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mercoledì, gennaio 14, 2009

Tema: la guerra fatta in casa

Non c’è svolgimento migliore per descrivere il tema.
Non ci sono parole che la spieghino perché parole non ci devono essere. Al massimo possono essere pensieri bloccati o ordini gridati, ma mai nessuna parola scritta che non suoni, controsenso, come una resa.
La vera resa è calcolata in rovine e la rovina di molte persone si concretizza in poche lettere.
Queste.
Che concretamente portano a un vincitore e un vinto, come il più banale gioco da bambini.
Una comparsata di marionette, di soldatini di metallo colorati a mano.
Ma non sono solo mani e gambe, teste e braccia, a saltare e a volare. Sono anche le parole non dette e i discorsi non fatti. Tutto in aria, come un fuoco d'artificio sparata per una festa pagana.
Sono bombe e ignoranza, bestemmie e santoni cui ci si affida inutilmente vista la loro inesistenza accertata nel Mondo degli onesti. Nella finzione hanno lo stesso potere immaginifico di DisneyLand, con la variante di provocare guerre.
La parola ultima a un discorso tanto inutile quanto finale.
Vertigine.
Un insensato senso di vertigine che rigira i miei pensieri come le parole dei tanti che intervengono dai secoli dei secoli.
Amen.
La chiosa inutile a tanto dolore. Le Chiese partecipi a tanto orrore.
Non finiranno mai gli inverni, così come le guerre, ma aumenterà sicuramente il freddo e l’ignoranza.
Dall’alto di balconi o dietro grandi scrivanie, con scettri o grossi cappelli in testa, con o senza il minimo motivo se non dato dal Dio, chiamalo denaro o chiamalo maiale, fai il tuo gioco.
Nemmeno la colomba bianca scomoda più la propria icona per parlare, buttando al vento le proprie parole.
Perché di questo non si parla. Non ha parole se non nel contorno.
Solo un suono nullo, il silenzio muto che si arrotonda a colpi di mortaio sino a diventare morto.
In tutto questo la cosa più facile è inorridire, di fronte a questo la cosa migliore è stare zitti e voltarsi.
Fidati.
Fidati di me e di tutti quelli che ti dicono che la soluzione è vicina, sinchè non scoppierà la prossima guerra e quella dopo e poi, come d’incanto un’altra ancora.
Perché la pace non esiste o perlomeno c’è sinchè non sopraggiunge la guerra.
Un po’ come vita con la morte.
Fidati, anzi, non farlo.

6 commenti:

Cico ha detto...

ciao amico, auguro un otimo 2009 anche a te. leggo sempre con piacere i tuoi scritti, anche se per evitare banalità spesso evito di lasciarti commenti ovvi, come ad esempio che sei davvero un mago nel fotografare il tempo.

a presto

Anonimo ha detto...

Krepaldi, che angoscia

Alberto ha detto...

So che hai ragione, ma ho deciso di cominciare il 2009 come se non lo sapessi...

...Non sono capace di fare "guerre preventive" per ascoltare la voce della mia paura, insomma. :-/

Spero che quando il nemico mi attaccherà, lo farà in modo definitivo, netto, ultimativo: ho finito lo spazio per le cicatrici sulla mia pelle, ormai.

Un abbraccio fatalista :-)

Anonimo ha detto...

è la disamistade, krepa. :-*

krepa ha detto...

@cico:cazzo caro ragazzo...troppo buono
@cler:aprire un giornale o accendere la televisione, ma sopratutto vedere come gira il tutto mi mette più angoscia
@alberto:spero di non voler mai che l'attacco altrui sia definitivo, anche se ammetto che è sicuramente meno complicato
@manu:dici?!?!...ho letto il testo di DeAndrè, davvero bello...

Viola ha detto...

A volte mi viene un attacco di panico pazzesco a apensare di dover condividere il MONDO con "gente che fa la guerra"...io non lo voglio condidìvidere con loro. Mi sento male al solo pensiero. Vorrei essere sparata con un razzo su un altro pianeta.MA perchè non ho fatto l'astronauta?????