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venerdì, marzo 20, 2009

Guardando lo scontrino

Raggruppo gente che abbia spalle grosse, è giunto il momento di giocare a viso scoperto.
A chi mi dice che arriva il momento di giocare sorrido amaro per il vizio di non mandare mai a cagare.
Han proprio detto bene quelli che dicono sia giunto il momento di scacciare i fantasmi.
Anche il più inutile dei peluche aveva incubi quando lo stringevi forte, pensando che insieme sareste stati imbattibili.
Benpensando ai giusti giudizi, spazzando via anche paure di morte.
Perchè ci insegnano come è giusto vivere, che è giusto farlo bene.
Perchè i crimini hanno solo peso se hanno nazione e un colore da distinguere controluce.
Occuparsi di vecchi delitti anzichè risolvere i nuovi problemi, accorgersi di non avere più i propri nonni.
Così ho capito che anche le parole hanno un peso pari a zero se le prendi una ad una.
Ricordo ancora quell'ultimo discorso, parlando di un bar dicevo di volergli bene.
Lo ringraziavo per ciò che sarei stato, forse, in futuro.

Saliremo un giorno, ma questo lo spero più che crederlo veramente,
sino all'interruttore che regge tutta l'energia.
Anche perchè poi c'è chi ci vuole insegnare il diritto di vivere, pur non potendo. Vegetando per il solo
finto credo di chi anela discorsi a favore del diffondersi dell'Aids.
Passo passo saliremo. Saliremo per poi precipitare tra vortici di pensieri.
E' da quando sono piccolo che mi piacerebbe essere nel novero dei benpensanti, di quelli che sanno dove sta il giusto, che Dio ce la mandi buona e fai un sorriso alla maestra.
Di quelli che ogni cosa che dicono appaiono sempre belli e senza rimorsi.
Cazzo...se penso a tutte le stronzate che ho fatto e che ancora voglio fare...

Io vedevo perversione dietro alle sgridate dei miei insegnanti, trasformando in filastrocche quelle pallose giornate di scuola. I miei compagni leccaculo non li ho mai sopportati.
Poi ho visto gente cui volevo bene stare male.
Intubati, straziati, corrosi dal male. E se penso a quanto nulle siano state quelle parole, vorrei dire a chi ci crede, che le parole fanno molto meno male della spada.
Basta prenderle una ad una.
Anche se parlando di un bar dicevo soltanto "non andartene".
Anche se non potevo pretendere che per il mio sollazzo coincidesse con suo vegetare.
Ed ho sperato che morissero, non perchè mi creda Dio, ma nemmeno perchè creda in Dio.
Perchè c'è vita solo se c'è passione, calore, amore, ragione e movimento.
Non posso sentire parole, filosofie e beipensieri in questo.

Ma il belpensiero non porta mai differenze.
Tutto nero ciò che è nero e tutto bianco ciò che mio.
Sempre troppo giusto farsi vedere belli anche nella lista della spes, quando se non puoi essere allora quantomeno devi apparire. E "farti" apparire.
Però io ho il vizio di non mandare a cagare. Ascoltare e rispondere.
Tutto bello. Ma a volte non ce la faccio, non mi trovo, non capisco.

Vorrei essere altrove e commentare il belpensiero con pochi sorrissini distaccati.
Immacolati. Fare della circostanza emanata da quel sorriso un costante fanculo intercalato
da sorsate di non senso.
Poche parole che non servono a un cazzo. Basta staccarle l'una dall'altra, prenderle singolarmente fuori dalla forza del branco. Senza dargli il peso del discorso.
Perchè le storie non finiscono mai davvero, ma bisognerebbe avere un buon sceneggiatore per scegliere il tempo giusto per cancellarne i cattivi ricordi.
E comunque io, più di quel discorso sul bar, non sarei riuscito a fare...