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lunedì, novembre 28, 2011

Urla il vento

Urla il vento e suona la bufera. Cosa accadrà alla città?
Scenderà la sera, si chiuderanno le porte e i portoni e forse ce ne staremo tutti in casa, persa la speranza si perde la voglia di condivisione.
Il vento cambia davvero ci era stato detto e ci avevamo creduto. Noi che in piazza ci andammo non per protestare, non per indignazione o sfogo, ma per sognare.
Il risveglio dal sonno poi, può essere peggiore di un incubo.
In quel Maggio, che poi era questo, proprio questo, l'ultimo, abbiamo messo l'ultima speranza nella politica, nella condivisione di un presunto cambiamento.
Non mi vergogno di dire di esser stato in Piazza Duca d'Aosta non per la musica ma perchè "cazzo bisogna esserci". Non mi vergogno di dire che ero in Duomo prima del primo turno, che c'ero poi e c'ero in tutte quelle manifestazioni di gioia che non contano un cazzo, ma che ti fanno capire che si può fare.
Il vento poteva cambiare, basta coi partiti e partitini e con la politica degli interessi personali, degli sperperi e dello spreco. Questi parlano di "noi", di "squadra" e di possibilità. Di una Milano non più Padana ma Europea, internazionale.
Città aperta ai giovani, agli stranieri...a tutti noi che illusi per le strade abbiamo brindato con birra e vino rosso, sventolato il tricolore e bandiere arancioni, abbracciato gli amici e pianto di gioia come solo la squadra del cuore ci aveva fatto fare. Noi che abbiamo fatto una testa tanta agli amici indecisi parlando di futuro e speranza.
Noi che dopo sei mesi capiamo che parole come Expo non si sposano con quel vento come ci avevano fatto credere,  che anche la sinistra ha il suo caso di corruzione proprio qui e che i due cui avevi riposto maggior fiducia, Boeri e Pisapia, litigano su chi ce l'ha più lungo, tra lo snobismo da radical chic e vecchi fantasmi.
In mezzo ancora "noi", che difficilmente torneremo a dare la nostra fiducia a qualcuno se tutto questo si tramutasse in un fallimento, in una revisione dei progetti e in una chiusura alla Milano aperta che abbiamo sognato e votato.
Parlo per me, da trentenne cittadino senza fronzoli e senza lavoro, di sicuro non l'esempio migliore, che però ama Milano e la vorrebbe vedere come meriterebbe di essere, sperando in una soluzione che veda finalmente il Comune agire come un squadra per tutte quelle migliaia di persone che come una squadra li hanno fatti eleggere.
Adesso ditemi cosa accadrà alla città.

2 commenti:

cate ha detto...

nella primavera del 2012, dicono i libri di storia, Milano subì una svolta epocale, trainando con sè l'intera Italia. La disoccupazione giovanile scese all' 1,3%, le pensioni diventarono quindi più ricche e le persone cominciarono ad andare in pensione ad un'età decente, evitando quindi di dover essere accompagnate in ufficio dalla badante. Venne eliminato il precariato, le persone venivano assunte e, se licenziate, venirono risarcite ampiamente. Costruirono parchi, rafforzarono la rete ferroviaria provinciale, aprirono biblioteche e musei interattivi, giovani. Le auto non furono più necessarie, perchè i mezzi pubblici diventarono capillari e frequenti. Non si sa poi bene cosa avvenne, ma sparì anche la nebbia, e la temperatura media si alzò di inverno e abbassò d'estate. Tornarono i merli. E se una rondine non ha mai fatto primavera, decine di migliaia di merli fecero certamente Estate. Non smettere di crederci, ok? Ciao

krepa ha detto...

se proprio insisti...ok