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lunedì, ottobre 25, 2010

Vento

Il diritto di non saper fare niente in un mondo in cui tutti sanno tutto.
Ho visto il rumore del vento cadere dritto in una pozza d'acqua e non alzarsi più. Il riflesso generato era un parto di nuvole pesanti, deciso a cambiare tutto. Gli uccelli roteavano distorti. Confusi. Il risultato delle loro cagate è concime per il cemento.
Non è distrazione la mia, è che non ci capisco più niente.
Dove e come, quando e perchè. Ma sto andando lo stesso.
Non sto piangendo, ma non uso mai l'ombrello, nemmeno quando piove.
Ho visto il colore del vento, cromato e azzurro.
E' caduto dentro una pozza che rifletteva il grigio del cielo. Nuvole sparse cariche di smog.
In fondo un piccolo squarcio di cielo azzurro. Lontano.
Gli uccelli volteggiano alti e si abbassano all'improvviso stando sempre in cerchio, tutti uniti costantemente, quasi annullassero le distanze.
Non sto pensando ad altro, sto pensando come fanno a non scontrarsi.
Non riesco a capire come fare tutto quando non so fare niente.
Il vento scorre rapido tra le piante e disegna scie colorate. Le fronde si scontrano l'una contro l'altra con violenza, confondendo i colori delle foglie, alcune cadono morte, ma gli uccelli continuano il loro giro. Imperturbabili.
Non piove più, il viso è ancora bagnato ma soltanto perchè l'acqua l'ho presa tutta guardando il cielo. Non sto piangendo.

2 commenti:

La poeta ha detto...

è sempre un piacere passare a leggerti...

krepa ha detto...

...grazie, allora passa...