L'angolo adatto per nani, ballerine, cantanti, troie, alcolizzati e illusi. Ovviamente qui nulla è serio...se sei dei nostri...benvenuto, entra pure

lunedì, marzo 31, 2008

Come l'"adesso" di qualche tempo fa

"Perchè siamo piccoli fintanto che non muoriamo" mi ha detto il vecchio all'angolo della strada, pochi passi prima dell'ingresso. "Allora io salto, salto gioco e rido, perchè finchè sarò piccolo e mi sorprenderò ancora per le stelle, la morte non mi prenderà".
Io lo guardo divertito ed entro nel locale, non ho mai creduto che fosse vero tutto ciò che mi vien detto, spesso neppure ascolto ciò che mi si dice. Ma i matti, quelli veri, li ho sempre rispettati.
Mi siedo al solito posto, per lo meno quello che era considerato il "solito posto".
Stanzina a lato del bancone con bagno annesso. Mi ricordo ancora che per due anni lo scarico è stato rotto, ma a noi andava bene anche così. In fondo se avessimo voluto un profumo da arbremagic, non saremmo mai entrati lì dentro.
Non avrei mai pensato che avrei potuto dire un giorno che sarei voluto tornare indietro a quelle sere.
Forse i diciottanni son passati e forse qualche sondaggio in tutti questi anni sarà pur riuscito ad ingabbiarci in qualche finta categoria.
Però quante sere avrei voluto schiacciare il tasto "pausa" e godermele ancora di più, anche un secondo solo, passato in silenzio a respirare l'atmosfera.
Quante volte hai visto cambiare posti, situazioni e persone, ma il ricordo torna sempre a un momento preso a caso tra i mille che ogni giorno rimbalzano tra le vene.
Ma guarda caso sono sempre quelli i momenti.
Se ti dicessi che i momenti più belli li ho passati in macchina a parlare dei testi di alcune canzoni o sotto a una doccia a dire quanto un campo fangoso e un pugno di bagnoschiuma riempissero la mia vita ci crederesti?
Se non avessi conosciuto tante ragazze non avrei mai potuto capire quali son state davvero speciali, ma non credo neppure che avrei potuto condividere tanti pensieri su cosa conta veramente.
Perchè i discorsi più profondi li ho fatti con chi non concede nulla alla superficialità se non la propria ironia.
Perchè a volte tornerei indietro a quella birra di troppo offerta perchè, cazzo, dovevo parlare o a quel kebab alle due di notte, senza fame, ma solo per spogliarsi dei propri dubbi.
A volte credo che quell'odore proveniente dal bagno mi abbia dato assuefazione, perchè anche se in certi posti non entro più, la sensazione che provo pensandoli non cambia mai.
Perchè le facce possono cambiare e gli arredamenti colorarsi, i capelli diradarsi e i sogni svanire col tempo, i "perchè" accavallarsi storti seguendo strane direzioni ma quante volte avrò pensato di tornare a quel momento in cui niente e nessuno mi voleva, in cui puzzavo troppo per restare all'aria aperta, ma stavo troppo bene a braccia aperte controvento e non pensare a nulla.
Sono uscito dal bar pieno di quelle immagini e il vecchio era ancora lì.
Stupito del fatto che ancora stesse saltando e ridendo, gli ho detto "Ancora qui? Non va a casa?". Lui mi ha detto "Bravo giovane, riesci ancora a stupirti di un povero vecchio. Sei sulla buona strada per restar bambino...". Saranno state le due birre di troppo ma mi sono messo anch'io a saltare, di fianco a lui.

domenica, marzo 23, 2008

andercostrakscion

Le strade di Milano sono secche e senza spunti cui attaccarsi per capire come gira questo punto sperso, che al battesimo han chiamato vita.
Passo passo, passo da una strada all'altra senza trovare un punto in cui fermarmi.
Inseguo tram lungo i binari per trovare compagnia e offro amari per scambiare due parole.
Ma non dovevi mettere la testa a posto nel 2008?
"Sì, lo vorrei, ma pensi che io stia bene a fare questa vita? Gli unici momenti in cui sto davvero con me stesso li passo al cesso e poi...poi...dimmi come riempio la mia giornata. Cosa faccio per me e come faccio a stare bene.
Se non ho il concreto, trovo gioia nel fittizio, in tutto ciò che è futile e luccica e mi da un sorriso. Anche uno solo e poi schizza via. Non ho niente di mio, che mi scaldi la giornata e allora rido e ci sguazzo dentro.
Sono triste? no. Sono malinconico? forse. Sono preoccupato? l'ultima volta che mi hai visto preoccupato la ricordi? impossibile, non c'eri ancora"
Perchè tutto scorre addosso più veloce dell'acqua.
Ci sono più risposte in una risposta non ricevuta, in un messaggio volato nel nulla, nel non sapere l'indirizzo del coraggio per poter dire le cose come stanno.
Adesso sono ore nel nulla. Che per nulla al Mondo vorrei riempire con altro.
Con un profumo, un pensiero, un gesto, un attimo...
Ma il mio nemico forse sono io stesso e allora prenderò me stesso e del nostro duello farò un'opera d'arte. Non avrà importanza se vincerò io o Lui, quel che importa è l'opera che ne nascerà.
Se Pennac usa un capro espiatorio per evidenziare le carenze del Mondo attuale. Che poi tanto attuale non è, ma come tutte le cose vere è sempre di moda.
Se Jodorowsky ci mette 300 pagine per dipingere il suo pensiero su una tela lunga millenni e colorate da personaggi finti con storie vere.
Se Calvino narra di un'Italia ormai sepolta da macerie e palazzoni ed anche ieri il sole era alto ma non faceva tanto caldo.
Allora per arrivare dove avevo detto, farò del mio duello un'opera, magari nei 5 minuti che passo con me al cesso alla mattina oppure da un percorso di autocritica.
Forse facendo a pezzi il palazzo riesco a ricavarmi un monolocale dove stare bene.
Nel frattempo mi avvalgo della facoltà di non rispondere e poi fatti i cazzi tuoi...



the SiKiTikis - "Rock'n Roll Contest"

mercoledì, marzo 19, 2008

che la favola continui

evito tutti i miei movimenti immaginando che saranno altri a farne di simili.
passerò pomeriggi inutili a pensare a cosa fare, magari seduto altrimenti in piedi, anche soltanto su un piede.
ma lascia che la favola vada avanti, magari lasciando una pagina bianca alla fine, dove scrivere quello che hai voglia di sentirti dire.
quello che ho voglia di dirti ma non riesco a gridarlo anche se lo vorrei.
una pagina bianca dove la parola amore non sia banale e il bianco e il nero siano solo la divisione tra il reale e il sogno.
fisso i movimenti al minimo sforzo, incagliando contro ogni minimo ostacolo.
ho paura a fare un passo avanti e ogni due ne faccio uno indietro. loro hanno paura che salti e cambi direzione, dicono non sia in grado di sopportarlo e dicono in giro abbia un brutto carattere. dicono.
muovo le carte sul tavolo, noto che la regina di cuori si è impiccata ad un angolo con una corda, ma il suo volto ha uno strano ghigno di soddisfazione nel manifestare la morte.
pare fosse innamorata di un fante che non è mai giunto alla sua porta.
la dea fortuna si è impossessata di unl cavallo lasciato incustodito da un fante e sta correndo via, lontana, schernendo l'innamorato senza amore.
con un movimento rapido butto le carte nel fuoco acceso, bruci tutto il castello non mi importa più niente, ormai. eviterei lo stesso di scappare, non sia mai mi provochi strani danni.
a modo mio piangerò, sicuramente dentro me, perchè è da quella panchina di tre anni fa che non mi riesce. forse troppo ingenuo e fiacco, forse troppo arido, forse lo farei davvero se non mi ritenessi inutile.
ma come una farfalla che continua a volare nonostante il vento, come un pesce che cerca spazi inesplorati in una pozza, non esiterò a provarci ancora, perchè ogni difficoltà va presa come crescita personale e non come ostacolo da non superare.
limito il movimento, passo felpato e sguardo fisso, muovo rapido il pensiero disponendo in verticale le parole, una sopra l'altra, riesco meglio a tenerle nello stesso sguardo.
attendo che tutto mi sbatta addosso con violenza, tagli e sangue, baci e carezze. nessuna differenza.
la decisione arriva da dentro e dalla voglia di esserci. tutte le altre parole girano nel vento come origami legati a un palloncino.
la prossima volta piangerò per una gioia estrema o per un estremo dolore.
ma non mi fermo, stai pur certo che non lo farò. non ho la minima intenzione di farlo.

lunedì, marzo 17, 2008

Quattro punti per centinaia di vite

Per una volta andare oltre le stupide parole di un qualcuno preso a caso e pagato il solo prezzo dei 5 minuti che dedichi a un suo post.
Poi vedi una marcia, tante voci, ma così forte che anche se fosse solo una, avrebbe il peso e l'importanza di essere ascoltata.
Perchè in italia (lo scrivo appositamente minuscolo) troppe volte si dimentica e come qualcuno al Governo qualche anno fa sottolineava, con certe cose si deve imparare a convivere.
Poco importa se quel qualcuno era il Ministro di Grazia e Giustizia, Castelli, e quel qualcosa era la mafia.

Allora non aggiungo nulla a quella voce e a quella marcia, già abbastanza forte, come un mare di sogni in piena, come tutte le illusioni di libertà...
Solo 4 punti per fissare una storia.

. . . .

Solo 4 punti, piccoli, con dietro grandi verità e altri centinaia di punti.

**un benvenuto sincero al piccolo Andrea, ora a Muggiano siamo uno in più

venerdì, marzo 14, 2008

Sarà la primavera a ridare gli occhi alla speranza

Alle prime luci del mattino tendo a perdere completamente il senso dell'orientamento. Lo sguardo è sfuocato, a metà tra la luce del bagno e il bagliore del frigorifero aperto. Soltanto un passo più in là, l'aroma inconfondibile del primo vizio quotidiano. Il caffè.
In testa suono sempre il classico "ma chi me lo fa fare?".
La risposta classica è "la vita". Non intesa come rassegnazione, ma come voglia di non perdersi neppure un secondo dell'interminabile primavera di sensazioni. Al sonno dedicheremo spazi adeguati in momenti consoni. La vecchiaia e la morte, eventi collegati ma non necessariamente che tuttora vedo più o meno lontane. Anche se raggiungibili e a modo loro godibili.
Al caffè segue sempre lo sguardo distratto ai tanti e soliti discorsi confusi su politica e soldi. Oramai il triste autunno che ci porta a un freddo inverno, che congelerà i nostri sogni di gloria.
Non capisco come collegare i discorsi che sento con i dolori di stomaco e troppo spesso confino queste ansie nelle birra della sera prima. Ultimo vizio prima del sogno finale.
Ripercorrendo poi la giornata al contrario ripasso a memoria le madonne invocate a vuoto, le mancanze di certezze, la precarietà del lavoro.
E non ci avevo pensato.
Ritrovo me stesso e la mia voglia mattutina soltanto con gli amici. Con i nostri discorsi, le nostre speranze, la voglia di indipendenza. Casa propria e champagne. Stipendio basso e birra del discount.
Ancora non mi era venuto in mente.
I tempi che si ripetono e mi torna in mente la primavera dei giovani. Erano gli anni 60 e 70, era il rock con le sue forme nuove, Beatles, Rolling, Hendrix, Doors, era Woodstock e la Francia del 68. Erano le rivolte operaie di chi era oppresso dal padrone, di chi voleva ciò che gli spettava e lottava per questo.
Erano anni in cui si lottava l'ipocrisia, senza assecondarla. Anni in cui si parlava di amore e rispetto, si faceva l'amore libero e senza paura di fantasmi a quattro lettere. Lsd e non Aids.
Eran lotte operaie al fianco di proteste studentesche. Non era televisione omologata che propone ciò che vuole e ti fa pensare soltanto al tuo orticello, schifato dal resto.
Spero che tutto ciò che accade attorno ci riporti alla primavera dei sensi.
Alla voglia di amore e rispetto, per se e gli altri. Senza pensare ai soldi, ma al bene, alla ricerca di quella felicità che non deve essere un optional.
Riportiamoci in piazza e diciamo che non possiamo vivere nel precariato, nello scontro a-politico, nell'ignoranza in cui ci mettono. Facciamo sbocciare le nostre idee, magari poche, ma diamole in pasto agli altri, confrontiamoci. E poi parliamo, scriviamo, leggiamo.
Amiamo e ancora litighiamo, lottiamo. Il tutto con uno scopo, un'auto-critica e la voglia di crescere.
Una nuova fottuta e dissacrante primavera, senza Santi in paradiso ma tante teste sulla terra.
Nuovi occhi e nuove voglie.
Ma ancora non ci avevo pensato.

Dovrei scoparmi una milionaria e tutto sarebbe a posto. Grazie, non ci avevo mai pensato prima.

mercoledì, marzo 12, 2008

Postcards from Hell

Solo e stanco nella strada scura, il giorno passato ormai andato e il futuro troppo avanti per essere raggiunto.
Di certo non può esser colpa delle stampelle. Poi quelle le posso sempre usare per scacciare i soliti vecchi fantasmi. Ormai sono convinto che non abbiano un cazzo da fare se non rompermi i coglioni.
Ho anche pensato che mettermi una camicia e farmi la barba potesse essermi d'aiuto.
Non lo è stato. Mai.
Esco a far due passi, ma non ho miglioramenti. Entro e leggo, ma non ho pause.
Alcune volte in certi casi mi confrontavo con Dio, il Dio che credevo mio, quel qualcosa lontano dai bigotti e dagli ori del Vaticano e vicino a speranze e condivisioni. Ma anche a terre di nessuno, quelle che spesso vengono considerate il Sud del Mondo, all'estremo, all'opposto, anche lì, ho capito che non serviva a nulla.
Mi sono allora barricato dietro le apparenze, al fatto che apparire bravo o buono o al limite sano, mi potesse dar vantaggi. Ma anche lì ho dovuto mio malgrado imbattermi contro l'ipocrisia, contro la stessa fottuta legge che imperversa in certi ambienti. Allora sempre meglio sporco, sbronzo, fatto e disperatemente bello, bello con se stesso, senza il problema di guardarsi allo specchio.
Penso di star bene sempre dove gli altri si trovano a disagio.
Pane e salame, accompagnato da ottimo vino.
Col tempo ho anche imparato a farmi passare le voglie represse, quelle violente. A non aver voglia di spaccare la faccia a chi mi parlava, a non volere che accadesse qualcosa a chi mi remava contro. C'è voluto tempo, ma almeno ho dato qualcosa da fare ai miei cambiamenti, altrimenti troppo interni e poco visibili.
Ora adotto l'indifferenza come estremo atto di violenza, quando si perdono le mie traccie, quando non sono più raggiungibile, semplicemente smetto di essere. Non avrà lo stesso impatto di un pugno, nel breve, ma alla lunga si sente forse di più.
Indifferente sino "al" fondo, ma sempre pronto a guardarti in faccia, se ne hai voglia. Ho imparato addirittura ad ascoltare le persone, adesso sono quasi più bravo ad ascoltare che a parlare delle mie stronzate. Forse non sai quanto son bravo a parlare delle mie stronzate.
A volte quando mi innamoravo di una ragazza non osavo il minimo contatto, troppo timido per espormi per ciò che sono. Ora ho imparato ad aprirmi e farmi capire, provarci almeno. Non è facile avere a che fare con l'instabilità di uno che ne pensa cento per sbagliarne mezza. Mi apro a tal punto che i risultati non cambiano, ma almeno sto meglio con me stesso.
Con l'altro me stesso e addirittura con suo fratello.
Io passo tutto il tempo dentro il mio supermercato personale, non comprerò niente di tutto quello che tocco, non mangerò nulla di tutto ciò che è sano e attenderò la data di scadenza degli amari esposti in vetrina.
Aprirò delle lattine se avrò sete, userò tutti i deodoranti per coprire ogni traccia di me, appena trovo il reparto della carta igienica ti lascio immaginare cosa farò.
Metti insieme tutte queste mezze verità, non rendono giustizia a ciò che mi è stato chiesto, ma ci vogliono provare.
Come i soffioni, che lasciano nel vento le proprie spore, quelle partite da quel fiore, qui hanno trovato tal vita. Sperando di non aver deluso chi le ha soffiate, preferisco non far dire a nessuno i propri segreti.
Trovo noiose certe rivelazioni fatte a tutti e poi non vorrei mai litigare col mio vicino di casa.

L'indirizzo mettilo tu.


**questo è Creme, "famoso", da Sulla collina puoi seppellire ciò che non ami più

lunedì, marzo 10, 2008

L'amore non ha età

A volte bastano un paio di maglioni e un pallone colorato, magari con il logo della Champion's League, e ti senti uno di loro.
Che poi anche a starne fuori, ti ci ritrovi dentro sino alla fine, sino all'ultimo secondo.
Nello scorrere lento del tempo, tanti saranno i momenti in cui il fondo ti appare sempre più vicino, in cui soffri, anneghi e provi ad uscire dal fango.
Ma verranno anche i momenti dei ricordi, di quando pensi a certe glorie, certe gioie, certi momenti irripetibili e pensi che forse aver sofferto anni ne è valsa la pena.
Sei diventato forte dentro e sicuramente non hai la spocchia e la volgarità di molti altri, coperti dall'oro e dalla fortuna in anni più o meno vicini.
Se credi in certe corse, in certe Coppe, in certi uomini.
Se sei cresciuto con la consapevolezza che nella vita l'amore è la cosa più bella, non sarà un episodio a farmi perdere la fede. Perchè io credo nell'amore, credo nelle bandiere e mi atteccherò sino alla fine alla speranza, anche a costo di morire di illusioni, fino all'ultimo secondo, all'ultimo fischio.
Se poi sarà amaro il risveglio, spero solo di uscire a testa alta, tra gli applausi, non avere più voce perchè ho dato tutto e non avere lacrime perchè ho sudato tutto.
Anche stando fermo, in casa. Anche in stampelle.
Ti giuro che il giorno dopo il mio amore non avrà mosso nemmeno un passo indietro, ma sarà più forte, perchè ti difenderò come un padre difende il proprio figlio di fronte alle intemperie della vita.
Perchè di te ho amato le sofferenze, la grinta, il brutto gioco ed ora apprezzo la classe, gli svolazzi e gli eccessi.
Se dovessi scegliere il mio Undici di sempre, andrei in confusione, perchè solo il pensiero di certe persone mi fa venire le lacrime agli occhi.
L'undici di Trapattoni è nelle mie vene, Zenga Bergomi Brehme, Matteoli Ferri Mandorlini, Bianchi Berti Diaz Matthaeus Serena.
Ho pianto alla prima Coppa Uefa e quella di Simoni per me vale una Coppa dei Campioni. Simeone Djorkaeff Ronaldo Moriero Pagliuca, ma anche lo Zio, Winter, Ganz e soprattutto il cileno Zamorano.
Dimenticare chi ha riempito la mia vita anche se a tradito, non mi è possibile.
Ho amato alla follia Ronaldo, il suo far orgasmare uno stadio intero. Per questo lo odio.
Ho sempre detto e sempre dirò, che Vieri è stato il più grande centravanti per un decennio.
Non ho parole degne per dire che hanno vestito la nostra maglia Luis Figo e Roberto Baggio. Eterni.
Chissà chi dimentico e non parlo dell'Inter di Herrera perchè non l'ho vista, tantomeno di Spillo, il Becca, Oriali e Baresi.
Posso solo dire di aver visto Facchetti e Prisco e di esser fiero di far parte della stessa famiglia, fiero di essere interista sempre e comunque.
Non parlo dei giocatori di oggi, non ne nomino neppure uno.
Domani si fa la storia, si tenta di farla. come 45 anni fa, con la differenza che la storia la dobbiamo riscrivere.
Sarà sempre e solo amore. Esagerato?....non mi rompere i coglioni, c'è solo l'Inter...

venerdì, marzo 07, 2008

Coltivo i Fiori del Male con la mia felicità irrazionale

A quanto è dato il dolore al mercato del tuo quartiere?
Non penso si venda ma almeno un prezzo, un'idea di quanto sia il suo valore sul mercato, te la sarai fatta. Un'idea.
No. Nemmeno io, non frequento mai quei posti, anche se adoro la puzza che c'è di fianco alla bancarella del pesce. Esce tutto il marcio della città, eppure arriva dal mare.
Io posso dire che calcolerei il male a sorsi. Anche se la tua ipotesi di uniformare i bicchieri per avere un'unità di misura precisa non è errata, io la ritengo una stronzata.
Se già stai male devi preoccuparti di versare la birra nello stesso bicchiere del vino o del whisky.
Sarebbe tutta una scocciatura, un controsenso. Bevo per non pensarci e dovrei pensare al giusto dosaggio per averne una stima precisa.
Magari mi vieti anche glia alcolici andati a male che tanto mi piacciono. Li adoro prima dei pasti, mi servono a mandar giù gli antidolorifici.
Già ma il male cos'è? Uno stato d'animo, una batteria che batte troppo forte, l'amore, una semplice necessità, una voglia improvvisa o soltanto dolore fisico.
Puoi calcolarlo in riti funebri o in fosse comuni? Forse sì, ma allora anche in lacrime versate anche per una tazza di latte caduta. Troppo vago, ogni strage sarebbe dolore allora e non soltanto un motivo valido per una campagna elettorale.
Mi duole cercare di capire se pesi di più in litri, chili o sensazioni. Se muore affogandolo nell'alcool o vive nutrendolo di emozioni. Forse vive con l'alcool, ma cazzo è ancora peggio quando l'acqua la usa per farsi scorrer sopra le cose, senza farle entrare in profondità. Perchè di solito se è così mi trovo al bivio:
mi butto giù o esco dal bozzolo.
Ma se fosse tutta una questione di distanze? Quanto corri per scacciarlo, quanti passi fai.
Qualcuno non ben ricordato si fermò a cento prima di essere ammazzato.
Alla fine la cosa importante non credo sia misurarlo e nemmeno pronunciare parole a caso.
Forse basterebbe pisciarlo fuori quando se ne ha bisogno, quando si è deciso dove coltivare i propri e fottuti Fiori del Male.

mercoledì, marzo 05, 2008

C'era la Pace in città

Poi capitò che...
esci dalla tua palla di vetro, chiamala pure Università, fuori è tutto più grande, chiamalo Oceano. Se vuoi. Se prima intorno a te c'eran solo pesciolini belli e colorati e giovani come te, adesso fuori ci son solo pescecani, squali famelici, voglioso del tuo entusiasmo e tu. Nuota solo se puoi.
mancano 3 giorni alla festa della cosa più bella che ci sia,
porta colore col suo sguardo, porta amore col suo viso,
porta armonia con le sue forme e porta miele col suo bacio
Ti danno competenze fasulle in quella palla che chiami Università. Fuori prendono il tuo sapere e spesso lo valutano zero, un tondo ma molto meno gioioso e rubicondo di come lo puoi intendere. Come il compenso che ti corrispondono per farti fare esperienza, dicono loro. Tu chiamalo "stage", se vuoi, la loro esperienza invece è fotocopia.
3 è il numero perfetto per rendere un ruffiano omaggio a tutte voi che leggete, c
ome i giorni che mancano alla vostra festa, delle vostre mamme nonne e zie,
perchè nulla saremmo senza voi, nulle sarebbero le perversioni
Posti buoni li trovi, amici appagati ne hai, ma ovunque e comunque, tutti sotto a farsi il culo perchè 8 ore non bastano e il sorriso deve sempre splendere anche quando le lacrime avrebbero un senso.
I modelli che ti offrono per il tuo futuro sono i figli di papà, l'azienda di famiglia, il macchinone, la cocaina, la puttanella figa e tu ti senti fuori luogo...
I discorsi che ti fanno partono dal timore di Dio e dal culto della famiglia e finiscono in uso di droga, abuso di parole, puttane, trans e ipocrisia.
perchè se anche si festeggiarà fra tre giorni è giusto omaggiare
chi cambia la luce di un istante soltanto aprendo gli occhi,
chi col pensiero non vi fa chiudere occhio, vi dona pene e gioie di cuore
Ti trovi già sulla porta della decisione difficile. Dietro hai un burrone e davanti è tutto buio. Corri al limite tra i due fuochi, forse hai solo la tua età ma ti dicono che in molti altri paesi saresti già vecchio. Allora accetti il rischio, accetti il compromesso, guardando sognante altri posti lidi spiaggie dove non ci sono mafie camorre o Chiese a dettare i confini del tuo futuro.
sabato sarà mio compito render omaggio a tutte voi
che mi avete fatto penare, sognare, amare e
mi auguro lo farete ancora perchè questo inseguo, l'amore...
40 anni, forse anche di più, son corsi via lungo le strade che non portano mai niente e siamo ancora qui a piangere 5 vittime che hanno il solo difetto di esser nate operaie. Perchè nei mille morti l'anno non ci sono mai industriali o politici. Perchè se hanno ti propinano calciatori coglioni, attori incapaci o cantanti stonati come idoli ed eroi, ricorda che i veri esempi da seguire sono gli sfigati che si alzano ogni mattina per andare a pagare il mutuo, le tue scarpe o il tuo motorino. Togliti il sorrisino, sarà fottuto populismo, ma secondo me è un omaggio al popolino che per quattro soldi si è stancato di vedere i propri figli morire.
tra 56 giorni è il primo Maggio, data inutile al giorno d'oggi
ma diamole colore, rendiamola forte.
La festa dei lavoratori, per ricordare che non si vive per lavorare,
ma non si deve neppure morire per questo.