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mercoledì, luglio 11, 2012

La Rivoluzione dal bagno di casa.

C'era uno spazio riservato tra di noi, come fosse pieno di ovatta. Il mio imbarazzo che mi fa sentire sempre fuori luogo, la tua corazza perenne. Premetto che niente voglio perchè tutto mi interessa.

Ci sono menti che concepiscono idee e altre che le portano a spasso senza dar loro aria, inscatolandole in notizie preconfezionate su quotidiani sportivi o in assenza di gravità, dentro negozi con aria condizionata o condizionamenti senza cause ed effetti.
Le critiche fatte dal cesso sono quelle che riescono meglio, perchè a prescindere da tutto sono già ben indirizzate. Tutto è criticabile. I testi degli 883, il colore della pelle di Gesù Cristo, la sessualità del Papa. Anche gli aneddoti dei nonni in bocciofila, sempre che abbia la voglia di starli a sentire.
Sì perchè io ascolto poco e ancora meno mi interesso delle opinioni altrui. Disegno soltanto delle rette lontane dal punto di vista che puoi avere, solo per essere contrario, per essere ascoltato e fingermi intelligente e interessante.
Ho votato Rifondazione e Berlusconi, anche nello stesso turno elettorale pur rimanendo di sinistra sempre o anche solo per qualche ora, frequentando i circoli di sezione nelle lunghe riunioni in streaming, collegato dal salotto buono di mia madre o dal bagno di servizio. Sempre senza carnalità, senza esposizione. Se prendo il sole potrei star male, sopratutto se in faccia.
Il mio posto fisso non posso metterlo in discussione, ma mi piace criticare chi non ce l'ha e lo vuole, chi sciopera e chi è precario. Rompono i coglioni per farsi sentire e allora io posto critiche su facebook e twitter o allungo le mani sulla tastiera del mio mac o pc per scrivere un post tagliente sul mio blog o un commento arguto su quello di un giornalista con cui identifico le mie ansie. Il giornalista lo cambio sempre perchè ogni settimana critico vedute e opinioni concentriche su lunghezze differenti.
Il rumore dello scarico è musica per le mie orecchie, come la musica che riesco ogni settimana ad avere gratis. Vedo qualche concerto, ma sopratutto non compro cd perchè "è da sfigati" e "fuori moda". Scarico da mille siti, ma sono contro la pirateria e a favore delle regole, l'importante è che non tocchino il mio giardino.
Mi fa schifo chi coglie i fiori di campo da regalare alla sua bella o da portare al cimitero.
Piuttosto porto la mia bella al cimitero perchè mi eccitano i morti e penso sia un posto alternativo dove scopare, una cosa che poi lei posterà su facebook e mi renderà "alternativo" coi suoi amici e introspettivo per le sue amiche. Bello e dannato, ma sopratutto critico per tutto senza fare niente.
Dal mio bagno posso criticare tutto nel tempo in cui mi chiudo dentro e non sapete cosa faccio. Troppo facile dire che tocco soltanto il pisello, no.
Critico la scelta di chi beve troppo, di chi frequenta i locali per bere, ma anche di chi non beve. Critico chi esce perchè è banale e poco divertente ma a Milano frequento solo i posti che contano perchè al Capetown la gente è troppo bella, al Miami la musica mi piace e negli altri posti no e certi posti di Corso Sempione sembrano Parigi anche se l'Assessore alla Cultura vorrebbe una città sullo stile di Berlino o Copenaghen. Ma non per i bordelli e le signorine di facili costumi, no. Per le architetture e le atmosfere che ci fanno stare bene e rendono più piacevoli le nostre fotografie.
Sogno senza dirlo per non esser fuori tempo, mi piacciono molte cose ma non lo dico per non contraddirmi e a volte ho anche pianto per un goal della mia squadra, perchè tifo ma non posso dirlo altrimenti per gli amici snob non sarei più uno di loro. Non ci diciamo mai cosa ci piace a meno che non sia alternativo, il resto lo teniamo per noi o lo critichiamo a mezza voce.
Ora vado ho un corso di yoga e poi un aperitivo sui navigli.

Parlando di noi rimaniamo sempre a mezz'aria. Saremo accettati? Se gli dico cosa penso di lui o di lei, cosa penso davvero senza coriandoli o sfilacciature...a mezz'aria non si sta bene, c'è aria pesante. Liberare la mente consente di volare con i piedi a terra.

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