mezzi, stessi passi contati.
toglierà il chiavistello, 4 rampe di scale, otto gradini. 65 passi tra il portone e
il semaforo, 53 per arrivare alla fermata dell'autobus, 24minuti, 8 fermate e
altri 134 passi per il portone dell'ufficio.
il contrario per tornare a casa. e così via.

lunedì, agosto 08, 2011

Pensando

Si gira spesso intorno a giri di parole, come entrare in una rotonda e non
uscirne per lunghi minuti. Velocità di marcia non forzatamente accelerata
per evitare l'effetto lavatrice.
Quello che a causa della perdita di punti di riferimento ti fa vomitare
fuori tutto. Parola per parola.
Giri di parole che girano su giri di note, scale musicali e ritmi.
Musica che apre a giri di danze e movimento.
Bianconi mette insieme immagini e suoni che diventano colori con un senso solo
se cantati con la sua voce.

Agnelli prende spunto da una lavatrice per buttare fuori, urlando, il pensiero.
Effetto centrifuga messo in musica.

Perdo tempo a pensare a ciò che devo dire e spesso non lo faccio.
"Immaturo" è il primo termine che mi viene in mente, ma effettivamente
anni fa pensavo molto di più prima di parlare. Parlavo anche molto di più.
Penso molto e parlo poco, cerco di limitare le parole e ascolto solo chi credo
abbia da dire. Anche se una possibilità la lascio sempre a tutti.
Un vecchio, un anziano o un bambino li ascolto di sicuro, per rispetto o per
la ricerca di qualcosa che mi stupisca. Un mio coetaneo fatico a seguirlo.
Mi perdo a pensare a cosa lo porti a dire cose che non penso, che
non condivido, che non accetto. Oppure che vorrei riuscire a dire io stesso.
Chissà che libro l'ha portato a dire certe cose e quale musica ispira i suoi
pensieri, i suoi segni e le sue smorfie.
Quali pagine mancano a colmare la sua mancanza di umiltà e quale canzone
porta tanta rabbia con sè. Ammetto ci penso spesso.
Perdo tempo a pensare a questo e non penso più a cosa dire. Vorrei mi venisse
detto cosa manca a me, cosa leggere e sentire e vedere.
Tanto e forse troppo.
Fante non portava mai all'eccesso la descrizione dei luoghi e dei colori, ma
proprio per questo ne senti gli odori e ne vedi i colori.
Ellis descrive con piacere anche i pensieri più macabri, dalle ansie alle paure
passando per la perversione.

Abbasso la soglia di attenzione sul reale e resto solo, con lo sguardo fisso.
Giri di parole che sanno di provincia, di labbra salate e una zappa, di strade
prese, scaffali vuoti e mezze frasi.
In fondo a parole si può dire molto ma col pensiero si potrebbe dire molto
di più.