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lunedì, giugno 21, 2010

Un dito di latte e una moka di caffè

Sai che mi alzo sempre di cattivo umore quando devo fare qualcosa.
E' che se sono impegnato non mi trovo a mio agio.
Immagina quando non ho niente da fare. Arrivo addirittura a pensare.
Però il buon umore potrebbe sempre arrivare, senza scorciatoie.
Una moka di caffè basterà a lenire la mia voglia di letto?
Allungo il suo calore con un dito di latte, buono a stimolare il mio
secondo atto mattutino. In solitaria.
Scusa se non riesco a parlare, sai, non mi viene bene.
Poi appena parlo un pò di più ci si lamenta di ciò che dico.
Sono volgare, pesante e pressante. Meglio il mio silenzio, allora, e i
quintali di inutilità che sento nelle bocche altrui.
Parlo solo di calcio, sesso e feci.
Rispecchiano i tempi e danno il ritmo ai riflessi. Perlomeno i miei.
Una serie di incidenti, ecco cosa sono le giornate.
Non mangio mai niente a colazione, tranne quando le mie giornate
iniziano alle metà esatta del giorno.
In quel caso la mia testa gira così tanto per la sera prima che non
mi rendo conto nemmeno del mio stesso silenzio.
Poi se fuori piove riesco ad essere anche funereo nel mio non parlare.
Potrei pensare di girare con un block-notes e scrivere anzichè parlare.
Però poi quando scrivo mi sento dire di essere pesante, monotono e
ripetitivo. Addirittura criptico, ma non è così, non può essere criptico uno
che non sa nemmeno cosa vuol dire. Tranquilli.
Meglio non scrivere nulla, allora, e sentire i problemi che affligono i mondi
altrui, dalle doppie punte al chilo e mezzo di troppo.
Un controsenso dirlo in un blog, ma nessuno obbliga a leggere.
Risparmiare tempo per pensare, anche perchè il tempo ha un limite.
Nella mia testa mi faccio continue domande e risposte, a cose che
vedo e sento intorno a me. A cose che ahimè non vedo intorno a me.
Mi dico cose banali con tono saccente, in un certo senso faccio piacevoli
conversazioni che poi lascio lì, sospese. Un pò come quando parlo con quelli
che si danno un tono e hanno in mano i perchè della vita.
Dall'altro lato mi alleno ad ascoltare gli altri, in modo partecipe, anche
se non sempre mi riesce di emozionarmi. Però ci provo, lo giuro.
Ammetto di essere un pò borderline, ma in fondo in linea con i miei perchè.
Poi ogni tanto esco fuori dalla testa, parlo e ascolto nuovamente. Sto fuori
anche molto tempo e parlo tanto, poi torno dentro e sto zitto.
Ho paura, sai, che tutto possa contaminarsi.
Come quel latte che metto nella mia moka di caffè e tutte le mattine mi
stimola il mio secondo atto quotidiano.
In solitaria, sia chiaro.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

le doppie punte e i chili di troppo sono anche un tuo problema caro...
m.

krepa ha detto...

lo sono nella misura in cui voglio che lo siano...ma ormai fisicamente sono in declino per cui, non saranno più un problema ma la normalità

Anonimo ha detto...

fai attenzione perchè certi problemi (tuoi o altrui) tendono ad avere il sopravvento...
e comunque potrai sempre dire di aver guadagnato fascino!
m