L'angolo adatto per nani, ballerine, cantanti, troie, alcolizzati e illusi. Ovviamente qui nulla è serio...se sei dei nostri...benvenuto, entra pure

mercoledì, ottobre 20, 2010

Mai come ieri

Te ne accorgi appena esci dalla pancia di tua madre, oggi voglio essere fine sottolineo pancia e non fica. Dal caldo del liquido amniotico al freddo di una stanza igienizzata.
Certo ieri stavo meglio, al caldo, ovattato, senza pressioni e poi, chi cazzo ha acceso questa luce e cosa sono tutte queste facce?
Sono cose di cui ti rendi conto crescendo, senza arrivare mai a dire che quando c’era Lui si stava meglio. Però, c’è sempre un fottuto però.
Però eri più magro quando avevi vent’anni.
Però eri più leggero quando avevi ventidue anni e la testa andava ancora a cento allora, senza il lavoro, l’affitto, la pancia o la vicina cogliona.
Però avevi i capelli lunghi e la fronte larga e ora te la chiamano stempiatura.
Però le vacanze duravano tre settimane e diciamocelo, erano troppe.
Con quei però hai imparato a convivere, li saluti al mattino appena alzato, ti ci fai anche una birra prima di andare a letto. L’importante è che restino sempre fuori dai tuoi sogni.
Perché quelli sono sempre meglio di oggi. Sono come ieri.
Nei tuoi sogni i però si frantumano nel niente e lasciano la scia a una realtà fatta di visioni e di immaginario. Di contemplazione, approvazione.
Il sublime essere ciò che non si è. Perché poi arriva l’oggi, veloce come la sveglia, come la scritta “posponi” sul tuo cellulare. Che non fa altro che illuderti e spostare di tre minuti i tuoi “però”.
Ieri, quando andavo al parco con mio nonno fermavo tutte le ragazze, belle o brutte che fossero per dir loro da dove venivo, chi ero. Era una lezione insegnatami da mio nonno. Certo, mio nonno era un gran bel paraculo. Ma io, ieri, ero sempre bello e pettinato.
Ieri, non sapevo nemmeno cosa fosse la morale, il senso collettivo, la parola “unione”. Non mi ponevo il problema di dover conversare. Giocavo su un campo infangato e senza un pc che me lo ricordasse costantemente, ero pieno di amici.
Mi accontentavo di poco ieri, anche se non avevo niente. Era ieri, cazzo, e ora sta suonando la mia sveglia. Forse oggi ho sbagliato di nuovo sogno.

**questa cosa l'ho scritta come parte di un "progetto" che come tutte le cose che ho fatto sino ad ora non vedrà mai la luce, forse.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

e io leggo sulla poltrona,
subito dopo quel "forse".
Aspettando che il futuro ti contraddica.
m

La fan ha detto...

Poeta vero

krepa ha detto...

@m: chissà che una volta non riesca a fare almeno la metà di quello che dico...
@la fan:grazie davvero, ma magari fossi un poeta...al massimo fabbro...ecco fabbro mi piace, come mio nonno. fabbro vero, che poi scrive qualcosa nel tempo libero

Anonimo ha detto...

sei uno dei miei fabbri preferiti, mi piacerebbe vedere un intero arredamento firmato da te, lo comprerei per me e lo consiglierei agli amici.

g.

krepa ha detto...

...ho sempre detto di aver sbagliato lavoro