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venerdì, marzo 07, 2008

Coltivo i Fiori del Male con la mia felicità irrazionale

A quanto è dato il dolore al mercato del tuo quartiere?
Non penso si venda ma almeno un prezzo, un'idea di quanto sia il suo valore sul mercato, te la sarai fatta. Un'idea.
No. Nemmeno io, non frequento mai quei posti, anche se adoro la puzza che c'è di fianco alla bancarella del pesce. Esce tutto il marcio della città, eppure arriva dal mare.
Io posso dire che calcolerei il male a sorsi. Anche se la tua ipotesi di uniformare i bicchieri per avere un'unità di misura precisa non è errata, io la ritengo una stronzata.
Se già stai male devi preoccuparti di versare la birra nello stesso bicchiere del vino o del whisky.
Sarebbe tutta una scocciatura, un controsenso. Bevo per non pensarci e dovrei pensare al giusto dosaggio per averne una stima precisa.
Magari mi vieti anche glia alcolici andati a male che tanto mi piacciono. Li adoro prima dei pasti, mi servono a mandar giù gli antidolorifici.
Già ma il male cos'è? Uno stato d'animo, una batteria che batte troppo forte, l'amore, una semplice necessità, una voglia improvvisa o soltanto dolore fisico.
Puoi calcolarlo in riti funebri o in fosse comuni? Forse sì, ma allora anche in lacrime versate anche per una tazza di latte caduta. Troppo vago, ogni strage sarebbe dolore allora e non soltanto un motivo valido per una campagna elettorale.
Mi duole cercare di capire se pesi di più in litri, chili o sensazioni. Se muore affogandolo nell'alcool o vive nutrendolo di emozioni. Forse vive con l'alcool, ma cazzo è ancora peggio quando l'acqua la usa per farsi scorrer sopra le cose, senza farle entrare in profondità. Perchè di solito se è così mi trovo al bivio:
mi butto giù o esco dal bozzolo.
Ma se fosse tutta una questione di distanze? Quanto corri per scacciarlo, quanti passi fai.
Qualcuno non ben ricordato si fermò a cento prima di essere ammazzato.
Alla fine la cosa importante non credo sia misurarlo e nemmeno pronunciare parole a caso.
Forse basterebbe pisciarlo fuori quando se ne ha bisogno, quando si è deciso dove coltivare i propri e fottuti Fiori del Male.

2 commenti:

la rochelle ha detto...

ho appena letto il tuo vibrante post e non ho potuto non cogliere l'assonanza con una canzone dei baustelle che ascoltavo ieri, s'intitola baudelaire, un saluto domenicale
pietro

krepa ha detto...

@LaRochelle:adoro i Baustelle, sabato sarò al Rolling a vederli, nonostante la mia zoppia da vecchio decrepito...se riesco ballo e gli spacco il culo