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lunedì, novembre 19, 2012

Quando gli angeli cagano bombe e scorreggiano lacrimogeni

Non sono sicuro che se avessi un figlio, oggi, mi ringrazierebbe per averlo messo al Mondo. 
Subito non se ne accorgerebbe, ma poi verrebbe a chiedermi il conto.
Scelta personale o naturale bisogno di far progredire la specie?
Ma sopratutto mi chiedo, davanti allo specchio, se questa specie debba evolversi o se non sia
meglio lasciarla estinguere, contribuendo e uccidendo chi la blocca.
Penso che il Pianeta verrà salvato soltanto da chi inventerà le armi intelligenti, in grado di
selezionare chi rovina la specie. Senza razze, colori e religioni. Solo guardando la mente.
Il Pianeta non verrà salvato da un ambientalista e nemmeno da un santone di colore.
Il sole, la pioggia. Il giallo regala gioia e abbronza i corpi, permettendo un valido motivo per spogliarci dalle nostra paure. Ma secca la terra e brucia i fiori, mette sete e acuisce i dubbi. L'acqua nutre i frutti e le verdure, disseta e rinfresca quando il caldo ci riduce a terra, ma rattrista i nostri cuori perchè l'ombrello non piace a nessuno.
Per cui non servono diserbanti e ombrelloni, mantelle e occhiali da sole.
Sarà la morte delle menti inutili a portarci alla salvezza. La Morte.
Tutto sarebbe facile se non ci fosse il bisogno di iniziare. Tutto sta a iniziar le cose, anche a caso e anche senza senso, poi tutto viene e acquista la sua linea naturale. Anche se a un passo dal traguardo ti sei perso e non trovi più la strada, anche se arrivi ultimo e conta solo vincere.
Come una giostra e la ragazza che ci crebbe sopra, senza mai uscirne. Nella trappola del suo luogo preferito, giocava con la morte credendosi immortale. Ma anche prendendo sempre la coda di volpe che fa vincere il giro successivo, anche non scendendo mai, prima o poi la Morte si innamorarebbe anche di lei. Portandola via. Perdendo la gara con la Morte, senza averla mai giocata.
Vorrei perdere ogni giorno nella gara delle decisioni, per i miei ideali inesistenti, a testa alta. Diceva il ragazzino che non prendeva mai la coda di volpe. Ma forse le giostre non esistono e ci sono solo nelle favole. Ma le favole esistono solo se sai vederle la prima volta che te le raccontano, poi si trasformano in cose già sentite, che hanno immaginato menti non più vergini. Che hanno perso la poesia, come i vecchi che hanno visto tutto e non si meravigliano di niente, fermi sulle loro sedie al tavolino del bar, con le stesse carte in mano da vent'anni.
Gli stessi vecchi che oggi riempiono le banchine dei mezzi pubblici, usate come luogo di ritrovo per scambiare ricordi e pensieri. La "favola pensione" non gli permette neppure due bicchieri di vino al solito bar, con il solito tavolino.
Un certo disagio a volte porta a credere in Dio, chiunque esso sia. Il mio porta al vino. Prosit.

2 commenti:

Hank ha detto...

Sei un grande Krepa, passo spesso su questo blog, anche se non commento quasi mai.
Se un giorno dovessi trovare un libro di un anonimo autore che si firma "krepa" nelle librerie, non mi stupirei...
Hank

krepa ha detto...

grazie Hank.
era molto tempo che non "subivo" un commento e il tuo mi fa molto piacere.

grazie ancora