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giovedì, febbraio 10, 2011

Un post da divano. Stanco.

Dentro il divano col mondo fuori, il soffitto in testa e puzza di piedi a pochi
passi da te. Scarpe usate con cui ho perso i passi fatti sui passi di chi già
ci aveva camminato sopra. Alla fine si finisce sempre con il culo per terra
per la gioia, per la contentezza. Sentirsi sempre sconfitti è molto meglio che
vincere qualche partita senza senso.
Perchè alla fine ci si ricorderà solo dei primi e di chi non ha mai vinto.
Sporchi, sudati, belli e mal odoranti.
Un pensiero promozionale che definisce il confine tra il divano e il resto della
casa, filo diretto con il bagno. Bisogno primari, sogni lontani.
Starei seduto tutto il giorno con le chiappe al vento su quel trono in ceramica
e plastica, senza pensare, fissando un muro. Senza mangiare, dimagrendo.
In certi contesti non c'è niente di necessario e tutto è dovuto, persino la
possibilità di esser sconfitti resta arenata.
Invertendo la tendenza nell'ubriacarsi da soli, con il divano e qualche vecchio
pensiero preso in saldo e ormai in scadenza. Nella testa un grande mare, un
piccolo inverno, un temporale.
Il lampo viene e poi va via, che spaventa gli uccelli.
Venire senza godere nel rispetto del nostro odore, del sudore. Lacrime di
sconfitte scese da occhi persi nel vuoto. C'è sempre qualcosa di peggio
rispetto al proprio caso. E' la casistica del peggio.
Tempo perso a capire perchè ci sono incontri inaspettati e sorrisi stampati
in faccia a schiaffi, perchè si pensa che sorridere porti bene.
Serenità, chi vivrà vedrà e chi no forse farà un salto nel vuoto, pensato,
goduto, voluto. Onanismi di getto, un getto pensato.
Perchè perdere ha un senso nel dar valore alla vittoria.
C'è chi gode con le coppe, medaglie e soldi e chi invece prova gusto nel far
tutto senza senso, pagando a caro prezzo il proprio peso.
Il peso dell'insuccesso.
Come quello che ho detto qui. Niente. Un niente che però hai letto, forse
perdendo tempo, forse no.
Ma devi ammetterlo, se non ti è piaciuto ho vinto io.

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