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venerdì, luglio 01, 2011

una poesia di un vecchio maestro come dono

come iniziare una guerra di prima mattina senza aver nemmeno bevuto il
caffè. il primo, il più importante, il più sofferto. sofferto perchè atteso.
come la prima poppata, il primo goal, il primo bacio.
iniziare una guerra dal niente solo per vedere l'effetto che fa, per sfidare la
forza di gravità e gettare a terra oggetti che hanno un peso.
il peso degli oggetti è dato da una strana formula in cui si moltiplicano i suoi
grammi alla divisione della loro storia fratto il valore che gli dai. quello è il
loro peso e in base a quello devi imprimere la giusta forza per scagliarlo a
terra. per romperlo o per fargli solo male.
la tazza pulita ha ancora l'alone del caffè del giorno prima. anche i
pensieri di ieri hanno un insolito alone di vecchio. una luce stanca. sono ricordi
di ieri dirai. sono il dopoguerra di mio nonno, dei suoi racconti, il grembiule di
mia nonna nel tinello e le pattine che volano per la sala.
sono le foto di un bimbo in passeggino, di giovani come te sorridenti e felici, di
classi con bambini e la recita di natale.
non so come si arriva fino a qui, fino al secondo caffè "con un pò di latte, per
favore". non mi importa nemmeno come, ci sono diverse strada per arrivare
a un punto, ci sono differenti punti da raggiungere.
come la gente in attesa della coincidenza esatta del treno ci sono posti comuni
in cui potersi sentire soli con se stessi. ma nessun luogo è come i tatuaggi che
ho e le rughe che mi sono nate o i peli del mio viso. il lento scorrere delle
primavere, il caldo delle estati, la nebbia degli inverni e la luce dell'autunno,
che rimanda agli anni '80 e alle foto scolorite con grazia.
appoggio il caffè su un libro già letto, comprato usato da mani diverse dalle
mie, letto con impressioni sconosciute. forse sarà piaciuto.
lascio un alone sulla copertina, ma non importa. un piccolo segno che lo
differenzia da altre copertine. ripenso a cosa manca in questo momento, alle
interminabili partite ai giardini, alle corse sulla sabbia e alle storie dei miei
nonni che senza volerlo eran poesia di vecchi maestri. come un dolce per un
bimbo, come messaggi lanciati a un ragazzo o come un dono a chi aspetta
impaziente.

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