L'angolo adatto per nani, ballerine, cantanti, troie, alcolizzati e illusi. Ovviamente qui nulla è serio...se sei dei nostri...benvenuto, entra pure

sabato, dicembre 29, 2007

TORnato dal TORpore

Dicono i ritorni sian più brevi delle andate, forse perchè ti dai dei punti di riferimento. Dico io.
Altri dicono che si possano dedicare anche tre giorni ai propri cari, rinunciando alla propria vita. Non credo sia fattibile. Dico io.
In effetti dico troppe cose, a volte tutto e il contrario di tutto. Sembra quasi sia troppo complesso, ma in realtà vorrei cose semplici. Ne sono certo, io.
Però tant'è, forse è per queste che non amo il Natale, che non mi faccio invadere dallo spirito buonista e non mi affogo in dolci e porcherie.
Ma sono andato addirittura a messa, anche perchè fuori faceva freddo.
Ho rivisto anche vecchi amici, parlato di vecchie stronzate e pensato a nuove emozioni. Sempre bello confrontarsi col piccolo Krepa che girava da quelle parti e vedere come viene visto ora e se ha lasciato qualcosa di buono. Di sicuro sono corsi fiumi di alcol...le grandi occasioni vanno bagnate il giusto.
Che poi alla fine il Natale non l'ho mai troppo amato, preferisco il lento risorgere dei giorni dopo, con brindisi pagani e motivi tribali.
Sul treno stavo bene, nonostante tutto. La voglia di star da solo, la paura di esserlo veramente, gli sguardi della gente, gli occhi della bella capotreno e l'inseguire il Profumo tra le pagine di Suskind, sino a farmi inebriare nella mente.
Come se già non fosse abbastanza piena, come se già non volessi non essere qui, come se già non mi pesi starci da solo. Sarà che sto cazzo di Natale lo vedo come periodo di bilanci, senza pensare ai soldi, ma al chi sono e dove cazzo sto andando.
E' quel fottuto andirivieni di parenti e giudizi e una data certa come giro di boa.
Perchè non voglio trovarmi tra un anno dove sono ora, non così almeno.
Perchè ho capito che Dio è morto e il Che sta bene sulle magliette, che riempirmi la bocca di cagate non mi porta a nulla e farmi uno sfregio in faccia non porterà beneficio al modo in cui sono visto dagli altri.
Se ci fossero dei dubbi a ciò che sto dicendo, porgeteli direttamente a BabboNatale nella prossima letterina, io comincio a brindare al nuovo anno.

Poi forse come si diceva con Dade l'altra sera, "basterebbe non prenderla in culo ogni volta che teniamo a qualcosa, ogni volta che siamo innamorati, ogni volta che diamo tutto e stare bene...sereni...". Già, basterebbe, ma forse "è il triste destino di noi, guerrieri dal cuore tenero".
Già...fottuto Natale...

domenica, dicembre 23, 2007

Se non ci vediamo prima, BuonNatale!!!

Tante volte ho detto e scritto sul calcio. Sul "mio" calcio, la mia squadra, i miei amici, i miei sogni...
Quest'anno il sogno di poter vincere un campionato non è solo un utopia, il sogno non si manifesta solo nelle notti solitarie ma si visualizza domenica dopo domenica. Lo vedo negli sguardi, nei "vaffanculo" in allenamento e sulle pacche sulle spalle.
Ma il calcio, l'ho detto tante volte, non è solo fatto da 11 persone che si rincorrono dietro a un pallone. Sono vite, fatti e storie. In settimana leggevo da Carlo di un fatto triste, di un nostro ricordo e il destino mi ha riproposto le stesse cose, con modalità diverse...oggi non c'è stata partita, troppo superiori noi, troppo uniti, troppo SQUADRA. Lo dovevamo essere e lo siamo stati, soprattutto per Roby che col lutto nel cuore e la testa sicuramente da un'altra parte era lì tra noi, presente. Ha giocato alla grande, ma soprattutto ci ha dato l'esempio...
Le parole del padre prima della partita, in quel rongraziamento semplice e non dovuto, mi hanno stretto il cuore...
Quel minuto di silenzio prima della partita, tutti intorno a lui, è segnato la vittoria della partita...
Poi il resto è solo calcio è solo pallone...ma niente dà emozioni così...lo so, lo sento, arriveremo così carichi alla fine dell'anno, sono cose che segnano dentro.
Non siamo campioni, non giochiamo in grandi platee, ma così si dimostra di essere uomini...uomini e amici veri...
Ora basta...

Buon Natale stronzetti, vi voglio bene...

venerdì, dicembre 21, 2007

Lui e ...

Ora state attenti, visualizzate bene lo schermo...non accadrà niente.
Ma è di "niente" che si riempiono le nostre anime. O mi sbaglio?
Ma è anche di percorsi che si nutrono i nostri corpi. Di passi in avanti, di passi indietro, ma è sempre un susseguirsi di passi, una scansione lenta con accelerazioni improvvise.
Lui aspettava la fine del vecchio percorso per iniziarne uno nuovo.
Non che fosse stanco di quello passato, ma era arrivato alla fine con uno strano mix addosso, un misto di serenità e inquietudine, di gioie e paure, di amori e di odi.
Se lo sentiva, il nuovo percorso lo stimolava, avrebbe fatto nuove esperienze, trovato nuovi lidi e visitato nuovi porti. Il tutto restando dove si trovava, in continuo movimento ma senza lasciare il suo Mondo.
Per quest'anno avrebbe lasciato tutto lì, chiuso nel suo cassetto, ma ci avrebbe provato sino in fondo.
Aveva obbiettivi da sradicare, castelli di carta da annullare e fantasie altrui da smontare.
Innanzitutto per se.
Era troppo tempo che sentiva freddo sulla sua strada, non quello che senti fuori, ma quello che gela dentro. Con quello ha scelto di cessare la convivenza. Che non è proprio un cambiar testa o cambiar vita, certe abitudini gli resteranno, Lui può perdere il pelo ma non il vizio. Però vuole certezze e condivisioni e solo a quel punto abbandonerà il vizio.
Poi Lui vuole soddisfazioni ed esperienza. Almeno questo mi ha confidato.
Ha una voglia matta di mettere da parte esperienze e contenuti, storie e passato. Vuole creare qualcosa di bello e si impegnerà a fondo in questo.
Lui vuole esultare e festeggiare in campo, questa volta. Senza odi e botte, senza se e senza ma...vuole la gioia vera di una festa che parta in campo e duri tutta notte e poi ancora...
Vuole il passo, che non vuol dire niente di male e neppure molto di bene.
Non vuol dire mettere la testa a posto del tutto e neppure cambiare, nonostante tutto si piace anche così.
Se tra un anno non sarà così, allora penserà di andarsene, sarà Messico o Brasile, Africa o Australia...non si sa, magari anche dietro casa...ma sarà ora di cambiare.
In tutto ciò la convinzione che il 2008 spaccherà, ad anni alterni è sempre così...

...ma ci sarà sempre troppa poca tonica nel mio vodka gin tonic...tranquilli

lunedì, dicembre 17, 2007

Natale alla porta

Conosco molto bene quanto sia sottile la pellicola che ricopre le mie certezze.
Basterebbe una parola mal detta a far crollare ogni singolo castello di carta che cerco di cementificare al suolo.
La finestra starà chiusa anche il giorno di Natale.
In quell'inutile pranzo senza commensali avrò al mio fianco volti noti e altri meno. Tra un brindisi e l'altro, sentirò lo scorrere lento del tempo, felice di essere presente alla festa del niente.
Mi piacerebbe brindare tra Totò e Peppino prendendo al santo Natale, pensando che anche Osama e George W. lo staranno festeggiando, tra ricordi e passioni e lampi di inventiva.
Saranno dinanzi a un panettone anche il Dalai e il rabbino Capo, magari scambiandosi messaggi di cortesia con Papa Benedetto o Gesu Cristo in "persona".
Ma mettendo su uno specchio ogni singolo secondo da qui alla prossima venuta, capisco che all'evento si deve arrivare attenti. Coperto molto bene alle intemperie e al bombardamento dei regali di Natale, parteciperei al pranzo interessato ai cazzi altrui.
Alle prodezze dei parenti, ai fidanzamenti degli amici, con il volto attento e sveglio verso i sogni che ho dentro, nientaltro che pure e semplice banalità del mio quieto vivere.
Mai come quest'anno arrivo sereno al mio Natale.
Passando l'ultima mano di cera al pavimento, accoglierei gli ospiti muniti di bottiglie di vino, magari intrattenendoli con discorsi non banali, con ospiti speciali, con succosi contenuti.
Aver presenti Jodorowsky o Sepulvéda a dialogare e chissa'lcazzo a intrattenere i convenuti, con me stanco e assente, preso in disparte dalla noia di quei giorni che il ricordo mi riporta.
Che cosa chiedere di più al Natale? Nulla, solo serenità, la salute per chi mi è vicino ( e per chi legge) e la voglia di tirare avanti sognando il paradiso terreno e restando sempre qui, tra queste quattro fottute mura. Almeno finchè non potrò dire di averlo fatto o di averci provato sino in fondo.
A fare cosa? Magari ve lo dico in un altro posto, però ha a che fare col Natale, quello da cartolina, senza fuliggine e puzza di marcio. Quello che sognavi da bambino e ora ti sembra scemo.
Quello che...che poi in fondo anche questo non è poi così male.

**poi leggo le righe di Carlo e quella pellicola si strappa subito nel ricordo di quel momento...mi hai fatto piangere, bastardo...

domenica, dicembre 16, 2007

Krepa goal two times

A volte un goal ti da emozioni enormi e altre ti passa sopra come un onda quando sei immerso nell'acqua.
Certo non sarà stato meraviglioso, sicuramente è stato importante.
Almeno perchè oltre a una mia bella dedica personale, credo sia stato giusto non esultare...
un pensiero doloroso, nella gioia di un risultato, alla quarta vittima per l'omicidio di Torino.
Non è retorica e neppure populismo...solo un pensiero che vorrei condivideste.



Poi sulla squadra, sul gruppo, sul resto, ogni parola sarebbe sprecata.
Non so cosa sia davvero bello e perfetto, ma Noi ci siamo molto vicini.
Grazie di tutto ragazzi...vi voglio bene

giovedì, dicembre 13, 2007

Sulla romantica scia del tram trovo solo preservativi usati

Non capisco i film d'amore.
Non lo faccio apposta, ma ho un senso di ripudio per i lieto fine, sarà che nella mia vita ne ho visti ben pochi e spesso anche male assortiti.
A dire il vero non vado molto neppure al cinema, non ho nessuno da portare con me e adoro andarci solo. Non sopporto i commenti degli altri se un film mi piace. In certi casi i pezzetti del mio ego raggiungono il livello di un totem. Mi ci nascondo dietro.
Adoro invece farmi film in testa, immaginarmi la scenografia del libro che sto leggendo, le inquadrature, gli attori che userei. Il tutto mentre mi immergo nella mia città dentro tram stracolmi o metropolitane che lasciano la scia di fetori orientali e sogni cittadini.
Fatico a leggere il retro copertina degli Harmony che trovo sulle bancarelle.
Preferisco di gran lunga leggere storie di vite vissute davvero, romanzi e storie gialle. Solo un vecchio, che per i fatti suoi leggeva romanzi d'amore riuscì a farmi appassionare a certe "avventure".
Preferisco le poesie, anche d'amore, ma un libro intero non riesco a sopportarlo. Solo dei fiori potrebbero farmi cambiare idea, meglio se malefici.
Continuo la zig zagante malinconia del quieto vivere tra la luci soffuse del mattino e i cieli stellati delle nottate velate da nuvole pesanti e nebbie assorbenti. Tutto svanisce al risveglio lasciando patine ghiacciate su auto e sogni noturni.
Le nature morte non le ho mai comprese e detto tra noi non mi affascineranno mai come l'arte contemporanea.
Il lento scorrere del tempo, che ogni secondo mi fa essere più consapevole di ciò che ero, presto porterà via un nuovo anno. Il prossimo sarà di certo come l'ultimo anno pari, vissuto con determinazioni e commozioni. Lo sento che mi porterà soddisfazione e se mai ciò dovesse accadere almeno avrò la speranza che si avveri.
Molto meglio vivere nella speranza che qualcosa arrivi che vivere nella disperazione che quella cosa non sta arrivando.
Trovo molto scontato il sopravvivere ma mi rendo conto che per molti non è così. Sarà forse per questo che mi accingo a vivere diversamente ogni cosa, a non banalizzare un discorso, a rendere speciale ogni momento. A volte penso di essere affetto da crisi di malinconico rigurcito, inseguendo sogni troppo distanti, ragazze troppo desiderate ed emozioni inappagabili.
Fortunatamente ho smesso con le crisi da ansia da prestazione per una serata, le paturnie sul dove andare e le cose da dire. Ormai cerco di viverle tutte, senza distinzioni. Le falsità le lascio sul cuscino.

sabato, dicembre 08, 2007

L'Italia è uno Stato fondato sul lavoro

E' proprio questo che recita la nostra Costituzione.
Sarà una cazzo di Ave Maria l'ultima cosa che "sentiranno" prima di esser messi sotto terra per la gioia di familiari e cari che avranno meno spese in casa.
Sicuramente con gioia e soldi faranno i conti i piani alti di qualche multinazionale e l'ufficio fumoso di un politico consenziente.
Il fatto è che 4 persone sono morte in questi giorni sul posto di lavoro e non importano colori, paesi, città e partiti.
Conta che non si può morire sul posto di lavoro, non si deve morire giovani, quando ancora tutto è davanti, ancora da costruire. Siamo nel 2007 e ogni anno circa mille persone sul posto di lavoro hanno infortuni gravi o addirittura muoiono.
Una cosa credo peggiore di una guerra. Anzi una vera e propria guerra.
Adesso parliamo di questo cazzo di Natale, facciamo trasmissioni buoniste o che danno la caccia al killer di turno e diamo il culo alle multinazionali.
Andiamo avanti così, si liberano posti di lavoro.

Da un posto sicuramente border-line, un pensiero forte va a chi ci ha rimesso la vita per arricchire il proprio capo. Va ai metalmeccanici di Marghera, ai camalli di Genova, agli extracomunitari sfruttati, a chi lavoro senza le dovute protezioni e magari a 24 anni si ritrova con un tumore ai polmoni...perchè tutto questo NON deve accadere.

Amen

venerdì, dicembre 07, 2007

forse un pò confuso, ma parla d'amore di vita e di me

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giovedì, dicembre 06, 2007

PaZienZa

Come un parto di nuvole pesanti
che cade a terra
e non bagna il terreno.

Cadevano lente
nello scorrere del fiume
che lento, scendeva verso sud.

Sale in alto il pensiero
come un raggio isolato
verso l'alto, verso...

lunedì, dicembre 03, 2007

La lunga notte di Piero, stagista in pensione

Se tutto potesse raccontarsi dalla fine.
Si potrebbe ripercorrere al contrario tutta la strada fatta dalle sue insostuibili AllStar rosse, ormai disfatte. Se rifacessimo tutto riavvolgendo il nastro, forse, non sarebbero nuove neppure appena comprate. Ha un grande dono, quello di rendere tutto vintage, mal che vada senza tempo.
Ma srotolando la storia, ora, alla fin fine, lo si trova lì, rilassato bello e felice.
Per tutto ciò che ha perso e non ha più, per le certezze che gli annullavano la mente.
26 anni contano dal momento in cui li cominci a pesare e quando stai bene anche soltanto prendendo l'acqua quando piove perchè l'ombrello ti opprime, devi ammettere che forse non crescerai mai. Ma Piero aveva un lavoro adesso, piccolo onesto e senza pretese.
Un lavoro vero, senza vincoli o scadenza, solo la sua fiducia nei confronti del capo, un vecchio sognatore ancora povero perchè troppo ricco di pensieri. Era come lui che voleva invecchiare.
Troppi stronzi inseguiti nei corridoi, a consumare scarpe di pelle comperate ai Grandi Magazzini, per trovare un lavoro serio, in ufficio, come avrebbero voluto i genitori di Lei, come avrebbe voluto la Mamma. Troppi calci in culo presi da scarpe migliori delle sue, dietro ordini di migliaia di fotocopie e umiliazioni per la sua troppo giovane età. Come se non essere vecchi fosse un crimine.
Sei mesi di stage, belle premesse e poi la conferma di non essere confermato, come nelle battute che si faceva la sera con gli amici in birreria, quando la scaramanzia giocava con la realtà. Poi i discorsi dei suoi, gli incoraggiamenti degli amici, le critiche di Lei.
Non riusciva neanche più a fare l'amore. Ogni tanto scopava, con rabbia...ma perchè buttava via il tempo così? Il suo tempo...
Sarebbero stati ancora lavori a tempo, centri commerciali e maglioni da piegare, clienti isteriche e colleghi senza voglia. Intanto le AllStar consunte diventano sempre meno nuove e anche il rosso sembrava quasi un pò bordeaux.
600 euro per le serate, una cena con Lei che era sempre meno sua e un'altra occasione per essere di nuovo come lo volevano. Stagista.
Accettare è adesso una sfida con se stesso e non son certo troppi i complimenti avuti. Le stesse storie e gli stessi fulmini, neanche tre mesi e tutto è di nuovo punto e a capo.
Ma adesso basta. Come diceva il gruppo di cui non ricordava mai il nome, abbiamo sogni che teniamo per noi stessi. Ma neanche un giorno avrebbe più regalato a quella vita, a Lei e a fotocopie ingiallite.
Avrebbe scelto solo lunghe passeggiate, sempre con quelle scarpe lise e poi tante corse, ma non dietro stronzi incravattati, sempre solo dietro a ciò che gli altri non vedevano ma in realtà c'era.
Non ci avrei mai creduto se non lo avessi visto seduto a quel modo con lo sguardo sognante a fissare le foglie cadute a terra dicendomi "non è fantastico?...cadono a terra senza far rumore".
Era tranquillo.

A tutti i "bambocci" dello Stato Italiano

"NeL miO ScrIGnO", sono i Perturbazione con Manuel Agnelli...per quella sera al MilanoFilmFestival e per quella al MiaMi...a chi c'era...e per Ringhio: AuGuRi!!!!!