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mercoledì, febbraio 07, 2007

Due maglioni. Tu in porta. La palla è mia, giochiamo?

Ho la foto appesa di quando giocavo a pallone. A 11 anni.
Affianco le foto dei miei bambini, intorno a una palla spelacchiata e un campo che sembra SanSiro ma non lo è.
Ho passato tanto tempo sui campi di calcio, quasi quanto ne ho passato a letto o in file varie. Molto più di quanto ne ho passato su mezzi pubblici o a letto con ragazze più o meno belle. Di certo non si vedono i risultati...sul campo.
Non mi è mai interessato arrivare da nessuna parte, ho sempre e solo amato il campo, il sudore, lo spogliatoio, il fango e l'atmosfera.
Stasera in doccia, dopo aver lavato con cura le scarpe, le ho annusate e avevano quell'odore, quello che hanno le scarpe usatissime di un brutto giocatore di categoria, certo non quelle di Beckham.

Ma sento troppi dire che il calcio è malato e osannare sport nobili e belli come il rugby. Troppi dire che girano soldi droga e puttane. Nessuno dire che manca la cultura sportiva e non.

Non sarei ciò che sono, nel bene e nel male, se non avessi giocato a calcio. Le emozioni che solo lui mi ha dato, le avrò già dette mille volte, ma sono uniche. Solo uno spogliatoio ti da certe regole, certi discorsi, certe emozioni. Alcune doccie in cui devi tirare fuori te stesso, i tuoi problemi. Quegli infortuni da cui lotti per tornare in campo, quegli allenamenti duri che alla fine ti fanno star bene. La neve, il fango, il caldo e sempre lì. Pantaloncini corti, felpe, abbinamenti scandalosi.
Amici e litigi per un fallo, un fuori. Ma poi alla fine è sempre un abbraccio. Come dopo quei goal che ti hanno segnato la vita. Il primo che feci alla mia prima partita, con mio nonno là in tribuna. Il goal di Stock e l'abbraccio a Dany che aveva perso il padre in settimana ma era lì e tutti intorno a dirgli che c'eravamo. La spontaneità di quel gesto mi fa ancora venire da piangere. Il primo goal a Muggiano, in un periodo difficile e la lettera che mi scrisse Dade, anche qui lacrime. Il boato al goal di Yuri ai playoff 2004, a Cisliano, ragazzi che roba. Nulla come quello di Dino l'anno scorso, che ci ha mandato ai playoff e successivamente in seconda categoria. Ho sentito scoppiarmi il petto dalla gioia. Un'emozione pari solo al rigore decisivo di Grosso...ma più forte...
Mi ha dato amici veri.

Chissà perchè tutti attaccano il calcio ma poi il 9 luglio eravamo milioni in piazza, ubriachi di gioia.

Finchè avrò un maglione per fare il palo a terra e la voglia di continuare a sognare di essere a SanSiro, lavatevi la bocca quando parlate del calcio.

15 commenti:

Alberto ha detto...

Abbiamo bisogno di sogni, vecchio mio...
Anche io questa estate ho gridato come un pazzo per la nostra vittoria (?) dopo la scomparsa di mia mamma (!). Mi sono domandato spesso quanto stessi urlando per l'uno e per l'altro avvenimento, finche 3 settimane fa nin ho segnato un gol al volo su calcio d'angolo e ho esultato
-senza pensarci- indicando il cielo!!! ;-)

Un abbraccio ultimo minuto. :-)

Anonimo ha detto...

tutto giusto.il calcio è il calcio.quando giochi lo senti davvero.riguardo il titolo volevo chiederti una cosa:eri una di quelle merde che portava il pallone e decideva tutto perchè il pallone è mio e decido io?che piccolo bastardo...

krepa ha detto...

@alberto:a volte un goal, una corsa in più, una parola di un compagno danno più emozioni di ciò che avviene fuori dal campo
@tony:ma ti pare che un piccolo comunista come me fosse così da piccolo???mi palla es tu palla

Anonimo ha detto...

Premesso che a differenza tua
non ho mai amato il campo,
il sudore nè tantomeno il fango..
Non critico il calcio e non credo
sia questo il problema di fondo.
Al di là della strumetalizzazione
politica e mediatica che se ne è fatta,
mi dissocio dalle critiche della
maggior parte delle personalità interessate.
Quello che credo debbe essere valutato
è il concetto di sportività quale
competizione costruttiva
e non distruttiva
che dovrebbe essere vissuta sempre
come uno strumento prezioso
per migliorarsi.
Un abbraccio non comunista
al mio panettiere giocatore..
Piccola Giulia

Anonimo ha detto...

purtroppo l'uomo è tremendamente cattivo e ormai senza valori e quando c'è un obiettivo da raggiungere non c'è sport o valore morale che tenga e il fine finisce col giustificare i mezzi.l'idea sport è stupenda come tante ideologie,ma finchè non c'è un cambiamento nell'atteggiamento verso la vita in generale e verso il dividere e condividere mi sa che di strada se ne farà poca.forse sono solo cazzate di uno stupido utopico idealista o forse di uno stupido e basta,ma anche rocky balboa l'ha detto:"se io posso cambiare tutto il mondo può cambiare".magari partendo dallo sport.

Anonimo ha detto...

incredibilmente vero, ancora oggi a distanza di anni pensare a quel gol, a quella corsa verso la panchina... spezza il fiato... e fa sgorgare una lacrima

in quella corsa, in quell'abbraccio, c'era tutto

questo è il calcio.

krepa ha detto...

@giulia:ormai sono i piccoli che vanno educati allo sport sano...è quello che provo a fare con loro, ma non è facile oggi come oggi
@TONY:ROCKY ha ragione...anche tu stupidino
@Joe:hai detto una cazzo di verità, in quella corsa c'è tutto il calcio, la vita, l'amicizia, le emozioni...etc...

Anonimo ha detto...

Da brava pigra non capisco molto di sport in generale, ma non credo comunque che il problema sia il calcio. Credo piuttosto che il problema sia la massa, che per qualche strana legge diventa incontrollabile, fa branco. Questo non ha nulla a che vedere con lo sport, si ritrova in alcune manifestazioni, in concerti, e si, anche negli stadi. Non so perchè, forse per le minori probabilità di venire identificati, forse per l'adrenalina che sale quando si è un "gruppo". E' arcaico, forse congenito in una specia umana che sempre meno trova sfoghi alternativi ad una rabbia repressa. Non credo che un gol, un fallo, un rigore possano davvero innescare tutta questa violenza, credo piuttosto che siano valvole di sfogo per altri problemi.

PAPARAZZA ha detto...

ora ...è normale che tutti attaccano il calcio...ma lascia un p sbollentire la tragica situazione di Palermo e vedrai che tutto ritornerà come prima...

la rochelle ha detto...

ho il massimo rispetto e ammirazione per uno che intende il calcio come te. perchè il gioco del calcio è solo quello. l'odore, la doccia, il gol sul campetto di periferia davanti al nonno... anch'io ho sempre giocato cercando ogni partita di vivere al massimo queste emozioni, non sempre ci sono riuscito, perchè davvero in pochi contesti mi son sentito uomo-spogliatoio, sarà per il mio carattere schivo. però se si vuole organizzare una sfida di calcio tra blogger torinesi e milanesi, io sono in prima fila!!

Anonimo ha detto...

Sempre presenti per quel calcio che conosciamo. Per quell'odore. Se hai notato l'ho riconosciuto subito. La mia memoria involontaria si è aperta immediatamente dopo aver sentito quel misto di sudore erba fango e pelle lavata. Unico.
Per quelle emozioni e voglie che conosciamo vale la pena zoppiccare un'intera giornata, e tu riuscivi a camminare oggi?

krepa ha detto...

@ca:chiaramente nulla giustifica quelle cose...la politica, la religione, tantomeno il calcio
@paparazza:purtroppo tutti lasceranno perdere anche gli ignoranti
@laROchelle:da uomo spogiatoio quale credo di essere so che ogni elemento, anche il più schivo, vale in un gruppo. Soprettutto se sa valorizzare le grandi cose che il calcio da...per la sfida, meglio trovarsi a mangiare e bere
@malla:tu sei una delle belle "cose" o amici veri che mi ha dato il calcio. Ogni allenamento saà sempre un piacere se condiviso con gente come te, dade, luca, sfo, bianka etc...
stamattina zoppicavo ed era gonfio, ma stasera molto meglio...a domani...

Anonimo ha detto...

Ciao, ho visto che abbiamo un amico in comune (gidibao)...ora sono di corsa (come quasi sempre negli ultimi tempi), e sono passata solo per un saluto, prometto di ripassare con più calma per approfondire la lettura del tuo blog.
A presto
Stefania

Anonimo ha detto...

Krepa questo post è meraviglioso, lo sento molto mio.
Amo il calcio "fatto di fango", anche un pò per forza di cose dato che nella mia zona i campi con l'erbetta si sa che esistono, ma nessuno li ha mai visti fuori dalla tv :D Anche io sono uno di quelli che ogni sabato si danna sul campo, un campetto pieno di polvere e fossi, dove infondo sono cresciuto. Il calcio mi ha dato i miei migliori amici, attimi di euforia che nient'altro può regalare, ed io gli sono tanto riconoscente. un abbraccio. f.

krepa ha detto...

@pibua:ok ste...passa quando vuoi e passo anch'io...passiamo che stare fermi mi intristisce
@woland:campi in erba qui ce ne sono ma...tanto i piedi son quello che sono...grazie per il post...