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lunedì, aprile 23, 2012

"ride bene chi ride ultimo" era il tantra del suo mantra

Un vestito migliore era tutto ciò che avrebbe dovuto comprare. Per i colloqui di lavoro che non aveva da tempo, per non uscire sempre in mutande ciabatte e calze bucate, per non essere identificato sempre in quelle t-shirt adolescenziali. Lui era nato con la camicia.
Una buona famiglia, una media istruzione, un buon numero di giochi e un pessimo rapporto con le ragazzine. Quanti non sono si rivedono in questa descrizione sono come quelli che dicono di non masturbarsi e hanno gli occhiali da sempre. Ipocriti, come la pioggia.
Aveva talento ma non nel suo contesto, come una tromba in mezzo a un pezzo rock o come chi non sa quale sia il suo contesto e annaspa per trovarlo. Insomma un vestito nuovo, di una foggia consistente, ecco cosa avrebbe dovuto acquistare. Manca poco a Natale e i soldi delle mance dei parenti li butterà tutti da un sarto. Già ma...i nonni sono morti e gli zii son preoccupati a pagare l'affitto ai figli disoccupati. Fanculo il Natale e i suoi sporchi giochi di potere.
Come l'amore anche il Natale è stato creato dagli esperti di marketing che insieme a qualche cocainomane e un paio di grafici hanno montato il teatrino. Vogliamoci comunque bene.
Idee e pensieri sparsi i suoi. Forse un pò da stronzo, ma dopotutto non aveva soldi per un vestito.
Non sa se sia sbagliato ma, sa di aver cambiato sguardo e sorriso. Un pò come un pagliaccio che poi si mette a uccidere i bambini in un film comico dell'orrore.
Graficamente impostava la sua persona su tinte di rosa perchè dentro sè nascondeva uno spirito da Barbie vestita da Betty Boop, filosoficamente immaginava di non dover pensare a niente continuando a pensare che fosse il pensiero migliore, realisticamente attendeva la speranza con la speranza dell'attesa. Capì sin dal primo momento che i soldi avrebbe dovuto procurarseli da solo per il vestito nuovo. C'era da lavorare e prima di tutto c'era da lavorare su sè stessi. Andando a casa pensò alle prime cose che potevano fargli bene in una situazione di "guerra e pace" col mondo.
Per vincere la guerra niente poteva esser meglio di una doccia e due shampoo, magari comprensivi di un bidet e un attendo uso dello spazzolino. Visto quanto si sentiva meglio, decise di sconfiggere la pace con un metodo soft ed emozionante. La barba. Tagliarsi barba e baffi delineando il viso gli toglieva anni e lo faceva sentire rilassato, almeno fino al primo squillo del telefono o al clacson di chissàchi chissàdove.
Finiti i preparativi e deciso a cercare un lavoro, dei soldi, una stabilità e un percorso, si scontrò contro il buio della strada. Già cazzo, nel suo essere sbadato non aveva fatto casa alle variabili futili che regolano e scandiscono le vite. Gli orari e le abitudini, i cani da portare a spasso e le malattie, il sole e la luna. Era troppo tardi per importunare qualcuno con una richiesta tanto arguta.
Dopo uno sguardo al cielo buio, uno a destra alla strada vuota e uno a sinistra verso la strada ugualmente vuota riaprì il portone tirando fuori il mazzo di chiavi.
Domani sarà un altro giorno uguale, ma pur sempre buono a render la sua vita qualcosa di completo. Stanotte mangerà l'altra metà della sua mela in attesa che dal cielo piovano canzoni.

2 commenti:

altraepoca ha detto...

SPLENDIDO...SCRIVI BENISSIMO!

krepa ha detto...

mah?!?!?
grazie