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lunedì, maggio 17, 2010

Come se niente fosse

Simone gioca a pallone tutti i pomeriggi, dopo la scuola. Sogna di giocare un
giorno a calcio, di diventare famoso. Chissà se ci riusciarà. Ma i sogni sono
belli proprio per questo, perchè ti lasciano la possibilità che si realizzino, così,
senza ansie e paure.
I sogni sono liberi.
Tante le ginocchia sbucciate al parco, perchè il terreno non è certo quello di
San Siro, ma la smorfia che hai visto fare a Nicola Berti ti fa passare ogni
male. Poi Ruben Sosa gioca anche se gli fa male il ginocchio e lui non può
essere da meno.
Certo non ha il fisico del Capitano, ma ci può lavorare.
A Simone hanno regalato la prima maglietta neroazzurra, ed è tanta
l'emozione. La indossa anche se è di lana, siamo alla fine degli anni '80 e
fa caldo perchè il suo compleanno è a luglio.
Mamma mia come pizzica indossata sulla pelle, però è come quella di Karl
Heize Rumenigge e non importa se fa sudare.
La maglia ha gli stessi colori della foto di Matthaus, Zenga, Bergomi e Ferri
che alzano al cielo il Trap.
Il suo primo titolo, a lungo l'unico.
Quando si perde a fantasticare,Simone lo fa pensando al calcio, alla maglia a
strisce nere e azzurre.
Sogna Simone, come tutti i bambini che non hanno l'assillo della quotidianità.
In fondo che male c'è, il calcio è un gioco.
Il calcio è vita.
Quanti pomeriggi passa ai giardini Simone, gioca con Alessandro, anche lui
interista, però portiere. Lui sogna Walter Zenga e Gianluca Pagliuca.
Gioca anche in una squadra, Simone. Qui con Carlo, Luca, Marco e gli altri
compagni, scimmiotta i campioni della sua squadra.
Ma si sa, i bambini volano con la fantasia e il calcio è un gioco.
In calcio è vita.
Simone ha girato in lungo e in largo, non fisicamente, ma con la testa. E' stato
in tutta Europa ed ha visto gli altri esultare, vincere. Li ha sentiti prenderlo
in giro. Il broncio in certe sere di Maggio era la maschera più comune e triste.
Ha incassato tutto Simone, perchè anche se è un bambino, sa cosa vuol dire la
delusione. Ha conosciuto sconfitte incredibili, che nemmeno un'autorete
ai giardini o all'oratorio...Helsingborg, Lugano, Villareal, Schalke04 e via
dicendo...potrebbe aver pianto tanto, come quella volta del 5 Maggio.
Ma è un bambino forte Simone.
Ora è ancora lì con la sua maglietta e un pallone tra i piedi, aspetta e intanto
sogna, perchè sognare fa restare bambini.
Simone aspetta e sogna. Ha spesso gli occhi carichi di lacrime, per le delusioni
passate e le gioie attuali, ma non piange Simone.
Simone aspetta, le ha tutte lì le sue lacrime. Una dopo l'altra, cadranno,
comunque vada, lui sa che cadranno.
Saranno lacrime nerazzurre dedicate a quei goal ai giardini, alle figurine, alle mille
rinunce per una partita, ad Alessandro, a Marco, a Davide, a Peppino, a Massimo,
a Josè, a Giacinto, a Carlo, a Luca...
Perchè i bambini sono fatti così e forse dopo quelle lacrime tutto sarà diverso.

6 commenti:

La poeta ha detto...

una bella storia...

Joe Rokocoko ha detto...

una storia fantastica, che non ha senso nè ragion d'essere, ma proprio per questa va goduta appieno. sono fiero di esserci stato; ieri sera in duomo, nelle tue dediche, nei nostri lunghi pomeriggi ad allenarci, e giocare, e sognare. il sogno continua e noi siamo ancora qui. grazie simo.

krepa ha detto...

@la poeta:una bella storia deve avere un bel finale, altrimenti è una storia e basta
@joe:io dico solo che non voglio dire niente...però...fontolan fontolan fontolino fontolan!!!!

Anonimo ha detto...

Il calcio è felicità, è gioia di vivere, è riso coi fagioli.
[Toninho Cerezo]

cler ha detto...

ieri mi fermo a prendere un panino al baracchino di porta genova, e tiro su il flyer di audiovisiva, e vengo a fare due passi da qui dopo una vita
ciao krepa :)

krepa ha detto...

@toninho:grande...
@cler:...il panino da Toni in porta genova crea allucinazioni però ero proprio io...