L'angolo adatto per nani, ballerine, cantanti, troie, alcolizzati e illusi. Ovviamente qui nulla è serio...se sei dei nostri...benvenuto, entra pure

sabato, settembre 25, 2010

Il brigatista

Dovranno spiegarmi, prima o poi, perchè l'immobilismo della Balena Bianca
non è mai stato visto come reato, ma come strategia.
La strategia per eliminarne uno e arricchirsi in tanti. Senza colpe.
A distanza di anni, di celle e di città girate, dopo processi, morti e morti
ammazzati, tutto resta come era in me, ma fuori è peggiorato.
A poco a poco me ne rendo conto dal mio piccolo osservatorio di 5 metri
quadrati, ma sono sicuro che là fuori voi non ve ne accorgiate.
Forse ne fate già parte.
Avevo 20anni, un lavoro da operaio e un Mondo intorno che non mi andava.
Padroni della mia vita e non solo del mio lavoro, un movimento che mi
aspettava e un cambio repentino. Assoluto.
Quanti di voi metterebbero la propria identità in cambio di un ideale,
buttare via tutto, nome e cognome, salutare per l'ultima volta vostra madre
e partire per una guerra?
Sì perchè non sentirete mai nessun brigatista dire di non esser stato in
guerra. Una guerra diversa da quella che oggi fanno i vostri politici.
Una guerra sociale, che prevedeva morti mirate.
Sbagliate di sicuro. Per noi erano giuste. Noi prigionieri politici.
Non cerco il vostro consenso, anzi sono anni che vivo del dissenso altrui e
mi sono convinto che qualcosa l'abbiamo sbagliato.
Come se ci avessero guidato dall'alto, come se fossimo in mano a un
burattinaio che tirava i fili. Il Grande Vecchio.
Dovranno un giorno accendere i fari delle loro automobili anche su Bologna
e una strategia del terrore non certo rossa o nera, ma di Stato.
Poi sarà Milano, poi ancora Brescia.
Per ora pago i miei anni, così come ho pagato caro tutti i miei errori.
Così come l'hanno fatto i miei compagni, quasi tutti, di qualsiasi sigla fossero
e da qualsiasi città provenissero.
Dalla rossa Emilia, dall'operaia Milano o dalla Torino fatta in serie, dall'isolata
Sardegna, dalla Roma Ladrona e dal nord est nero, che ora si tinge di verde,
ma sempre fascista resta.
Non faccio retorica, mi chiedo solo come sono finiti i movimenti di Reggio
Calabria e da chi fossero appoggiati. Perchè la giustizia si è mossa in un
senso solo. Chiedete a De Pedis chi stava con chi in quella Roma cattolica e
politica, che non trattava per Moro e già si spartiva la sua eredità.
Oggi da qui vedo solo un'Italia depressa, contratta su sè stessa, in cui gli
studenti non lottano e gli operai sono schiacciati.
Ma tutto è fermo, senza luce. Tutto è deserto.
Così guardando da questa finestra con il cielo che è sempre lo stesso, torno
al pensiero iniziale, alla mia casa col giardino, la mia carta d'identità e tutto
quello che mi sono perso rincorrendo un sogno che ora non interessa
più a nessuno.
Suicidio intellettuale, prigioniero politico.

Nessun commento: