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mercoledì, settembre 22, 2010

Il gruppo spalla non fa mai il soundcheck come vorrebbe

Ci sono giorni di inutili idee da cui forse è facile aspettarsi il meglio e restarne
delusi.
Ci sono scambi di sguardi e attenzioni che non ti aspetti e magari non vuoi.
Quando faccio la lavatrice prendo tutti i pezzi sporchi che ho. Dalle maglie
utilizzate una sola volta ai pezzi infangati dopo un allenamento.
Tutti pezzi diversi, tutti i colori del Mondo. Insieme.
Niente che li divida e se si devono mischiare tra loro, che sia.
L'importante è che il lavaggio sia alla temperatura giusta, coi giusti ritmi e
i giusti consumi.
Passando per Milano in questi giorni ho visto che in poco tempo si possono
cambiare le cose, almeno apparentemente, e che se anche ti senti incapace
di qualcosa di buono, qualcosa lo puoi fare.
Poco magari, non molto. Anche una pacca sulle spalle, un saluto o un ricordo
cambiano le giornate.
Ci sono notizie che ti piegano le gambe anche in un giorno di festa e feste a
cui vorresti partecipare sino all'alba.
Ci sono fontane sotto le quali si può consolidare un'amicizia bagnandola
con una sola bottiglia di vino bianco.
Pensando a quanto possa produrre sul mio corpo la fatica fisica mi sono
convinto che non è nulla rispetto a quella mentale, alla foga del pensiero.
Molto meglio spaccarsi la schiena che la testa, pensando a cosa sarà domani,
quando l'oggi troverà il sonno dei giusti e il primo sole propone una strada
conosciuta, che però non sai dove porterà. Senza guardarsi indietro.
Ci sono notti in cui vino e birra trasportano le risate e mattine in cui non trovi
l'aspirina per il tuo malditesta e cerchi la soluzione.
Ci sono tensioni e incazzature per sprechi e malomodi e scambi di parole con
persone eccezionali. Foto, incontri, mani e sorrisi.
Ieri notte, tornando nel mio spazio condiviso di questi giorni ho pensato a
quanto dieci giorni possano sembrare eterni e come da una fessura sia
possibile guardare il Mondo esterno senza essere visti.
Lasciarsi trascinare dalle correnti, dalle gradazioni di calore e magari farsi
intaccare da altri colori, venire a contatto con altri tessuti e pensare.
Pensare che se anche una volta fuori sei confuso, smacchiato, invecchiato e
intorpidito...se hai preso un pò di botte e vorresti spaccarti la testa contro
un muro anzichè continuare ad essere sballottato...se non hai ancora capito
un motivo solo...pensare che comunque ne è valsa la pena.
Ci sono assenze che lasciano il segno e ricordi che lavano le menti.
Ci sono gruppi spalla che non fanno mai il soundcheck e batteristi che
picchiano il ritmo giusto.
Ci sono cose che van vissute e raccontarle non serve a un cazzo.

3 commenti:

youri djorkaeff ha detto...

hai detto troppe cose giuste , bro'
grazie per tutti i momenti di confusione che abbiamo fatto evaporare, e per quelli che ancora restano. i sorrisi mi hanno tenuto in piedi, e le solite tre-quattro persone. alla prossima.

Anonimo ha detto...

Molto bene.
Mi sono permesso la libertà di un link.
Mi hai fatto tornare la voglia di fare cose troppo a lungo accantonate.
E' stata una bella cosa.

Miki

krepa ha detto...

@donus: sono contento di questa voglia e prenditi la libertà di linkare come e quando vuoi....anzi...fallo
è stata proprio una bella cosa

@youri:se tu sei diorkaeff io sono zinedine. dicevano che non potevamo giocare insieme, però abbiamo portato a casa Mondiale e Europeo, forse un pò troppo simili, ma per questo ci si capisce al volo