Nella mia mediocrità cerco di risolvere le mie paure, i miei incubi e le mie solitudini. Nel mio respingere la normalità cerco una tranquillità che mi porti alla sopravvivenza e alla convivenza con me stesso. Spesso se alzo gli occhi vedo nuvole splendenti che mi illudono di essere triste solo per me stesso, se vedo il buio intorno a me cerco solo la poesia onanistica di un abbraccio a me stesso. Se ti raggiungerò un giorno nelle tue nuvole ammazzerò la mia vertigine, godrò della mia gioia istantanea e della mia certa insicurezza. Quando non avrò più il senso di farmi male e la rabbia non sarà più morale renderò la falsità una mia qualità per usarti, il male l'unico condotto al bene trasportato dall'ebrezza dello stordimento mentale, del viaggio beato e pluridimensionale. Ma i crimini li compio solo su me stesso per colpe non mie, troppo semplice per averne e troppo mediocre per crearne. Le colpe sono tue, se ci sei. Ma è meglio che tu ci sia, magari solo un'ora, anche solo un'ora in più in cui magari dormirei. Perchè cercare di scappare dal normale mi stanca, stare fermo a guardare gli altri mi stanca e poi non ho fretta, perchè in fondo ho paura...paura...paura che tu sia ovunque.
Illuso e compreso, comprendo di essere stato illuso più volte di quanto abbia mai illuso, continuo con lentezza in questa centrifuga consapevole di saper reagire perchè non fare un cazzo per cambiare è troppo normale e ho voglia di sorprendermi anche se è inutile.
*Liberamente ispirato dal cd "Solo un grande sasso" dei Verdena
1 commento:
cavolo quanto mi ha colpito..
veramente bello e disperato
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