Che a volte la poesia contasse meno della prosa, dei fatti e delle cose. Ma spesso ho pensato che l'unico modo per uscire da alcune situazioni fosse lei, con i suoi mondi e suoi colori, magari ispirati da un paio di birre di troppo (fai anche tre), per cancellare i contorni e rendere tutto più vago e per questo definibile di nuovo. Ridefinire le certezze per rendere tutto più relativo e inconsistente. Dargli nuova forma e nuova compattezza. Cercando il bello.
Che di per sè come parola non significa nulla, lascia spazio alla soggettività, per cui al tempo stesso alle chiacchiere e così via. Son sempre parole che si inseguono. Come goccie d'acqua nell'aria o macchie d'inchiostro su un foglio di carta.
Sia chiaro sono convinto che certe cose siano oggettivamente belle, che certe ragazze siano belle come "La notte stellata" di VanGogh o il "White Album" dei Beatles.
Ma le parole hanno possibilità di poter descrivere cosa sia bello e cosa no, senza cadere per forza nel "brutto", forse in questo hanno importanza.
Se dico occhi non mi viene in mente quello sguardo e se penso bacio non ricordo sere buie, fredde e momenti intensi.
A volte si usano concetti stupendi ricondotti a una sola parola.
Ma con goal non descriverai mai cosa si prova a vedere quel pallone che gonfia la rete e con concerto non descriverai mai cosa vuol dire essere sotto il palco a guardare e sentire ciò che ti rende vivo. Neppure sesso può descrivere quanto sia bello far l'amore la tua ragazza o quanto sia appagante, a volte, una bella scopata.
Se dico ritmo non mi viene voglia di ballare e poesia non mi fa pensare ad albe o sogni.
Ma a volte si abusa delle parole stesse. Quante volte con amore, si chiama colui o colei che in realtà amore non sono. Amico viene spesso affibbiata a persone che si conoscono ma con le quali non hai mai neppure condiviso una sbronza, una doccia, due lacrime o un sogno.
Vomito non mi mette in testa una serata passata a cento all'ora e vecchiaia non mi dice niente né sui miei nonni né sulle prospettive della mia vita. Neppure bimbo mi fa pensare al futuro, alla cacca o alle api colorate che girano.
Ci sono comunque parole che aprono un mondo, parole che non dimenticarai mai, parole tue, nostre...ma pur sempre parole...
Che sian parole e che le parole restino solo per l'attimo in cui vengon pronunciate me ne accorsi già da piccolo, quando le promesse non mantenute facevan crollare castelli e boschi incantati.
Poi mi sono accorto di quanto conti più un abbraccio, della bellezza di un sorriso, di quanto un vaffanculo sia relativo. Anche perchè non mi fa venire in mente nessun posto.
Le parole nell'acqua non si sentono, ricordo lo scherzo a Jack ad Acapulco,
con lui sott'acqua ad indovinare le canzoni che noi fuori "non" cantavamo.
Però sott'acqua un bacio, una carezza o un dito medio si capiscono lo stesso...
Grande Jack...un abbraccio a te, lo mando a Londra...