L'angolo adatto per nani, ballerine, cantanti, troie, alcolizzati e illusi. Ovviamente qui nulla è serio...se sei dei nostri...benvenuto, entra pure

venerdì, novembre 30, 2007

Leggere parole

Me l'avevan detto.
Che a volte la poesia contasse meno della prosa, dei fatti e delle cose. Ma spesso ho pensato che l'unico modo per uscire da alcune situazioni fosse lei, con i suoi mondi e suoi colori, magari ispirati da un paio di birre di troppo (fai anche tre), per cancellare i contorni e rendere tutto più vago e per questo definibile di nuovo. Ridefinire le certezze per rendere tutto più relativo e inconsistente. Dargli nuova forma e nuova compattezza. Cercando il bello.
Che di per sè come parola non significa nulla, lascia spazio alla soggettività, per cui al tempo stesso alle chiacchiere e così via. Son sempre parole che si inseguono. Come goccie d'acqua nell'aria o macchie d'inchiostro su un foglio di carta.
Sia chiaro sono convinto che certe cose siano oggettivamente belle, che certe ragazze siano belle come "La notte stellata" di VanGogh o il "White Album" dei Beatles.
Ma le parole hanno possibilità di poter descrivere cosa sia bello e cosa no, senza cadere per forza nel "brutto", forse in questo hanno importanza.
Se dico occhi non mi viene in mente quello sguardo e se penso bacio non ricordo sere buie, fredde e momenti intensi.

A volte si usano concetti stupendi ricondotti a una sola parola.
Ma con goal non descriverai mai cosa si prova a vedere quel pallone che gonfia la rete e con concerto non descriverai mai cosa vuol dire essere sotto il palco a guardare e sentire ciò che ti rende vivo. Neppure sesso può descrivere quanto sia bello far l'amore la tua ragazza o quanto sia appagante, a volte, una bella scopata.
Se dico ritmo non mi viene voglia di ballare e poesia non mi fa pensare ad albe o sogni.
Ma a volte si abusa delle parole stesse. Quante volte con amore, si chiama colui o colei che in realtà amore non sono. Amico viene spesso affibbiata a persone che si conoscono ma con le quali non hai mai neppure condiviso una sbronza, una doccia, due lacrime o un sogno.
Vomito non mi mette in testa una serata passata a cento all'ora e vecchiaia non mi dice niente né sui miei nonni né sulle prospettive della mia vita. Neppure bimbo mi fa pensare al futuro, alla cacca o alle api colorate che girano.
Ci sono comunque parole che aprono un mondo, parole che non dimenticarai mai, parole tue, nostre...ma pur sempre parole...
Che sian parole e che le parole restino solo per l'attimo in cui vengon pronunciate me ne accorsi già da piccolo, quando le promesse non mantenute facevan crollare castelli e boschi incantati.
Poi mi sono accorto di quanto conti più un abbraccio, della bellezza di un sorriso, di quanto un vaffanculo sia relativo. Anche perchè non mi fa venire in mente nessun posto.
Le parole nell'acqua non si sentono, ricordo lo scherzo a Jack ad Acapulco,
con lui sott'acqua ad indovinare le canzoni che noi fuori "non" cantavamo.
Però sott'acqua un bacio, una carezza o un dito medio si capiscono lo stesso...
Grande Jack...un abbraccio a te, lo mando a Londra...

mercoledì, novembre 28, 2007

scontri frontali vs amori banali

Si incontrarono nel tepore assonnato di un freddo Pomeriggio autunnale. Forse credevano fosse autunno soltanto perchè davano poco peso al lento scorrere del Tempo e non avevano ben chiaro l'inizio, e la conseguente fine, delle stagioni.
Il chiarimento non era dovuto, ma siccome l'incontro avvenne per caso, lo stesso caso volle che i due chiarissero.
Cosa? Vecchie ruggini, antiche abitudini e certo anche nuove passioni e neonati bisogni.
Se da una parte per uno stava iniziando la giornata, l'altra si accingeva a finirla, sfinita dal troppo lavoro e dallo stress, rallentata dallo sfarzo della sera prima che Lui aveva portato a casa, nelle pieghe dei vestiti e nel peso di un fisico bistrattato.
Era tutta lì la lamentela che lei voleva venisse a galla, senza per questo sembrare "vecchia e passata". Neppure troppo "responsabile e rigida". Ma, cazzo, era dura ultimamente avere la lucidità necessaria per Mattina, dopo nottate passate, dall'altro, Notte, tra bagordi alcol e locali.
Era tutto lì, perchè Lui non voleva darsi pace e seppure avesse un fisico che poteva permettersi ben altri palcoscenici, per Lei era dura rialzarsi con i mal di testa e i tempi di recupero sempre più lunghi. Per non parlare delle odiose occhiaie e dei capelli sempre arruffati.
Non erano neppure le diverse "mignotte" che ogni tanto si trovava affianco al mattino, seppure fosse segretamente innamorata di Lui, al punto da seguirlo spesso nei suoi vagabondaggi fuori orario.
Ma il sorriso smagliante e beffardo dell'altro, la portò alla pazzia di folli grida e insulti. Lo stress del troppo lavoro le aveva portato via anche la voglia di scherzare.
Basta, ormai era troppo. Sarebbe arrivata al punto di legarlo al letto appena il Pomeriggio fosse andato a letto. Ma non sarebbe stato facile perchè Pomeriggio era il meno interessato.
Rifocillato dal pranzo, si rifaceva con dormitine e sbadigli per presentarsi al suo socio in forma dignitosa. Si permetteva anche palestra o allenamenti di calcio. Gli stronzi...
No, non ce la faceva più.
Fu in quel momento che decise per una scelta drastica, il suicidio. Sperava di segnare anche il loro destino. Senza Lei, cosa sarebbe stato di Loro?
Un gesto folle. Esasperato e folle, ma anche sicuramente inutile.
Inutile perchè ogni giorno prevede una Mattina, soprattutto dopo che il tramonto rende spazio all'oscurità e il bel Notte è libero di fare il suo passaggio.
Dopo il lampo suicida, si accorse di aver esagerato. Forse saran meglio altre due aspirine domattina per il mal di testa e lasciare che quello stronzo si diverta...arriverà anche per Lui il momento del giudizio e forse anche l'amore.
In fonda la Mattina avrà pure l'oro in bocca, ma Notte è sempre più giovane.

martedì, novembre 27, 2007

Non è da bambini essere felici per Niente

Sono solo quattro righe scritte tardi e malamente ricontrollate.
Non aspettatevi verità ne chissà quale novità.
Solo gli ultimi due o tre giorni.
Dal cemento di un parcheggio dopo una festa al fango di un campo dopo una partita.
Poche ore di sonno per emozioni e divertimento contrastanti ma pur sempre unici.
Dalla gioia degli amici all'unione di un gruppo.
Perchè ci sono momenti che non hanno età e storie che non hanno tempo, ovvietà di un normale lunedì sera di un freddo novembre.
Qui novembre non cade d'estate.
Per cui si cerca calore in altre cose, in altri letti o in porti lontani. Se da un lato si sogna l'avventura ma si ha voglia di farcela qui, se la situazione sembra in salita ma si ha fame di farcela e se il freddo fuori lo sopporti ma quello dentro a volte ti spezza. Farcela, e allora. Allora?
Tutti questi "se" poi li metti da parte e affronti tutto, ma non a quest'ora, non adesso.
Forse neppure domani e forse mai, per lo meno sinchè non mi sbatteranno addosso e sarò costretto a fare il mio.
Pigramente, ma lo farò come ho sempre fatto.

Voglio arrivare a domenica mattina, ora è l'unico obiettivo che ho, altri li ho già forse raggiunti da poco, altri li coltivo e altri ancora sono in stato embrionale, nel limbo tra il nascere e il morire.
Ma domenica mattina ci sarà tutto quello che voglio in quel posto. Sarò con la migliore compagnia che possa mai desiderare.

Stasera arrivo al campo dai miei bambini e i ragazzi mi saltano letteralmente addosso.
Sono esaltati, hanno voglia di vincere il loro girone e giocare. Una delle due squadre è già prima, l'altra se vince le prossime tre partite vincerà il campionato.
Sembra banale, ma non lo è. E' comunque fattibile. Ma è il vederli così, felici esaltati e uniti, che mi fa passare malumori e ansie, paure e sconforti.
Per ciò che è il mio quotidiano o per ciò che non lo è, ma vorrei lo fosse.
Per loro sono troppo felice, non so che farei senza e la cosa mi preoccupa. Ma vorrei solo vederli felici tra un mesetto, con una soddisfazione tutta loro.
Per ora, per farli star buoni, li ho puniti con minuti di corsa in più...esaltazione,ma anche umiltà...


Forse uno dei post peggiori che abbia mai fatto,
come al solito non lo rileggerò neppure per sapere se ha un senso.
Ma non sono bravo a parlare di ciò che sono fuori di qui, traetene voi le mie conseguenze



Loro sono i Lombroso e il pezzo di un certo Battisti, forse, non so...ma il loro nuovo album ve lo consiglio. "CrEdi dI cOnosCerMi"

venerdì, novembre 23, 2007

se fosse oggi a che ora sarebbe?

E fù così che presi quel treno, perchè quel biglietto non mi dava alternativa.
Viaggio per chissà dove oppure 100 soldoni.
La scelta non ha vie d'uscita, è troppo l'affetto per i 4 soldi che ho, che aggiungerne altri mi farebbe pensar male sul loro adattamento. Non vorrei litigassero, insomma sono abituati ad esser pochi, meglio non rovinare un ecosistema.
Al tal paese è morto un re, almeno così dicevano nei telegiornali.
Al mio paese il re coglione è stato mandato via, ma dopo tanti anni ancora cercano il successore.
A quel paese, mi dice un tipo, gira gente strana. Tutti contro tutti ma fingendo l'armonia, sembra di essere al Vaticano, ma non ci sono praticanti adulanti.
Facendo due più due mi rendo conto che come ormai non c'è più un dio, sarebbe anche ora che non ci fossero più re, ma società autogestite dalla fantasia di persone giovani e sincere, multirazziale e monoreligiose, professanti l'amore. Col preservativo unico e vero totem alla procreazione, regalato quotidianamente quale fonte di amore e progresso.
Se mi dessero un incarico istituzionale dichiarerei subito la pace a tutti i paesi, alleati e non, inviando fiori di campo, erba di camporella e rose rosse. Non sia mai si dica in giro che non sono un signore. Al massimo un cavaliere senza cavallo.
Mentre penso a tutto ciò, un pesce che vola da quelle parti mi dice che da anni nel suo regno funziona così. Spero non sia plagio allora, in fondo per ora è solo un pensiero.
Mi sposto a tutto tondo e vedo scribacchini intenti al manifesto del nobile di rango giunto in piazza per la resa dei conti. Sento proclami e promesse e memorie e mi confondo. Per un attimo ripenso al mio conto e ai 4 soldi che ho lasciato là, staranno bene?
Mi arresto, immobile, e guardo oltre la piazza e vedo faccie sorridenti, sorrisi a mille denti e addirittura un uomo insieme alla sua donna che fan l'amore. Dicono sia il matto del paese, che se ne freghi di quello che pensano gli altri, che legga e scriva e arrivi a malappena a pagarsi le spese.
Erano le tre e fuori pioveva, ma son sicuro che da altre parti il sole stesse splendendo, alto forte e bello, magari anche con gli occhi azzurri. Come quei giorni in cui tutto va male e basta un niente per farli raddrizzare o quelle pezze con le automobiline che da piccolo mettevi sui jeans rotti. Io li spaccavo apposta solo per avere nuove toppe. Ecco a volte mi faccio andare tutto storto per cercare qualcosa di bello che mi dia gioia.
Come un fiore, una chiamata, un messaggio o un biglietto regalato.
Che poi quei quattro soldi non li ho mica mai spesi e neppure un gioco tecnologico di clonazioni ci ha diviso. Hanno un nome e stanno molto bene, ma non mi piace vederli soffrire solo per il mio benessere personale.
Poi al ritorno, mentre torno tutto bagnato, spengo la luce perchè è tempo che l'arcobaleno faccia il suo ritorno. Attendo che le gelatine in cielo si sciolgano e attacchino i mille desideri al sogno che farò.
Ti ci hanno mai mandato a quel paese?

martedì, novembre 20, 2007

Into the KarmaKoma(in assenza di perizoma)

farsi raccontare pezzi di vite, incollarle all'angolo del quaderno e poi riprenderle quando meno se ne ha bisogno. perchè...credi di conoscermi, allora entrami dentro.
entrami pure nel cervello, giraci, taglia e ruba quello che ti serve. passa dall'orecchio entra e muoviti tra la gelatina e i pennarelli. colore? c'è n'è troppo, non prendere le cose che si muovono la in fondo, sono le tre o quattro idee che ancora devo malformare.
prendi tutto ciò che c'è di buono, lasciami solo la pazzia e porta a casa il resto. tanto non troverai niente di buono, almeno non qui dentro.
ho messaggi vecchissimi sul cellulare, ma ne avevo molti più su quello vecchio, finiti nel nulla. magari ne ho uno anche tuo. adesso lo cancello, ma ho paura di non ricordare chi sei.
vai, entra anche dal buco del culo, tanto dici che non senti gli odori. passa da lì arriva al mio stomaco, ci trovi cose belle? prendile...laggiù in fondo, quel mare in tempesta è agitato dal vento della tua società, dal tuo apparire e dal tuo...dal tuo...ehi fai piano sei vicina alle palle.
non toccare quelli. saranno i miei figli, non farlo se non vuoi trovarti tre metri sotto terra. non farlo e senti come è dolce l'aria in questo posto. si chiama amore, si chiama libertà. non sono soldati in fila, sono una marcia di pace in completo bianco.
a volte parlo dei miei sogni in maniera che non sembra seria e sincera, ma forse perchè sogno di stare in un mare di illusioni certe. ma siccome credi di conoscermi pensa ciò che vuoi, non ho tempo ora di parlare, devo temperare la matita.
non so da dove passerai per arrivare al mio cuore. ma fai pure. oppure ti devo insegnare io dove sta? in quel caso riderei della tua sicurezza. cosa vuoi che ti dica, in fondo non ho mai avuto molto dalla vita. se escludo il minimo salariale e due o 3 momenti di gioia. ma parlavo di calore io. umano, non mi mancano i maglioni. per cui prendilo tutto quel coso che pompa, al momento non me ne faccio un cazzo. ma lascia un pezzo, quello nero, laggiù in fondo.
brucia e spacca il resto, ma fallo in fretta.
sempre dalle situazioni meno chiare traggo le più limpide verità, un pò come il fatto che mi invaghisco sempre di chi si mostra meno interessata o mangio in modo irregolare.
dammi ciò che ti ho chiesto, è la minima unità di misura per amare e mi serve. la uso tutti i giorni, mi servirà...almeno proverò a riciclarlo oppure lo venderò per un pezzo da 5.
ora prendi tutto e scappa via, non voglio nulla in cambio, anzi soltanto una. levati quel sorriso del cazzo dalla faccia.
ho sempre ammirato chi sa perdere con onore, chi cade ma in piedi e non si lamenta se la camicia non è stirata, ma guarda alla sostanza.

domenica, novembre 18, 2007

An American Rebel

Un vecchio al bancone del bar guarda storto e chiede un'altra birra. Corretta whiskey.
Per la precisione, corretta Macallan.
Ha l'accento strano, direi americano ma nelle sue inclinazioni si nota una spruzzata di francese.
Direi un anglofono che ha vissuto nella terra di Napoleone per un pò di tempo.
Ma ha l'aria di un vecchio giramondo, di uno che ha perso la via di casa da un pò, forse in cerca della libertà, forse dell'amore, magari per fuggire dalla morte.
Non fosse un viso segnato dal tempo, avrei giurato di averlo già visto.
Non so dove, non so quando. Non so neppure in che tempo o se fosse soltanto un sogno.
E' come quando incontri l'amore. Arriva.
Un pò come quando arriva la morte. Non ti chiede chi sei, lo sa già.
Il vecchio comincia a parlare, sembrerebbe da solo, ma nella sua sicurezza noto che solo non era.
Aveva un mondo dentro, un mondo fatto di orrori e paure, che sfociavano nei suoi brontolii finali addolciti da sorrisi invitanti.
Doveva esser bello da giovane, lo si direbbe dal fascino ribelle che ancora trasudava dal capello lungo. Lo si intravedeva da una barba incolta, non curata. Sotto c'era dell'altro.
Si intuisce poco da ciò che dice, parla lingue diverse. Come detto, all'ordinazione in un perfetto "italiano-broccolino" aggiunge spruzzate di inglese, francesismi e parole provenienti dall'Africa sub-sahariana. Il suo gesticolare incolla come miele ogni discorso e capisci che annulla i contenuti per portare all'essenza il suo Mondo.
L'unica cosa certa sono le libertà che porta a galla e chiama a confermarle il suo Santone, conosciuto insieme ad Lsd ed eroina che da ragazzo usava per spezzare la noia dell'alcol.
Elenca persone cose fatti...cifre.
Elogia il caos, gli anni '70 e quel fottuto e blasfemo rock 'n roll.
Non si ferma, chiede un'altra birra e offende una pattuglia della Polizia che passa davanti alla vetrina del locale.
"Voi giovani non fatevi prendere dalla rivoluzione. Dovete cambiare, ma non vi dico di farvi prendere dalla rivolta. Amate chi vi sta affianco. Parlo di divertirci, di abbracciare il tuo amico. Parlo d'amore. Amore. Voglio vedere che vi alzate e ballate. Voglio che ballate per le strade, stanotte, senza una meta...". A questo punto si alza, mostra un fisico ancora agile nonostante l'età.
Si spaccia per poeta e cantante, ma "in un'altra vita", come dice lui. "Tutto è iniziato col rock 'n roll. La poesia, la vera poesia, non dice niente, elenca solo delle possibilità. Apre tutte le porte e voi potete passare da quella che preferite".
Esce fuori dai nostri cuori un applauso, che qualcuno usa per velare in pizzico di ironia. Ma dove ho visto questo vecchio?
La sua terza birra corretta è quasi a fine corsa. Un gruppo di ragazzini in abiti eleganti, in fondo al locale, lo guarda e ride divertito davanti a LongIsland senza colore.
Lui scola l'ultimo sorso e ci guarda rabbuiato. "Sono stato una persona, una volta, intelligente e sensibile, ma con l'anima di un clown, che quasi mi ha obbligato a mandare a puttane ogni occasione importante"...dopo qualche frase in un fottuto e incomprensibile inglese, dice che "quando i sogni di un uomo si perdono come le lacrime dal volto sotto la pioggia, beh forse è giunto il momento di morire...o forse fingere e fuggire". Saluta tutti, ma credo che in cuor suo quel saluto suonasse come un fanculo.
Lascia il locale con un velo di mistero. Prima di uscire cambia un euro e va verso il JukeBox sgangherato vicino al bagno. Cerca bene nell'elenco e quando sembra aver trovato il pezzo giusto dice..."il finale migliore è quello che decidiamo noi..."
Partono le note di The End, sono i Doors...gli anni 70...è Jim Morrison...è...ma se quello fosse stato...no, dai...dicono sia morto...meglio berci su.
Un'altra birra, grazie. Corretta Macallan.

giovedì, novembre 15, 2007

Tutto questo è un blog (e chi ci sta dietro?)

Sono parole, sono volti, fatti e immagini.
Nulla è da prendere sul serio se preso da un blog di un frustrato buono a nulla. Figuriamoci da questo...ma tutto va preso per ciò che è, emozioni, fatti, sfoghi o cazzeggio.
Ma capita che la persona che scrive non sia la stessa, agli occhi del prossimo, di quella che credi tu stia leggendo. Le si vedono diverse, contrapposte.
Allora giù a pensare che siano solo cazzate, stupide nefandezze. In parte mi trovo concorde.
Sono solo immani stupidate.
Ma sono pur sempre pensieri personali, lati nascosti, sensibilità represse.
Capita che tu sia scemo ed estroverso nella vita di tutti i giorni, che non ti scappi mai l'occasione di dire una battuta, di fare uno scherzo. Al tempo stesso sei cupo e malinconico nel tuo blog, dove vedi che ciò che ti gira attorno, per quanto roseo sia, ti fa vomitare.
Sono gli "uno, cento, mille" volti di una persona.
Sinceri, sempre. E' proprio lì la forza di un blog.
Bello?Brutto? Sinceramente non me ne fotte un cazzo...
Sono pensieri miei, che nascono dal cuore o dalla pancia e per tali, miei.
Spero siano condivisi, che diano qualcosa.
Mi resta solo la speranza di averti fatto riflettere un secondo, una volta almeno in questi 500 e più post. Forse tutto intorno a te gira bene, ma almeno ti ho fatto girare a controllare e solo per questo mi faccio un inchino, sbilenco, storto e scoordinato.
Come sono io nel blog, a differenza di come sono fuori. Forse.
Molti blog sono più rilassati e divertenti, magari l'opposto dell'autore e leggerli ti da quella leggerezza di cui hai bisogno in quel tuo quarto d'ora.
Hai mai riso del contesto traendo ispirazione da un blog, ne sono felice, perchè sono vivi per questo e il non visitarli o il non leggerli non li uccide. Purtroppo.
E' questa la loro forza. Volenti o nolenti, stanno lì a immagazzinare emozioni e cazzate, sfoghi e foto a culo nudo. Proprio il fatto di sentirmi dire "non pensavo fossi così" mi porta ad andare avanti per far conoscere quante faccie ha la mia brutta figura.
Ora clicca pure sulla X e chiudi per sempre.
Almeno fino a domani. Prima però insultami nei commenti.
grazie a un raggio di sole che ha ispirato questo post,
anche se forse non lo sa...
ma credo che meriti la dedica
perchè una sua battuta mi ha "costretto" ad uscire dal buco.
Perlomeno lo ha illuminato...

mercoledì, novembre 14, 2007

Dormendo ad occhi aperti

Non mi piace riportare frasi o pensieri di altri. Lo trovo banale.
Non mi piace ma a volte capita che qualcuno di più affermato o con più qualità, riesca a toglierti parole di bocca per descrivere un momento, una periodo della tua vita.
Anche semplicemente il modo in cui tutto intorno a te sta rotolando nell'indifferenza.
Dai morti ammazzati alle stragi, ai chili di banalità che si dicono dopo un morto, dopo una nascita o dopo un qualsiasi avvenimento che meriti opinioni...per cui mi rifaccio a Lawrence Ferlinghetti, sicuro che la poesia sia il modo migliore per commentare ciò che abbiamo attorno, cercando il bello. Sperando vi faccia pensare.
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Il mondo è un gran bel posto
per nascerci
se non date importanza alla felicità
che non è sempre
tutto questo spasso
se non date importanza a una punta d'inferno
qua e là
proprio quando tutto va bene
perchè neanche in paradiso
non è che cantino
tutti i momenti

Il mondo è un gran bel posto
per nascerci
se non date importanza alla gente che muore

continuamente
o è soltanto affamata
per un pò
che in fondo poi fa male la metà

se non si tratta di voi
Oh il mondo è un gran bel posto
per nascerci
se non vi state troppo a preoccupare
di qualche cervello morto
su ai posti di comando

o di una bomba o due
di tanto in tanto
contro le vostre facce voltate
o di consimili scorrettezze cui va soggetta la nostra

società di Gran Marca
con i suoi uomini che si distinguono
e i suoi uomini che si estinguono
e i suoi preti e i suoi scherani
e con le varie segregazioni
e congressuali investigazioni e altre costipazioni
che sono il retaggio
della nostra carne demente.
Sì il mondo è il posto più bello del mondo
per un sacco di cose come
fare la pantomima della farsa
e fare la pantomima dell'amore
e fare la pantomima della tristezza
e cantare in sordina e avere ispirazioni
e andare a zonzo
guardando tutto
e odorando fiori
toccando il culo alle statue
e persino pensando
e baciando la gente e facendo figli portando pantaloni
e agitando capelli e ballando

e andando a bagnarsi nei fiumi a fare il picnic
in piena estate

o solo genericamente
"godendosi la vita"

ma poi proprio in mezzo a tutto quanto
arriva sorridente il
beccamorto


Lawrence Ferlinghetti
a tutti quelli che devono pagare
il lento scivolare distorto degli eventi
a dispetto della verità

lunedì, novembre 12, 2007

No-Luogo

Ci sono posti che non hanno senso, ma te li trovi davanti più volte nella tua strada.
Quando ti accorgi che non è un dejavoux è ormai troppo tardi e te ne innamori.
Ma non sono mai posti idilliaci, forse proprio per questo ti ci affezioni, perchè non hanno senso. Anzi un senso ce l'hanno, ed è tutto tuo. Allora è per quello che ci tieni tanto.
E' tuo.
Ci sono posti che ti segnano, altri ti danno un destino. C'è chi muore ancor prima di nascere con la solo colpa di essere nato nel luogo sbagliato.
Succede anche con le persone, ma è diverso.
Vedere il bello in una ragazza non è difficile, è come vedere una vallata verde ed immensa nella quale avere tutta la libertà di movimento. Puoi saltare, volare, rotolarti tra gli steli ma anche dar fuoco a tutto. Sta a te e al tempo, spesso prezioso alleato, fare in modo che nascano fiori colorati e alberi robusti. Sta al tempo e al calore che le dedichi. Alle vite che si intrecciano.
Ma un luogo è tuo, lo condividi o lo chiudi nel cassetto in fondo alla stanzetta del tuo ego e non lo tiri fuori più. Alcune volte penso a dove vorrei trovarmi se potessi viaggiare nel tempo.
Se solo volessi trovarmi solo a pensare, se potessi bermi una birra guardando un muro, non uno qualsiasi, ma quello che dico io.
Se potessi mangiarmi una scatoletta di tonno sul tetto di quel palazzo, se non avessi chiuso per sempre la porta di quella casa in quello stupido paese, per sempre, cancellando con due giri di chiave passato e ricordi.
Se potessi tornare a quei baci su quella panchina o alle serate più stronze nei locali più insulsi.
Non andrei a Parigi o Londra, non sceglierei la spiaggia più esotica o il locale più di tendenza. Ma i miei posti, forse insulsi, i miei banconi, le mie doccie e quei campi polverosi.
Non passerei dal Corso principale, ma dalla strada che dal campo mi portava a casa, a piedi.
Non so chi porterei con me, perchè quel posto è mio, forse lascerei libera scelta a chi anche per un attimo, vorrà venirmi a trovare.

venerdì, novembre 09, 2007

What Will You Wear When You're Dead

Sono momenti lenti, ma li passi con il sangue che pulsa.
Si chiamano emozioni forti e riescono a far passare il dolore anche dal fondo del cuore.
Come un assolo di chitarra in una ballata lenta, sognati Santana in Samba Pa Ti e pensa su quelle note. Non sarai mai solo o vecchio in tutto questo.
Come pensi che ti vestirai il giorno del tuo funerale?
Non manca molto al grande show di fine anno. Il rito pagano per le celebrazioni eucaristiche e le strade vuote illuminate da coni di luce e qualche sporadica figura border-line.
Le case piene di regali e lipidi sotto ogni forma e le strade con giovani ubriaconi, vecchi barboni e qualche stronzo mendicante che ci rovina la cartolina di Natale da spedire allo zio d'America.
Ma noi che ce l'abbiamo dentro, sappiamo che The End non è solo la fine di un film, ma la protesta di uno fuori dal coro verso un Mondo che non lo voleva capire. E a lui faceva vomitare.
Non so ancora se metterò un gessato, pur non possedendolo o se andrò con la maglia più brutta e consunta.
Perchè certe cose non passano mai e stanno ancora correndo. Anzi, si stanno rincorrendo come cani randagi che giocano con la loro cena.
Non c'è tempo dietro Helter Skelter e neppure in Satisfaction puoi trovare ragnetele di quello che fù. Come l'inizio di un pezzo dei Beatles, sarai sempre attuale non rincorrendo l'ansia di apparire dietro al divo del momento. Lentamente e costantemente, portandoti dietro le perversioni e i vizi di una vita baciata dal lamento.
Hai idea di cosa indossasse Kurt il giorno della sua ultima festa?
Nonostante non si sappia ancora Who's Next e ci si rincorra per sapere chi sia il vero Salvatore. Sempre che ci sia un vero Dio e si riesca a capire chi cazzo è il miglior chitarrista di sempre.
Nonostante tutto e nonostante il niente.
L'anima rock non esce presto la sera e passa il giorno a pensare al bello della vita. Tra una birra goduta all'angolo del proprio contorno, una notte di passione appena fuggita e la rincorsa dell'angelo che la salverà dalla solitudine e dal vuoto.
Sono forse parole che non fanno moda, sono temi che non attaccano il cuore col miele dell'amore, sono ciò che rende immortale chi da sempre è considerato convalescente.
Devo farmi una lista di chi non sarà invitato al battesimo del mio giorno zero.
E' l'ancheggiare spavaldo di un belloccio imbrillantino che muove il Mondo più di altri milioni di parole. Che tu lo voglia o meno.
Rock never die, and you? You are too young but you gonna die...

giovedì, novembre 08, 2007

Grazie a voi(...un modo per dire:"pompini a vicenda")

Era solo un blog quando l'ho iniziato.
E' soltanto un blog dal quale sparo soltanto cazzate, ora.
Certo è mio, sicuramente lo curo almeno quanto curo il mio pelo sul petto.
Però ad esser sinceri mi ha dato molto più di quanto, credo, meritassi.
Perchè nonostante molti attorno a me mi vedano come uno con problemi di ego, di personalità o semplicemente come un matto, molte(non voglio fare quello che caca fuori dal vaso) , direi alcune persone conosciute tramite il blog o con le quali ho approfondito la conoscenza dopo, mi hanno dato la convinzione che ne ho tratto sicuramente maggiori benefici.
Stasera ho passato una bellissima cena con Cate, che non so neppure perchè mi sia piovuta addosso dal blog e l'unica spiegazione può essere che sia più matta di me. Ma come detto stasera "i matti non si attrggono"...ma tant'è...
Magari a differenza di blogger più bravi e affascinanti di me, non ho mai attratto fanciulle dai miei scritti o dai miei pensieri. Anche perchè sono spesso noiosi.
Magari non ho incontrato "fuori dal blog" molti visitatori. Forse perchè molti sono già miei amici.
Magari ho dato spesso un'impressione diversa da quella che offro nella quotidianità.

Però spesso mi han detto che appaio diverso nel modo in cui scrivo da come sono nella realtà dei fatti. Che non sembro il solito coglione che appaio quando giro come un elefante per le strade della mia città.

Io ritengo sia una cazzata, ma volentieri accolgo il tutto, ben felice di passare serate con amiche come Cate, ricevere la mail di Jenny dell'altro giorno e sapere che in fondo qualcosa di buono lo si può fare anche dalle pagine virtuali di una mente non sempre accorta e spesso contorta.
Per cui grazie a voi, non mi capita spesso di rigraziare.
Anzi questo è proprio un post inutile, ma come tale sentito.
Ora pompini a vicenda...

lunedì, novembre 05, 2007

C'era la pioggia prima del sole

Un giorno poi ti accorgerai, che parlo, parlo.
Predico male e razzolo ancora peggio.
Ma il tempo, lo si voglia o no, passa sempre e costantemente e l'unica cosa che possiamo fare è farlo scorrere nel modo migliore. Imparare e capire sono la cosa che meglio aiuta nell'attesa. Ascolta tutti, anche i vecchi matti che sembrano non dir nulla, ma che forse nascondono verità.
Sentili, guardali, mandali pure a cagare ma la prevenzione non ti darà mai nessun vantaggio.
Ascolta tutti e fatti una tua opinione e non credere mai sia meglio tenerla nascosta.
Alza la mano e poni la tua domanda finchè nessuna risposta soddisferà la tua sete di spiegazione.
Chiedi e leggi, leggi e domanda, per ogni questione ci sono molte risposte, migliaia di punti di vista e nessuna singola verità.
Fai tutto questo sinchè non hai stancato i tuoi interlocutori, dopo di chè torna a parlare d'altro fino al punto in cui qualcosa ti sarà rimasto dentro.
Non aver paura di una razza diversa, apprendi i loro usi e dagli i tuoi costumi. Mangia tutto quello che lo straniero ti offre e pensa, se lo credi, che sian sempre meglio spaghetti e vino rosso.
Non pensare mai di sapere qualcosa in più di chi ti è davanti, ma fai in modo che a fine discorso sappiate entrambi qualcosa in più. Diffida sempre da chi è supponente.
Divertiti. Non ascoltare chi dice che è già tardi o che non hai l'età per fare certe cose.
Bevi, divertiti, balla e grida. Butta fuori tutta la tua energia e coinvolgi i tuoi amici, cerca di non essere mai solo ma di averne sempre attorno molti. Gli amici non bastano mai, ma solo un piccolo numero di loro saranno con te per tutta la vita.
Sono la cosa più preziosa che hai, coltivali.
Fai l'amore più volte che puoi e fregatene delle gente che predica castità e monogamia. Ama tutte le donne, quelle belle e quelle brutte, perchè hanno in loro la cosa più bella e importante...possono donare la vita.
Amale tutte e fanne delle principesse, rispettale e sii sempre chiaro nelle tue intenzioni.
Non promettere amore, pesa le parole e quando trovi la tua regina, non fartela sfuggire.
Puoi avere quante passioni vuoi, ma solo una resta per tutta la vita. Associa il nero al blu e amala, nel bene ma soprattutto nel male.
Metti passione in quello che fai, non mollare sinchè non sai che la partita è finita.
Gioca e corri, corri e non fermarti mai. Vivi ogni momento coi tempi giusti, goditi ogni doccia bollente dopo una fatica, stringi più che puoi l'abbraccio con la tua donna dopo l'amore.
Ridi e ricorda ciò che vali. Non ascoltare chi non crede in te, ma esci sempre a testa alta perchè hai messo tutto te stesso in quello che hai fatto. Così avrai il rispetto degli altri per come lavori o agisci e cosa più importante, ti rispetterai.
Le strade da percorrere sono molteplici. Ogni giornata ha mille bivi, qualche decisione importante e molteplici soluzioni spesso tutte sbagliate. Tu ricorda che c'è sempre una strada da percorrere anche se si va dalla parte sbagliata.
Ci sarà sempre qualcuno pronto ad aiutare gli ultimi, se non sei uno di loro, porgigli una mano e se non la prendono, pazienza.
Lotta, rispetta ma non farti mettere i piedi in testa.
"se ti dicono di alzarti tu siedi e se si siedono tu alzati in piedi"

Insomma, ascolta tutti anche me e poi, un giorno, mi dirai chi ha ragione.
Se tu o un vecchio coglione postumo.

venerdì, novembre 02, 2007

Pecco

Tempo, perdi-tempo. L'alter ego della persona regolare.
Sotto l'acqua passa solo il momento passato a pulirsi dal peccato dell'odierno.
Saran passati dieci litri di acqua dall'ultimo atto impuro che ho commesso?
Perchè non so neppure io dove fermarmi, cosa capire e dove cercarne soluzione.
Pecco di ricordi, straccio vecchie foto.
Pecco di gola, vomito prestanti parti del mio essere.
Attraverso gli ultimi scorci della mia finestra ci sono luci, tubi rossi e niente più.
Vorrei poter cancellare tutto e farne un parco verde, passarci le giornate e attendere il raggio di sole.
Quello che mi illumina la giornata, che non obbliga a far tardi, che mi leva la sete di peccare.
Perchè forse l'ho incrociato l'altro giorno, ma ho paura di scottarmi.
Basteranno centinaia di metri di parco a stancare le mie voglie?
Perchè non so neppure dove girare per trovare l'uscita. Il mal di testa aumenta girando senza causa. Non riuscirò a dire tutto, sarò sconclusionato come sempre.
Pecco di emozioni, mi bastan le mie reazioni.
Pecco di avidità, non riesco a far altro che rovinare tutto ciò che creo.

**Barrio Rossio, Lisbona, Giugno 2007