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giovedì, settembre 06, 2007

Il corpo nel testo

Dovrei farmi una doccia, ma ho voglia del mio odore.
Hai letto bene, ho detto odore anche se forse puzza sarebbe il termine più adatto. Ma non mi adatto facilmente agli odori.
Vorrei anche farmi la barba, ma ultimamente mi trovo dannatamente affascinante con la barba.
Non hai le allucinazioni, hai letto "dannatamente affascinante" e forse carino renderebbe meglio l'idea. Ma ho bisogno di darmi prestanti e corpose dosi di autostima.
Dovrei lavarmi i denti a questo punto, ma sento il desiderio di sapere cosa ho mangiato.
Sì, desiderio...muoio dalla necessità di sapere sempre da dove vengo e chi sono, pane e companatico di ciò di cui sono composto.
Vorrei sprofondare nel letto, ma assaporo gli istanti nevrotici che accompagnano le mie notti insonni. Puoi dirlo forte, li assaporo perchè non sopporto i ritmi lenti, gli attimi morti e le persone vuote e nel momento in cui frequento questi fantasmi, mi immergo nel pensiero della mia isteria "da poco sonno".

Non mi dipingo bene, vorrei tanto avere un ritratto alla Dorian Grey, ma non ho amici pittori e non mi cimento nell'arte da svariati e turbinosi anni. Forse decenni?
Vorrei e dovrei non deluderti mai e darti la forza di soppartarmi nei miei momenti di non curanza. Quando bestemmio per la sveglia repentina e cammino in cerca dell'infradito che ho lanciato la notte prima. Quando mi avvento sul primo caffè sognando già il successivo senza guardare il latte, perchè ho sbagliato troppe volte le dosi del latte nel mio caffè e latte.
Quando maledico la notte appena passata perchè mi ha dato solo il mal di testa e, in combutta con la mia pelle, mi riempie di premi e cotion. Detti anche, brutalmente, brufoli.
Quando vorrei averti ma non posso, perchè non ci sei.
Quando dovrei averti ma non riesco, perchè non voglio.
Quando sono pensieroso e assorto per non esser riuscito ad andare di corpo e quando, preso da fastidi notturni, mi alzo alle 4 del mattino e sbatto ovunque nei cinque metri che mi separano dal bagno.
Quando sarei in grado di fare ciò che vorrei e dovrei e soltanto per il mio Io, non lo faccio.
Quando vorrei parlar di più ma non posso e quando dovrei ma non voglio.
Quando vorrei soddisfarti di più, ma ti torturo e poi ti coccolo, ma peggioro la situazione.
Quando vorrei darti una compagnia, ma più di quel tempo non ci riesco.
Vorrei darti nuovi occhi per togliere il male che hanno visto, nuove gambe per percorrere i sentieri migliori, sempre correndo...e tutta la forza che non ho mai avuto.

Quando ti chiedo di seguirmi in ogni mio vicolo buio, ogni mi vizio, ogni mia perversione e poi mi trovo a doverti ascoltare per non vedermela brutta.
Ecco...è in ogniuno di questi momenti che il mio aroma, i miei acciacchi, i miei tormenti mi fanno tornare in mente che non sono solo, che respiro annospo e godo dalla stessa pancia e anima di qualcun altro, perso chissà dove eppure così vicino a me.
Quando è così, ricordo anche di avere un malandato e spensierato corpo, oltre a me.

8 commenti:

Alberto ha detto...

PRIMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO...
:-D

Di solito non scrivi così tanti refusi (affasciante, ogniuno, annospo... - ndr), quindi probabilmente hai scritto questo post intimista di getto.

Un merito, perché hai dialogato col tuo corpo in modo brechtianamente perfetto: altro che Milva!!!!!!!!!!!!! :-D

Un abbraccio Strehler :-)

Anonimo ha detto...

Teatro puro. Ha ragione Alberto.
Ma il teatro quello vero dello stomaco.
Bello.
E bravo.

Puket S. ha detto...

Straordinario questo pezzo.
Letto e riletto.
Viscerale. Toccante.

Anonimo ha detto...

...Esco dal mio corpo.. ed ho molta paura..
Lo vedo esposto a sè.. al mondo.
Al mondo che lo attraversa, che lo forma, che lo sforma.
Vedo il mio corpo esposto, in un unico movimento, alla passione della "vita", alla passione della "morte", alla passione dell'"altro"..
Osservo il mio corpo, che nell'esporsi mostra la sua totale bellezza.
La bellezza di chi non ha nulla da perdere..
Esco dal mio corpo ed ho molta paura..
Poi vedo infiniti corpi che come il mio..sono lì.. inermi..a cercare un senso.. ad aspettare un "destino"... ricordi? e mi consolo.. perchè mi accorgo che cmq non si è mai soli..
Sarà forse uno di quei corpi,amico o nemico.. conosciuto o sconosciuto..simile o diverso.. che farà parte di un altro nuovo viaggio...???
... chi lo sa... nel frattempo conto sul mio di corpo..che con le sue più svariate identità.. è un abile compagno!!!
baci krepaaaaaaaaaaa!!!!!!

krepa ha detto...

@alberto:sempre troppo buono...però ho corretto i refusi, era la stanchezza
@pat:grazie mille, troppo gentile
@ultimastrega:vedi sopra...io volevo solo chiedere scusa a 2lui" dopo una giornataccia di lavoro...
@nicole:è più bello il tuo commento del post...

Sara ha detto...

è veramente bellissimo il tuo dialogo con lui.
Riesci sempre a stupire!

un bacio

Anonimo ha detto...

malandato e spensierato corpo. bellisimo!

ma quindi stai lavorando per il festival..eheh..sai che io pensavo seriamente di fare lo stage da esterni? mi sa che un giorno mi racconterai com'è..
PS ieri sera per caso eri agli stand? stavo rovesciando la birra addosso a un tizio che sembravi tu ;)

[cler]

krepa ha detto...

@sara:io non stupisco, sono stupido...comunque grazie
@cler:per stand intendi l'east end di Lambrate?no...ero in colonne. comnque sì, lavoro al Festival e faccio il manovale pagato. Lo stage l'ho già fatto...comunque felice di parlartene, il posto è bello