L'angolo adatto per nani, ballerine, cantanti, troie, alcolizzati e illusi. Ovviamente qui nulla è serio...se sei dei nostri...benvenuto, entra pure

martedì, agosto 10, 2010

Ti ho mai detto?

Vi ho mai detto di quanto a volte mi dimentichi di dire e fare cose?
Addirittura mi perdo i pezzi e non riesco mai a fare una cosa bene. Sarà per
questo che fino a un certo punto sembro perfetto e poi mi manifesto per ciò
che sono, inconcludente.
"Gioca bene, ma non fa goal" direbbero alla Domenica Sportiva, oppure
"Si impegna, ma non riesce a proprio a capire" diceva la mia maestra.
Già la mia maestra. Sono sicuro di non aver mai detto che all'asilo mi
innamorai per qualche giorno della mia maestra più giovane, che poi se ne
andò e diedi la colpa a mia madre, pensando fosse una strega.
Chissà perchè.
Ho scritto tante volte dei miei nonni, ma mai ho detto che per me l'estate
senza di loro non ha più senso.
Senza il giornale letto con mio nonno, le ramanzine perchè non facevo i
compiti e andavo a giocare in strada, quelle strade di Treja e Montefano e
i lunghi pomeriggi marchigiani, il pallone o la racchetta e quelle attenzioni
che nessuno mi potrà dare così.
Non l'ho mai scritto ma lo penso ogni metà Giugno per tre mesi.
L'estate, il mare, i bagni.
Io che da piccolo ero ciccione e non mi toglievo mai la maglietta per vergogna.
Mi rifugiavo al bar a giocare ai videogame, facevo amicizia con altri ciccioni e
forse da lì è nato il mio odio a console e playstation varie.
Bimbo Simone e la sua banda di ciccioni. Non l'ho mai detto, me ne vergogno.
Ho mai detto delle prime vacanze con gli amici? Gruppo di sedicenti bevitori
in cerca di avventure e mai una volta che qualcuno tornasse a casa felice.
Ma i tempi sarebbero cambiati, anni dopo e dopotutto la gavetta serve.
Non ha mai detto tante cose e non ho scritto interi capitoli di me.
Ho fatto l'istituto tecnico sinchè non mi sono accorto che anzichè da striscie di
"zero e uno" in codice binario la vita era fatta di fiori, giochi e colori.
Ho conosciuto la poesia, letto Sepulveda e per la prima volta un goal non è
stato solo un punto in più, ma condivisione di un mondo, di affetto e amicizia.
Un abbraccio vitale per chi stava soffrendo.
Da "tecnico" sono diventato un "niente" che si commuove per ogni stronzata.
Aspetta però, non andare...non ti ho detto ancora tante cose.
Una volta mia madre ha trovato un giornalino con le donne nude nel nostro
bagno di casa, avrò avuto 14 anni. Lo utilizzavo per amare. Alle sue incalzanti
domande non potei fare altro che dar la colpa al mio migliore amico.
"Lo tengo io perchè a casa non può...già". Lui non lo sa, non diteglielo anche
se non credo di esser stato creduto.
Mera figura da mezzo uomo (o mezzo ragazzino), ma mai come quando me
ne andai dal seggio elettorale fiero di aver votato Rutelli. Anno 2002?
Ebbene sì, non te l'avevo mai detto vero? Ho votato Francesco Rutelli.
Non parlo sempre di me, in realtà lo faccio raramente.
Maschero, nascondo, recito.
E' più facile scriva qualcosa di me anzichè parlarne.
Tante cose non le dirò mai, però posso inventarne altre.
Tu hai qualcosa da dirmi?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

si. non pensi che anche senza parlare o scrivere tu tante cose le abbia già dette? tu parli anche da zitto, lo si vede da lontano... ti si sente da lontano.
perchè hai paura?
perchè sei terribilmente incazzato?
devi volerti bene un po di più...

krepa ha detto...

non sono sempre incazzato...
non so, forse è vero. credo sia bello dire anche senza parlare, però non so se è vero.
se lo dici, forse mi conosci e mi fa piacere.
grazie. però non penso di dovermi volere più bene. ma sono opinioni

Anonimo ha detto...

io delle mie stronzate non mi vergogno, ne vado molto fiera. a costo di sembrare stupida. mi definiscono, fanno (sor)ridere gli altri, mi divertono. come quando mi firmavo ofelia sui pacchi postali o andavo a la spezia a vedere una partita fantasma. mi piace quando parli di te. ed e´vero, non lo fai mai.
cat

Anonimo ha detto...

L'estate, e natale, e pasqua. Quando dalle ore 14 alle ore 16 (tassativamente) era vietato fare rumore, e giocavo a carte con la nonna, in via ospedale vecchio. Ci penso anche io, verso giugno o alle feste comandate, a quelle attenzioni che non avrò più; ci penso ogni volta che con la macchina arrivo a Treia. E ogni volta penso a quanto darei per rifarla, una partita a carte, con mia nonna, adesso che sono grande. Ricordo che fermavamo le ragazze chiedendo se sapevano che ora fosse. Una, ne avessimo beccata una. Ma non perchè fossi (o fossimo) ciccione/i (eri già abbastnza slanciato...). Credo, piuttosto, perchè eravamo - semplicemente - incapaci di relazionarci con l'altro sesso. Torneremo, un giorno, ne sono sicuro, a bere sangue di giuda seduti ad un tavolino in una di quelle taverne, ad assaporare insieme la malinconia, che in fondo ci piace, perchè è tutto ciò che ci resta di quel tempo, che di fatto se ne è andato ma che per fortuna c'è stato. Parlarne fa bene, però, o almeno credo. Quindi grazie. Un abbraccio!
Cassero

krepa ha detto...

@cat: ma infatti anche qui non parlo di me...ahahah
@cassero: che bello sto commento, cazzo!!! mi riporta indietro di anni, alla prima sbronza, alle nostre serate, a Treia...mamma mia che salto nel passato...grazie e forza onglavina