L'angolo adatto per nani, ballerine, cantanti, troie, alcolizzati e illusi. Ovviamente qui nulla è serio...se sei dei nostri...benvenuto, entra pure

martedì, settembre 25, 2007

La ballata del disincanto

La sera prima era passata tra sorrisi e convinzioni, paure e vecchi amori.

...e fu così che si ritrovarono nel tavolino all'angolo della stretta stanza di quel bar al centro della piazza del paese. Di quel paese dove avrebbero desiderato costruire qualcosa e vorrebbero ancora farlo, ma da cui non riescono a ricavare nulla.
Forse solo la speranza e qualche pacca sulle spalle.
Erano cinque i convenuti al tavolino di metallo stile dopoguerra, tipico dei bar di periferia e il riflesso del sole che filtrava dalle tapparelle rendeva quel pomeriggio senza tempo, senza epoca.
Ma era proprio di questo che volevano parlare.
I due giovani arrivarono combattuti e storditi dai mille attacchi mediatici che stavano vivendo in quei giorni in cui veniva chiesto loro un voto in cambio di mille promesse e una promessa in cambio di mille illusioni.
Erano chiamati a crescere e ancora non sapevano se avrebbero dato un nome ai propri figli. Si chiedevano se addirittura non fosse troppo egoistico mettere al mondo un figlio solo per la propria gioia di fronte a un mondo di sciacalli.
Gli altri tre erano più anziani, di quelli che potresti scambiare per tuo nonno, ma potrebbero essere tuo padre. Quelli che sono stati ciò che ora tu sei e ti guardano con l'ardore di ciò he vorrebbero tu sarai.
Arrivarono stanchi dal troppo lavoro e sereni di aver dato il dovuto. A loro era chiesta la conferma del passato.
Ma si ritrovarono a quel tavolo per decidere. Non era solo vino rosso e non erano solo fette di salame. Non si voleva neppure parlare di calcio o delle mille guerre inutili che pur li preoccupavano.
Parlavano del futuro, del loro inutile essere la fottuta terra di mezzo nella quale nessuno vorrebbe coltivare il proprio Essere. Avevano ben chiaro di non appartenere alla categoria di chi si arricchisce e sapevano di non interessare alla borghesia perbene. Troppo vecchia l'esperienza di alcuni e troppo giovane l'età di altri. Balle che i benpensanti usavano per aumentare il proprio potere e i propri guadagni.
Fu così che i giri di rosso salivano e qualcuno parlò di "guerra sociale" e "battaglia delle epoche". Uno disse, con le lacrime agli occhi che una volta era come loro, ma col tempo capì ed ora era lì con loro, pronto a combattere. Che il denaro e il potere a volte ti attraggono nel turbine delle tentazioni e tutti i tuoi sensi sono pervasi dall'avere...si alzò in lacrime per andare a riassettarsi in bagno, con passo lento ma fiero.
Gli altri capirono che la lotta doveva essere pacifica, ma sapevano che le loro grida non erano ascoltate e i bisbigli coperti da trasmissioni televisive. Sapevano di essere fantasmi anche se in milioni.
Allora il più anziano prese una vecchia pistola che utilizzava quando era partigiano, quando la speranza sfociò nella libertà. La mise sul tavolo, il caricatore pieno, e la canna rivolta verso il basso. L'aria calda del pomeriggio si era rinfrescata e le ombre si erano allungate nella piazza, vuota, del paese. I colpi in canna erano cinque come le sedie occupate di quel bar.
La porse al più giovane, come soluzione migliore alle scelte di domani.
Questi la prese con la mano sinistra, con la destra finì il suo bicchiere di vino e guardò gli altri.
Scaricò il caricato a terra, senza esitazioni e ordinò un nuovo litro di vino.
Il vecchio rise felice, senza nascondere la commozione.
La sera stava lentamente calando anche sulle loro vite apparentemente inutili, ma non si persero in affanni. Al tramonto del presunto ultimo giorno, si diederò appuntamento al nuovo giorno in cui avrebbero dato vita ad una nuova battaglia dedicata a chi non gli dava spazio.

...e fu così che ritrovarono...

7 commenti:

Alberto ha detto...

PRIMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO...
:-D

eeheheheheheh...

Immaginavo un finale aperto e ricco di speranze, forse perché sono fondamentalmente un romantico e un idealista; forse perché sono essenzialmente un perdente... :-/

Un abbraccio vecchio :-)

Davide ha detto...

è molto bella questa storia.
Lei era venuta a Milano per qualche giorno anche se per motivi posco piacevoli.aveva provato a chiamarvi ma forse non siete riusciti a contattarvi.buona giornata

krepa ha detto...

@alberto:perdenti si è nel momento in cui la partita finisce e sinchè non suona la sirena, mai dire quella parola
@davide:grazie per la storia. credo che non ci si sia riusciti a contattare, altrimenti mi avrebbe fatto molto piacere vederLa

Killo ha detto...

Tu che sei di Milano...guarda cosa ho scovato in rete...

L' ho pubblicato nel Mio Blog...

Tutto da Ridere!!!!!!!!!


killo-bau.blogspot.com

Killo ha detto...

Linkato in prima pagina

Anonimo ha detto...

caricatori, rughe, troppa esperienza, vino e tirar di somme

questo krepa ci piace proprio,
visceralmente

krepa ha detto...

@killo:bella
@rob:grazie mille