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mercoledì, settembre 29, 2010

La finta retorica del tacco a spillo

Lui morì giovane, in tenera età.
L'aria del successo, flash puntato in faccia e nessun senso di pietà.
C'è già chi ci pensa, ma dimmi come potrà essere. Basta non voltare pagina
al calendario per sembrare ancora giovani?
Sto riempiendo il frigo di birra in lattina e ricordi confezionati in porzioni
singole, da consumare caldi in sere invernali.
Così quando verrai a trovarmi sarà tutto come l'ultima volta.
Lui è morto giovane e bello come Dio.
La sua voglia di eccedere è stata anche più forte di lui.
Mi dicono che ho buttato via tutto, ma giuro è ancora tutto in tasca.
Ho solo tolto qualche foto dal muro, ma soltanto perchè mi vergogno di
essere così. Mi isolo spesso e penso a quando si era giovani insieme, amico,
e solo in quei momenti il vento riesce ad essere clemente con me.
Se calcolo quante ore della mia vita non riesco a ricordare per il troppo alcol
e la mancanza di sonno, recupererei un anno intero, minuto più e giorno
meno. Ma non importa.
Perdo capelli in continuazione e mi taglio le unghie sempre più corte perchè
forse un giorno mi serviranno a bruciare gli anni persi.
Lui ha avuto tutto ed è morto senza niente di più.
Lo ricordano in molto e qualcuno me parlava già anni fa.
Mi annoio solo e annoio le farfalle che poi provo a collezionare senza successo
mantenendo il muro spoglio, che non si sa mai.
Non ho ancora ben capito come mi volesse mio padre. Se così o impiegato
in banca. Se così o sposato. Se così e basta. Sarà l'ultima cosa che gli chiederò
un giorno, lontano.
Lui è morto e qualcuno lo porta sulle magliette e in qualche poster rubato
all'incanto.
Poteva avere tutto, ma ha preferito l'eternità.

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