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venerdì, marzo 14, 2008

Sarà la primavera a ridare gli occhi alla speranza

Alle prime luci del mattino tendo a perdere completamente il senso dell'orientamento. Lo sguardo è sfuocato, a metà tra la luce del bagno e il bagliore del frigorifero aperto. Soltanto un passo più in là, l'aroma inconfondibile del primo vizio quotidiano. Il caffè.
In testa suono sempre il classico "ma chi me lo fa fare?".
La risposta classica è "la vita". Non intesa come rassegnazione, ma come voglia di non perdersi neppure un secondo dell'interminabile primavera di sensazioni. Al sonno dedicheremo spazi adeguati in momenti consoni. La vecchiaia e la morte, eventi collegati ma non necessariamente che tuttora vedo più o meno lontane. Anche se raggiungibili e a modo loro godibili.
Al caffè segue sempre lo sguardo distratto ai tanti e soliti discorsi confusi su politica e soldi. Oramai il triste autunno che ci porta a un freddo inverno, che congelerà i nostri sogni di gloria.
Non capisco come collegare i discorsi che sento con i dolori di stomaco e troppo spesso confino queste ansie nelle birra della sera prima. Ultimo vizio prima del sogno finale.
Ripercorrendo poi la giornata al contrario ripasso a memoria le madonne invocate a vuoto, le mancanze di certezze, la precarietà del lavoro.
E non ci avevo pensato.
Ritrovo me stesso e la mia voglia mattutina soltanto con gli amici. Con i nostri discorsi, le nostre speranze, la voglia di indipendenza. Casa propria e champagne. Stipendio basso e birra del discount.
Ancora non mi era venuto in mente.
I tempi che si ripetono e mi torna in mente la primavera dei giovani. Erano gli anni 60 e 70, era il rock con le sue forme nuove, Beatles, Rolling, Hendrix, Doors, era Woodstock e la Francia del 68. Erano le rivolte operaie di chi era oppresso dal padrone, di chi voleva ciò che gli spettava e lottava per questo.
Erano anni in cui si lottava l'ipocrisia, senza assecondarla. Anni in cui si parlava di amore e rispetto, si faceva l'amore libero e senza paura di fantasmi a quattro lettere. Lsd e non Aids.
Eran lotte operaie al fianco di proteste studentesche. Non era televisione omologata che propone ciò che vuole e ti fa pensare soltanto al tuo orticello, schifato dal resto.
Spero che tutto ciò che accade attorno ci riporti alla primavera dei sensi.
Alla voglia di amore e rispetto, per se e gli altri. Senza pensare ai soldi, ma al bene, alla ricerca di quella felicità che non deve essere un optional.
Riportiamoci in piazza e diciamo che non possiamo vivere nel precariato, nello scontro a-politico, nell'ignoranza in cui ci mettono. Facciamo sbocciare le nostre idee, magari poche, ma diamole in pasto agli altri, confrontiamoci. E poi parliamo, scriviamo, leggiamo.
Amiamo e ancora litighiamo, lottiamo. Il tutto con uno scopo, un'auto-critica e la voglia di crescere.
Una nuova fottuta e dissacrante primavera, senza Santi in paradiso ma tante teste sulla terra.
Nuovi occhi e nuove voglie.
Ma ancora non ci avevo pensato.

Dovrei scoparmi una milionaria e tutto sarebbe a posto. Grazie, non ci avevo mai pensato prima.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

infatti si... come mai non ci avevamo mai pensato?? che stupidi che siamo! meno male che c'è silvio a illuminarci!!!


mamma mia com' è caduto in basso a sto giro...non ho parole, nemmeno più le braccia!!

w l'amore...quello vero
non riusciranno a portarci via anche questo ...

Anonimo ha detto...

"c'è al mondo una così grande solitudine
che la puoi vedere
negli scatti lenti
delle lancette di una sveglia. gente così stanca
e mutilata
d'amore e disamore.

gli uomini non si trattano bene
l'un l'altro.
[...]

abbiamo paura.

il nostro sistema scolastico
ci dice che possiamo tutti
essere dei
grossi vincitori.
non ci ha detto niente degli sfigati
e dei suicidi.
o del terrore di uno che soffre
in qualche luogo
solo
senza che nessuno gli parli
senza che nessuno lo tocchi
[...]

troppo
troppo poco
troppo grasso
troppo magro
o nessuno

più carichi d'odio
che amanti.

la gente non sta bene insieme.
se invece stesse bene
le nostre morti
non sarebbero così tristi.
[...]

deve esserci un modo.
di certo deve esserci un modo
a cui ancora non abbiamo pensato."
(C. Bukowski - il punto cruciale)

..non riuscivo a esprimermi diversamente...

notte...

Anonimo ha detto...

CHE DIRE? io precaria lo sono, il bel sorrisimno ce lo ho (il mio ex odontoiatra chirurgo maxillo facciale, me lo diceva semre...a non era figlio di Berluska!)..ergo, credo di avere buone speranze oltre al consenso di papàsilvio. E se poi non ce la fa a sposare tutte le precarie...bè, io mi accontento di un buon assegno di mantenimento!

apepam ha detto...

ho smesso di dare audience all'italietta
ma
spero sempre che cambino le coscienze popolari..
spero sempre in un coraggio che ora è soffocato dalla paura
e spero anche che non sia una speranza patologica!
nel frattempo cerco di non morire disperata ;)

Ps. ma che mi scrivi di là?!?! Tu non rovini i post. Non l'hai mai fatto. :*

krepa ha detto...

@gioia:ma la cosa brutta non è la battuta in sè, ma il fatto che non abbia dato risposta al problema del precariato
@camilla:ottimo modo...
@betazed:anch'io mi accontenterei di un assegno dalla dolce Barbarina Berlusconi
@apepam:il miglior modo è sopravvivere, cercando di cambiare prima noi per cambiare il resto...

Anonimo ha detto...

sai che cosa c'è di gran lunga peggiore della sua battuta e della sua non risposta??? che quella "cretina" che ci rappresenta e che ha posto la domanda non è stata capace di reagire alla provocazione ... ma dico io?!? di sicuro non è una vera precaria che è scottata dalla sua situazione - ne sono certa - altrimenti lo sai che figuraccia che gli avrebbe fatto fare al nano??

come si dice a Milano in questi casi?? a Roma ci starebbe bene un signorile "li mortacci sua"...

Prisma ha detto...

Una nuova fottuta e dissacrante primavera, senza Santi in paradiso ma tante teste sulla terra.

Questa frase dice tutto quello che c'è da dire. E io condivido in pieno.

krepa ha detto...

@gioia:la cosa divertente è che si doveva candidare col PdL...mah...
@museum:condividiamo...

Anonimo ha detto...

ascoltiamoci di più non pensiamo troppo spesso poco meno di niente e impariamo ad amare...
...io per primo!



too much
too little
too fat
too thin
or nobody.