Il diritto di non saper fare niente in un mondo in cui tutti sanno tutto.
Ho visto il rumore del vento cadere dritto in una pozza d'acqua e non alzarsi più. Il riflesso generato era un parto di nuvole pesanti, deciso a cambiare tutto. Gli uccelli roteavano distorti. Confusi. Il risultato delle loro cagate è concime per il cemento.
Non è distrazione la mia, è che non ci capisco più niente.
Dove e come, quando e perchè. Ma sto andando lo stesso.
Non sto piangendo, ma non uso mai l'ombrello, nemmeno quando piove.
Ho visto il colore del vento, cromato e azzurro.
E' caduto dentro una pozza che rifletteva il grigio del cielo. Nuvole sparse cariche di smog.
In fondo un piccolo squarcio di cielo azzurro. Lontano.
Gli uccelli volteggiano alti e si abbassano all'improvviso stando sempre in cerchio, tutti uniti costantemente, quasi annullassero le distanze.
Non sto pensando ad altro, sto pensando come fanno a non scontrarsi.
Non riesco a capire come fare tutto quando non so fare niente.
Il vento scorre rapido tra le piante e disegna scie colorate. Le fronde si scontrano l'una contro l'altra con violenza, confondendo i colori delle foglie, alcune cadono morte, ma gli uccelli continuano il loro giro. Imperturbabili.
Non piove più, il viso è ancora bagnato ma soltanto perchè l'acqua l'ho presa tutta guardando il cielo. Non sto piangendo.
2 commenti:
è sempre un piacere passare a leggerti...
...grazie, allora passa...
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