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martedì, gennaio 11, 2011

Il lieto fine è un favola

Il re è malato, la regina è nuda e la principessa è troppo piccola per il regno.
Ultima notizia a breve giro di posta, stiamo attenti, anche perchè la notte è appena terminata e di prima mattina si è più deboli.
Più facilmente colpibili, fuori dalle lenzuola, con il sogno ancora impresso in mente e le mani intorpidite, i piedi doloranti e la schiena contorta.
"Erezione" dice il cervello confuso, come una spada eretta a protezione delle proprie quattro convinzioni. Mentre fuori c'è il sole e piove, tutto nelle stesso tempo.
Come il sangue che sgorga dalle tue ferite insieme a parole non dette e concetti inespressi. Pulisco col disinfettante, che lascia odore di pulito come quando esce il sole dopo la pioggia, senza nascondere ciò che era successo.
Ma mi ripeto.
Il re sta molto male, la regina si sta masturbando e la principessa non può crescere troppo in fretta. E' un suo diritto.
Anche se la giornata prosegue, l'attenzione si alza e si abbassa lasciando poche sorprese al caso, terrorizzando ogni minima espressione di gioia.
Ridere può far male al re, ridere non lascia speranze aperte ma offusca le menti.
"Colpiscimi bene, prendimi bene" grida la tua mente per essere fatta fuori per il torpore delle cose che si inseguono senza un senso, senza lasciare al tatto un qualcosa che possa essere ricordato. Come le pareti bianche e le pagine scritte senza senso.
Lasciando che il freddo possa entrarci dentro e colmare i vuoti. Strutturali. Di coscienza. Di colore.
Pensando che non ci siano giorni buoni, giornate giuste, momenti da ricordare.
Scambiando i propri umori con odori e organi preconfezionati, come le porzioni per il pranzo consumato insieme e finito allo stesso modo. Senza parole.
Il re è quasi morto, la regina urla e si masturba e la principessa ha le mani sporche di cioccolato. E' arrivato il principe che piange a dirotto e non sa che fare.
Arrivano da altre parti del mondo le cose che sono diverse. Per pelle. Per lingua. Per odore.
Arrivano da altri sogni tutti gli incubi che colpisci a bottigliate e vuoi scomporre in tante piccole note musicale, con cui musicare una marcia non necessariamente funebre.
Attento che poi cade il cielo che una volta era alto e azzurro, ma poi è arrivata la notte e si sono accese le luci. Però adesso qualcuno le ha spente di nuovo. Per sempre.
Comincia a fare freddo anche dentro, forse meglio chiudersi bene e non far passare gli spifferi.
Penseremo poi a cosa dire fuori, cosa utilizzare, senza prendere precauzioni e bucando tutti i preservativi. Parleremo di come siamo fatti dentro come se fossimo una città, ma soltanto dopo il coprifuoco.
Ora no, perchè è tutto vero.
Il re è morto, la regina gode e la principessa è andata via. Il principe sta piangendo sopra una sedia mentre con una corda gioca a fare dei nodi strani.
Il lieto fine è favola a metà.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

questo post è come un film di Antonioni: non ci si capisce un cazzo però si intuisce che dietro c'è qualcosa di geniale..

g.

krepa ha detto...

Antonioni quella della Fiorentina?
però è vero, non si capisce un cazzo...

Anonimo ha detto...

forse per la prima volta,
mi sembra davvero di capire qualcosa.

Leggo e comprendo cose di qualcuno che conosco bene.

io.m.